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Uranio
Impoverito, la relazione di Peacelink al Parlamento europeo
"Perché sono mancate la trasparenza
e l'informazione sui rischi?"
di CARLO GUBITOSA
Mi chiamo Carlo Gubitosa,
e vi parlo a nome dell'associazione PeaceLink, una associazione di volontari
che dal 1992 lavorano utilizzando le nuove tecnologie dell'informazione,
per offrire una alternativa ai messaggi proposti dai grandi gruppi editoriali
e televisivi. PeaceLink collabora con associazioni di volontariato, insegnanti,
educatori ed operatori sociali che si occupano di Pace, nonviolenza, diritti
umani, liberazione dei popoli oppressi, rispetto dell'ambiente e libertà
di espressione. L'associazione non e' legata a nessun partito o movimento
politico e la nostra unica forma di finanziamento sono i liberi contributi
dei cittadini che vogliono sostenerci.
Durante i bombardamenti del
1999 contro la Repubblica Federale di Jugoslavia, grazie all'impegno di
tutti i volontari che hanno raccolto documenti e notizie, abbiamo creato
un circuito alternativo di informazione attraverso l'internet. Accanto
all'informazione "ufficiale" delle agenzie di stampa, dei giornali e della
televisione, si e' sviluppata una informazione popolare, su iniziativa
di cittadini e gruppi di volontari interessati ad approfondire i problemi
del Kossovo con un atteggiamento critico, che hanno voluto assumere un
ruolo attivo nel processo di elaborazione delle informazioni.
Dal 1999 ad oggi abbiamo
raccolto ininterrottamente sulle nostre pagine internet mappe, articoli,
pubblicazioni scientifiche e molte altre informazioni dettagliate e provenienti
da fonti dirette e qualificate, per documentare l'utilizzo militare e civile
delle scorie nucleari note con il nome di "uranio impoverito".
Nelle scorse settimane abbiamo
continuato ad aggiornare la nostra raccolta di documenti sull'uranio impoverito,
e utilizzando dei dati di pubblico dominio abbiamo realizzato alcume mappe
del Kossovo in cui vengono segnalati con precisione i luoghi in cui la
Nato nel 1999 ha effettuato dei bombardamenti utilizzando uranio impoverito.
In base alle informazioni
raccolte abbiamo maturato alcune forti convinzioni in merito alle questioni
legali, scientifiche e sanitarie relative all'utilizzo militare e civile
dell'uranio impoverito.
- Aspetti legali
Il comitato politico della
Nato, riunito il 9 gennaio a Bruxelles, ha rifiutato la proposta italiana
di una moratoria nell'uso di armi all'uranio impoverito, coerentemente
a quanto affermato dallo stesso portavoce Nato, Mark Leaty. Leaty ha dichiarato
testualmene che i proiettili all'uranio impoverito "sono armi legali, di
cui nessuno ci ha chiesto, e che nessuna legge nazionale ci impone, la
messa al bando".
Le affermazioni di Leaty
sono smentite da una risoluzione delle Nazioni Unite approvata il 29 agosto
1996, un documento ufficiale ONU in cui si richiede testualmente ai paesi
membri di "guidare le loro politiche nazionali in base alla nacessità
di mettere freno alla produzione e alla diffusione di armi per la distruzione
di massa o con effetti indiscriminati, in particolare armi nucleari, armi
chimiche, bombe fuel-air. napalm, bombe a grappolo, armi biologiche e armi
contenenti uranio impoverito".
Un'altra fonte del diritto
internazionale che proibisce l'utilizzo di armi capaci di provocare dei
danni ambientali e' il primo protocollo aggiuntivo alle Convenzioni di
Ginevra, che all'articolo 55 stabilisce che "la guerra sarà condotta
curando di proteggere l'ambiente naturale contro danni estesi, durevoli
e gravi. Tale protezione comprende il divieto di impiegare metodi o mezzi
di guerra concepiti per causare o dai quali ci si può attendere
che causino danni del genere all'ambiente naturale, compromettendo, in
tal modo, la salute o la sopravvivenza della popolazione".
Un ulteriore documento che
dovrebbe rappresentare un freno per l'impiego dell'uranio impoverito e'
il "principio di precauzione" stabilito all'articolo 15 della "Dichiarazione
di Rio sull'ambiente e lo sviluppo del giugno 1992". Nel testo di questo
articolo si afferma che "Per favorire la protezione dell'ambiente, l'approccio
precauzionale dovra' essere largamente applicato dagli Stati in base alla
loro possibilita'. Nei casi in cui ci siano minacce di danni seri o irreversibili,
la mancanza di conoscenze scientifiche complete non dovra' essere un motivo
per rimandare misure efficaci per la prevenzione del degrado ambientale".
