“Vivibilità per Lavis” è il titolo che
l’Amministrazione Comunale di Lavis (un centro di circa 8000 abitanti in
provincia di Trento), ha dato ad una serie di attività svolte nel
corso del 1999, che ha coinvolto alcune classi della scuola elementare
e media, insegnanti, genitori e liberi professionisti.
Si è trattato di
un’iniziativa, partita da un’idea promossa dall’Assessorato alla Vivibilità
e Partecipazione, che ha cercato di ricondurre entro la tematica della
sostenibilità urbana le attività promosse dalla stessa Amministrazione
e i diversi momenti didattici programmati in quel quadrimestre nelle scuole
Il lavoro è stato
il tentativo di superare una lettura per frammenti della società
e dello spazio urbano (le attività didattiche della scuola elementare
e della scuola media - le iniziative dell’amministrazione comunale - il
piano del libero professionista - lo spazio scolastico - lo spazio pubblico
nella città ecc.) attraverso il coinvolgimento attivo dei bambini/cittadini
facendo proprio il concetto che una città a misura di bambino è
una città più vivibile e sostenibile per tutti i cittadini.
Il lavoro si è articolato
nelle seguenti attività:
· Un anno un’aiuola
tanti bimbi, promosso dell’Amministrazione comunale che dà l’opportunità
ai genitori disponibili di adottare e prendersi cura delle aiuole del paese
in occasione della nascita di un figlio;
· Interventi per
la tranquillizzazione del traffico, promosso dell’Amministrazione comunale
si compone di un piano organico elaborato da un urbanista libero professionista
attraverso un dialogo con i cittadini;
· Rifiuti solidi
urbani, da problema a risorsa, trattato dagli alunni della Scuola Media;
· Percorsi sicuri
elaborato dagli insegnanti della Scuola Elementare attraverso questionari
rivolti agli alunni e genitori sul problema della sicurezza e dell’autonomia
di spostamento dei bambini;
· Un cortile a
misura di bambino svolto dagli alunni di due classi elementari con
la collaborazione di due architetti per il coordinamento della fase partecipativa
e dell’elaborazione progettuale attraverso disegni e modelli tridimensionali.
L’iniziativa si è
conclusa al termine dell’anno scolastico con una mostra dei lavori svolti
aperta alla cittadinanza, e con la partecipazione dei bambini/e delle scuole
elementari ad un Consiglio Comunale straordinario, nel corso del quale
sono state presentate le proposte e le idee emerse dal lavoro in merito
agli interventi per favorire la vivibilità nello spazio urbano da
parte dei bambini (creazione di nuovi spazi di gioco e incontro, possibilità
di spostarsi autonomamente, limitazione del traffico, ecc.). Tutto il materiale
è stato poi inviato alla banca dati del progetto nazionale “Città
Sostenibili delle Bambine e dei Bambini ” patrocinato dal ministero dell’Ambiente
(consultabile all’indirizzo: www.cittasostenibli.minori.it).
L’iniziativa “Vivibilità
per Lavis” rappresenta un interessante tentativo di coordinare delle attività
di studio ed educazione sull’ambiente urbano svolte da diversi soggetti
e istituzioni allo scopo di affrontare il tema della sostenibilità
urbana stimolando degli accostamenti tra ambiti disciplinari e istituzionali
diversi che raramente trovano momenti di comunicazione. Bisogna, allora,
capire, al di là della mancanza di volontà politica da parte
dell’Amministrazione e del disinteresse da parte dell’Istituzione scolastica,
perché tale l’iniziativa pur partendo da un’impostazione interessante
purtroppo non ha avuto alcun seguito.
Come emerge
dai documenti internazionali che forniscono le linee guida per la realizzazione
interventi di sostenibilità urbana, dalla letteratura sull’argomento
e dai resoconti di esperienze analoghe, la partecipazione della società
civile alle scelte in campo politico e sociale è un prerequisito
affinché l’attività intrapresa risulti sostenibile e sia
in grado di continuare a funzionare e svilupparsi una volta avviata. La
partecipazione di cui si parla non è la pratica retorica dell’organizzazione
del consenso a posteriori intorno ad una scelta già effettuata,
bensì una comunicazione/partecipazione “orizzontale” in cui “tutte
le parti sociali che entrano nel processo interagiscono, confrontandosi
sulla pluralità di interessi che si esprimono, con l’obbiettivo
di arrivare ad un accordo attraverso la negoziazione e la mediazione” (Raffaella
Mulato, 26, 1998).
