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interviste
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Saluti dalla Serbia...
Sasa Rakezic (in arte Aleksandar Zograf):
fra i fumetti e la lotta per la democrazia
di NANDO SIGONA Ho intervistato Sasa Rakezic (in arte Aleksandar Zograf) agli inizi di novembre, attraverso uno scambio di messaggi via e-mail. La cosa non è certo eccezionale per questi tempi virtuali, ma nel caso di Zograf assume un particolare fascino. Mi spiego. Durante
i bombardamenti NATO in Serbia, proprio attraverso la posta elettronica
Zograf è riuscito a far giungere in Occidente il fragore delle bombe.
Ha aperto un filo di comunicazione tra il mondo e la Serbia. Ha fatto sentire
la voce dei serbi schiacciati dalle bombe occidentali e dal regime decennale
di Milosevic. Attraverso la posta elettronica Zograf ha inviato non solo
lettere ma anche fumetti. In Italia i suoi lavori sono pubblicati sin dall'inizio
degli anni '90, ma è con Regards from Serbia (Saluti dalla Serbia),
tavola settimanale di commento a quanto accade nel suo paese, che si è
fatto conoscere ed apprezzare da un pubblico più ampio per la lucidità
e la espressività delle sue immagini visionarie.
Cosa sta succedendo in Serbia in questi giorni? Da qui sembra che tutto vada bene, sui giornali e nelle televisioni si presta sempre meno attenzione al tuo paese. “E' così, l'attenzione dei media è sempre a breve termine. A loro interessa solo distribuire sul mercato fatti drammatici. La situazione qui è complessa. Le infrastrutture sono state distrutte da Milosevic e dalla Nato e da molti anni di guerra e sanzioni. La crisi è profonda. Manca la corrente per molte ore al giorno. Ed è deprimente soprattutto perché tutti si aspettavano che le cose sarebbero andate subito meglio, non peggio. Comunque, penso che la maggioranza sia cosciente che ci voglie tempo, forse parecchi anni, perché le cose migliorino. Così conservo un certo ottimismo, una speranza, ma fondamentalmente non molto è cambiato da quando Milosevic è andato via”. Hai scritto in "Gli
ultimi giorni di Milosevic (metaforicamente parlando)" che, su un piano
personale, la fine dell'era Milosevic ha avuto un che di ridicolo. Che
intendevi?
Cosa ne è di un'organizzazione semi-clandestina come Otpor (Resistenza) in una fase di riorganizzazione ed investitura di nuovi poteri? “E' difficile dirlo. Ci sono grandi manifesti di Otpor in tutto il paese con la frase: VI STIAMO GUARDANDO. Credo che vogliano dire alla gente che stanno osservando cosa accade in Serbia. Il loro ruolo era, e dovrebbe essere, di osservatori. Dovrebbero organizzare delle forme di controllo sulla vita politica, ma senza essere coinvolti direttamente nella politica, senza diventare un partito. Sarebbe l'inizio della fine del movimento e di ciò che ha rappresentato. La situazione in Serbia si è smossa quando abbiamo fermato ogni cosa. Otpor ha svolto un ruolo fondamentale, raccogliendo la forza e la vitalità dei giovani e cercando di diffonderla anche tra gli adulti, ridando la speranza nel cambiamento. Se si mette ad Otpor giacca e cravatta e gli si dà potere e ruoli ufficiali, questo sarebbe l'inizio della fine dell'organizzazione”. Stai disegnando in questi giorni? O i fumetti possono venire solo dopo? “Si, continuo la mia striscia settimanale, Regards from Serbia, cerco di seguire come cambia la situazione di giorno in giorno e sto anche cercando di disegnare i miei sogni, ciò che in questa fase accade all'interno del mio piccolo universo privato. Questo lavoro cerca di essere un documento di ciò che accade ora, uno frammento di vita in Serbia, ma non è solo questo, lo immagino come un diario a fumetti fantasmagorico. Fantasmagorico solo perché la realtà che stiamo vivendo lo è”. Qui in Italia abbiamo letto le tue e-mail scritte durante i bombardamenti della Nato. Come scegli cosa è meglio disegnare e cosa invece scrivere? “Non è
facile dirlo. Credo che il miglior modo sia non programmarlo, seguire il
flusso dei propri sentimenti e sensazioni. Alcune volte preferisco non
scrivere su situazioni che potrebbero essere chiaramente un buon materiale
per un articolo. In certi momenti decido di disegnare eventi che so che
saranno difficili da illustrare e da trasmettere attraverso il media fumetto.
Quali sono, secondo te, le potenzialità del fumetto come mezzo di comunicazione su argomenti "seri"? “C'è un grande potenziale nel fumetto e nel disegno animato. E' un medium economico, molto comunicativo ed espressivo. Riesce a parlare alle persone in modo molto diretto e semplice. E' un potere che potrebbe essere utilizzato da chiunque - per esempio, anche alcuni gruppi religiosi ne hanno fatto uso per fini propagandistici. Un mio amico londinese mi ha spedito un mini album a fumetti dei primi anni '70 del fumettista cristiano-americano Jack T.Chick … ci sono centinaia di pubblicazioni di questo tipo ed alcune sono state stampate in più di 50 milioni di copie. Il loro stile non è sempre diverso da quello dei fumetti alternativi. E' lo stesso linguaggio visuale… Se LORO sono riusciti a vendere milioni di copie, sono sicuro che qualcun altro potrebbe riuscire a piazzarne almeno qualche migliaio, che è considerato un grande successo nel giro delle pubblicazioni a fumetti in Europa e Usa oggi…”.
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o |
In
Italia Sasa Rakezic (in arte Aleksandar Zograf) è noto per
le pubblicazioni di fumetti
Di
prossima pubblicazione:
I suoi
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