In base al principio di precauzione,
riteniamo che in assenza di certezze e di fronte al rischio per l'integrita'
dell'ambiente naturale, delle popolazioni civili e dei militari a diretto
contatto con l'uranio impoverito, sia un dovere etico fermarsi a riflettere
con serieta' su questi rischi, sospendendo l'utilizzo di questo materiale
fino a quando non sia completamente dimostrata la totale assenza di pericolo.
Il fatto che una risoluzione
delle Nazioni Unite sia passata inosservata mentre il dibattito interno
alla Nato avveniva sotto i riflettori dei mezzi di informazione e' per
noi un preoccupante segnale di indebolimento dell'autorita' delle Nazioni
Unite, un grave sintomo della crisi di una istituzione che ancora oggi
racchiude le speranze di chi non si rassegna all'idea che il mondo debba
essere governato da un'alleanza militare regionale di 19 paesi anziche'
da un'assemblea planetaria di Nazioni. L'accoglimento di questa risoluzione
Onu da parte dell'Europa avrebbe un significato politico che andrebbe molto
al di la' delle conseguenze pratiche della messa al bando dell'uranio impoverito.
Sarebbe un forte segnala di rafforzamento e rivalutazione delle Nazioni
Unite e dei valori da essa rappresentati.
- Aspetti scientifici
Per quanto riguarda il dibattito
scientifico in merito alla pericolosita' dell'uranio impoverito, attualmente
esiste una serie preoccupante di evidenze scientifiche che ci portano a
credere che esista un effettivo rischio per i militari e le popolazioni
civili che entrano in contatto con questo materiale.
In base ai documenti che
abbiamo esaminato, e in base al rapporto presentato dal gruppo di studio
italiano "Scienziate e scienziati contro la guerra" riteniamo che l'uranio
impoverito, sia relativamente innocuo allo stato inerte, diventando pero'
altamente dannoso se, in seguito alla sua combustione o alla sua ossidazione,
viene inalato o ingerito sotto forma di pulviscolo o di ossido. Ai danni
provocati dalla radioattivita' bisogna inoltre aggiungere quelli causati
dalla tossicita' chimica di questo materiale.
Questa tesi, sostenuta da
numerose pubblicazioni scientifiche, e' confermata anche da due filmati
realizzati dalle forze armate statunitensi, intitolati "Depleted uranium:
hazard awareness" e "Contaminated and damaged equipment management operation",
in cui vengono illustrate tutti i possibili rischi di contaminazione e
le necessarie misure di precauzione. Una copia di questi filmati e' stata
messa a disposizione su supporto ottioc per una eventuale consultazione
da parte delle persone interessate.
Un altro punto critico riguarda
l' effettiva composizione dell'uranio impoverito, che può essere
prodotto sia come scarto dalla fabbricazione del combustibile nucleare
che come riprocessamento del combustibile esaurito.
In questo ultimo caso, che
sarebbe confermato da fonti militari, oltre alla presenza di vari isotopi
di uranio vi potrebbero essere anche tracce di elementi transuranici come
il plutonio oltre che di uranio-236, che si produce nei reattori. Nel materiale
informativo allegato a questa relazione abbiamo riportato un documento
del dipartimento dell'energia degli stati uniti, in cui viene confermata
la presenza di plutonio all'interno dell'uranio impoverito presente in
alcuni depositi americani.
In sintesi non basta parlare
semplicemente di "uranio impoverito" ma e' anche importante specificare
qual e' la provenienza di questo uranio, il processo industriale con cui
e' stato ottenuto, e la sua composizione chimica, perche' l'eventuale presenza
di plutonio puo' rendere l'uranio impoverito radiologicamente dannoso anche
in assenza di combustione o ingestione.
- Usi civili dell'uranio
Un vasto settore delle applicazioni
dell'uranio impoverito riguarda anche gli utilizzi civili. L'uranio impoverito
viene utilizzato come contrappeso nelle code degli aerei, negli elicotteri,
nelle chiglie delle navi, nei muletti per il sollevamento dei pancali,
nelle mazze da golf, come additivo in alcuni coloranti e come brillantante
nelle pajettes. Anche in questo caso non basta sapere che si utilizza uranio
impoverito per avere una misura effettiva della pericolosita' di questo
utilizzo, ma bisogna conoscere, oltre alla composizione dell'uranio, l'utilizzo
che viene fatto del materiale. Maggiore e' la possibilita' di ossidazione
e di combustione dell'uranio impoverito, maggiori saranno i rischi e i
potenziali danni per la salute. Anche la quantita' di materiale utilizzato
e' un parametro fondamentale per valutare l'entita' dei rischi potenziali.