Nell’esperienza
“Vivibilità per Lavis” la comunicazione orizzontale tra le parti
coinvolte dall’Amministrazione non si è verificata e queste
premesse non si sono realizzate che in minima parte: l’Amministrazione
comunale ha avuto l’idea di coinvolgere altri soggetti senza instaurare
un confronto reale con loro rimanendo super partes, l’istituzione scolastica
ha accettato di buon grado l’offerta inserendola negli spazi vuoti della
sua programmazione didattica, i genitori hanno partecipato alle iniziative
dall’esterno come utenti passivi di un servizio e i liberi professionisti
hanno lavorato separatamente, con l’unica eccezione della progettazione
del cortile scolastico, per la quale c’è stata una collaborazione
tra insegnati, liberi professionisti ed alunni e che ha meritato la segnalazione
come buona pratica partecipata nell’ambito del progetto del Ministero dell’Ambiente.
Quindi, si può
dire che il punto debole principale dell’iniziativa dipenda dal modo in
cui le parti hanno instaurato il rapporto di comunicazione.
Questa carenza
di base non ha certo favorito il superamento delle problematiche insite
all’ambito di intervento. L’organizzazione dell’attività didattica
nell’istituzione scolastica riesce difficilmente ad integrarsi con attività
proposte dall’esterno che implichino una continuità di impegno superiore
all’anno scolastico. Gli insegnanti riescono a fatica a portare avanti
un progetto in collaborazione con altre figure professionali su temi paralleli
al programma ministeriale. La situazione dovrebbe far riflettere, perché
la scuola è uno dei canali privilegiati per portare avanti un processo
formativo sui temi della sostenibilità, in quanto luogo di riferimento
per tutti bambini, i quali sono indicati come i principali destinatari
di molti documenti internazionali e nazionali sul tema della sostenibilità.
Da quanto
detto emerge, allora, come il principale ostacolo che bisogna rimuovere,
affinché esperienze come “Vivibilità per Lavis” riescano
a produrre effetti concreti e possano continuare nel tempo a svilupparsi
ed alimentare attività finalizzate alla trasformazione in senso
sostenibile dello spazio urbano e delle sue relazioni, è la che
la metodologia partecipata e comunicativa diventi lo strumento per una
diversa modalità di comunicazione sociale e politica tra le parti.
Questo comporta la volontà
di investire risorse economiche ed umane in un processo permanente che
può avere il nome di Laboratorio, come suggeriscono le migliori
esperienze italiane, con il ruolo di riferimento spaziale e culturale per
il coordinamento, l’elaborazione di nuovi lavori, di raccolta e consultazione
di esperienze concluse e di confronto tra istituzioni e cittadini sul tema
della città e delle sue trasformazioni.
La creazione di un Laboratorio
permanente all’interno di una realtà urbana si qualifica, quindi,
come uno dei prerequisiti affinchè il processo di trasformazione
dell’ambiente di vita risulti condiviso e partecipato e quindi sostenibile.
L’Assessorato alla vivibilità
e alla Partecipazione di Lavis ha già fatto un primo passo in questo
senso nominando un suo dipendente responsabile permanente dell’attività
e collegandosi al progetto nazionale del Ministero dell’Ambiente, ma sicuramente
non è stato sufficiente. L’iniziativa “Vivibilità per Lavis”
è rimasta nella memoria della cittadinanza e di quanti vi hanno
partecipato un’attività tra le tante che è possibile organizzare
per concludere in modo diverso l’anno scolastico.
architetti Silvia Alba
e Fabrizio Andreis
Fonti bibliografiche:
Donatella Venti, Relazione
di sintesi, Seminario n. 7 Roma, Urb. Inf. n.146/1996.
Francesca Sorricaro, I laboratori
comunali di progettazione partecipata, Urb. Inf. n.146/1996.
Guida alle città
sostenibili delle bambine e dei bambini, Ministero dell’ambiente, 1998.
Lucia Lancerin, Raffaella
Mulato, SI.M.BA Simulazione sulla Mobilità e il traffico a BAssano
del Grappa Daest, Venezia, 1998.
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Ray
Lorenzo:
L'interazione
fra
bambini,
ragazzi
e adulti
nell'urbanistica
partecipata
Un
progetto
per
la città
multiculturale
Ray
Lorenzo
"La
città
dei
bambini"
Recensione
del
volume
"La
città
sostenibile"
Emigrare
e
abitare
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"Tetto
non
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delle
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Nissà
a
Bolzano
Il
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di
progettazione
partecipata
2000-2001
(18
ottobre 2000)
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