In base a questi fattori riteniamo che, per quanto riguarda le applicazioni
a scopo civile dell'uranio impoverito, i rischi maggiori siano legati all'utilizzo
di q
Oltre alla combustione in
caso di incidente va tenuto in considerazione il fenomeno di corrosione
del materiale, che puo' avere come effetto la dispersione nell'aria di
particelle di uranio impoverito, le quali una volta ingerite o inalate
rappresentano una grave minaccia per la salute. Alla luce di questi rischi
sarebbe auspicabile favorire la sostituzione dei contrappesi all'uranio
impoverito con dei contrappesi realizzati con altro materiale, ad esempio
il tungsteno. I costi da sostenere per la sostituzione dei contrappesi
sono solo una minima parte dei costi ambientali e sanitari che si renderebbero
necessari in caso di incidente o di avaria di un aeroplano, con il conseguente
incendio dei contrappesi.
E' auspicabile inoltre che
negli stati membri vengano resi pubblici i dati relativi all'attuale utilizzo
di uranio impoverito all'interno degli aerei di linea, per mettere in condizione
i vigili del fuoco in servizio presso gli aeroporti di realizzare efficaci
misure di prevenzione, dotandosi di attrezzature adeguate al rischio di
contaminazione radioattiva e valutando i rischi connessi al transito e
allo stazionamento di velivoli contenenti uranio impoverito.
Per gli stessi motivi e'
altrettanto importante che i cittadini europei siano in grado di verificare
direttamente quanto uranio impoverito e' presente nei paesi dell'Unione,
quali sono le aziende che importano, esportano, utilizzano o lavorano uranio
impoverito, e in quali settori dell'industria viene impiegato questo materiale.
Consultando via internet
i dati della International Trade Commission americana siamo riusciti ad
ottenere i dati relativi alle importazioni europee di uranio impoverito
dagli Stati Uniti, ma non ci e' ancora dato di sapere la composizione del
materiale, per determinarne il grado di pericolosita', ne' sappiamo in
che modo questo uranio viene impiegato, quali sono le aziende che lo utilizzano,
dove viene immagazzinato, e quali sono le norme di sicurezza per evitare
il rischio di una contaminazione.
- La guerra dell'informazione.
Il 23 aprile 1999, con il
bombardamento della televisione serba RTS, la Nato ha dimostrato che al
di fuori del territorio dell'alleanza la politica di guerra ormai considera
l'informazione, o la censura dell'informazione, come un obiettivo prioritario,
importante quanto le installazioni militari, o forse anche di piu'.
Quello che ci chiediamo e':
perche' per la politica di pace l'attivita' di informazione, di documentazione,
di dibattito, di ricerca non e' un ambito privilegiato di attivita'? Noi
siamo convinti del fatto che se ci fosse stata informazione corretta e
trasparente ora non saremmo col dubbio (come sono in molti) o con la certezza
(come siamo noi) che nei Balcani sia successa una catastrofe umana e ambientale;
tutto questo sarebbe stato fermato, o chiarito, quando si era ancora in
tempo.
Utilizzando dati di pubblico
dominio, abbiamo realizzato delle mappe del Kossovo evidenziando le zone
contaminate dai proiettili all'uranio impoverito utilizzati dalla Nato
durante i bombardamenti. Improvvisamente le nostre pagine internet hanno
registrato un aumento esponenziale del numero di accessi, e solo dopo alcuni
giorni gli stessi dati sono stati diffusi dal ministero italiano dell'ambiente.
Familiari di soldati continuano a scriverci per chiederci dei dati sulle
condizioni dei territori in cui si trovano i loro figli. Aiutando queste
persone il sentimento che si aggiunge a quello della solidarieta' e' quello
della rabbia per la solitudine e la mancanza di informazioni che colpiscono
tutte le persone che vorrebbero sapere qualcosa in piu' sui problemi relativi
alla possibile contaminazione dei loro figli.
Una cosa che sperimentiamo
quotidianamente con la nostra attivita' di volontariato dell'informazione
e' proprio la mancanza di dati concreti a disposizione dei cittadini. Sembra
assurdo che in un paese civile debbano essere dei volontari pacifisti a
tutelare la salute dei militari realizzando in proprio le mappe con i dati
della contaminazione, mentre questo compito spetterebbe alle istituzioni
pubbliche.
Una grande lezione che ci
viene dal dibattito sull'uranio impoverito e' che i rapporti tra le istituzioni
politiche, l'apparato militare, i mezzi di informazione e la popolazione
devono essere improntati alla massima trasparenza, altrimenti si innesca
un meccanismo che porta alla rovina generale, un "effetto domino" che colpisce
tutti, con il rischio di pagare con la salute e con la vita. Quando il
segreto militare uccide dei soldati, si trasforma in alto tradimento.
Riteniamo pertanto che sarebbe
un grave tradimento continuare a negare la risposta ad alcune domande ormai
urgenti. E' tempo di sapere quali sono le armi all'uranio impoverito in
dotazione agli eserciti europei, quante sono queste armi, dove e
come sono state utilizzate in Bosnia e in Jugoslavia. Gli abitanti del
Kossovo, che abbiamo cercato di difendere dalla violenza, hanno il diritto
di sapere quali sono i rischi e le possibili violenze che potrebbero subire
a causa della presenza di uranio impoverito nel terreno, nelle falde acquifere
o in sospensione nell'aria. Se abbandoneremo quelle persone a loro stesse,
senza assumerci la responsabilita' della decontaminazione e del risarcimento
dei danni ambientali provocati dalla nostra azione militare, la nostra
forma di governo non si dimostrera' migliore della dittatura che le bombe
all'uranio volevano abbattere.
Alla luce dei fatti accaduti
finora la struttura, le regole e le dottrine militari, in particolare quella
della sicurezza e della segretezza, devono essere riviste. Oggi i moderni
strumenti di guerra sono profondamente differenti rispetto al passato della
storia dell'uomo. La tecnologia puo' generare processi irreversibili, come
la contaminazione nucleare e chimica, le biotecnologie. Altri scenari che
si stanno delineando possono innescare processi che sfuggono al controllo
degli stessi militari.
Occorre quindi ridiscutere
l'idea di sviluppo, non verticale ma orizzonale, e quella della sicurezza,
costruita con la solidarieta' e non con la violenza e la restrizione. Oltre
che un fatto puramente monetario, il rafforzamento e la coesione dell'Unione
Europea possono essere una grande opportunita' per riscrivere le regole
della pace e dei rapporti internazionali. E' una vostra responsabilita',
signori deputati, fare in modo che i cambiamenti del futuro siano una spinta
e non un freno per il progresso dell'Europa e dell'umanita'. A breve ci
saranno alcune decisioni fondamentali per il futuro dell'UE, come lo sviluppo
della forza europea di reazione rapida, la militarizzazione dello spazio
europeo, i vincoli al commercio delle armi, l'atteggiamento di fronte al
progetto di scudo spaziale degli usa, il monitoraggio dell'ambiente, l'effetto
serra.
Sara' importante ricordare l'insegnamento appreso dall'emergenza ambientale dei Balcani, per evitare che in futuro uno stato possa nuovamente riversare le proprie scorie nucleari su un altro stato sovrano, spacciando questo fatto come un intervento umanitario. Chi e' convinto che la verita' sia un'altra e' invitato a dimostrarlo, per trasparenza verso i cittadini europei e per onesta' verso le popolazioni che raccoglieranno dalla loro terra i frutti dei nostri semi all'uranio. Carlo Gubitosa - Associazione PeaceLink
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o | Pubblichiamo
qui accanto la relazione che oggi Carlo Gubitosa di Peacelink ha tenuto
al Parlamento europeo. PeaceLink leggera' a Strasburgo, in un'audizione
aperta a tutti i parlamentari europei, una relazione scientifica sull'uranio
impoverito.
Alla relazione e' allegato un CD-ROM che contiene il sottosito di PeaceLink in cui e' archiviato tutto il meteriale che abbiamo raccolto e prodotto su questa emergenza. Questa documentazione sara' acquisita agli atti del Parlamento europeo. Tutti i documenti prodotti per strasburgo si trovano in Peacelink. - Altri articoli Nucleare:
visto,
Il
lungo silenzio
Il
decalogo
L'Italia
Nucleare,
l'inquietante
carosello segreto delle fughe e delle scorie
(16 gennaio 2001) Le
news
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