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Un anarchico serbo: la caduta di Milosevic dimostra la forza del popolo
"E' solo un piccolo passo verso la libertà. Ma almeno ora potremo farci sentire anche noi..."
 

di Ratibor T. Trivunac-Rata

    In seguito al collasso del regime comunista, agli inizi degli anni '90, Slobodan Milosevic ed il suo sedicente partito socialista hanno conquistato il potere attraverso l'utilizzo di un pesante nazionalismo. Leader nazionalisti sono apparsi anche all'interno delle altre repubbliche ex-jugoslave e, con un massiccio aiuto degli Stati Uniti e degli altri paesi occidentali, la guerra civile è cominciata in Jugoslavia. Con diverse fasi, l'ultima delle quali conclusasi con la crisi in Kosovo e Metohjia e il bombardamento della NATO nel 1999.

   La guerra ha portato un degrado nella situazione politica ed economica della Repubblica Federale Jugoslava. Il paese era isolato ed espulso da tutte le organizzazioni internazionali e, agli inizi del 1992, gli sono state imposte pesanti sanzioni economiche. Da allora, il reddito pro capite medio è sceso al di sotto di quello dell'Albania, la quale per anni è stata conosciuta come la nazione più povera d'Europa. Recentemente il salario medio in Jugoslavia si aggirava intorno ai 31$, ossia 70mila lire mensili. 

  La guerra ha portato la povertà tra la gente e la mancanza del rispetto dei diritti umani a partire dalla libertà di espressione, e Milosevic ha potuto mantenersi al potere fino all'anno 2000. Fino ai giorni nostri si presentava con una coalizione che raccoglieva il partito della moglie cosiddetto comunista, lo JUL (Sinistra Unita Jugoslava), ed il partito ultranazionalista di estrema destra SRS (Partito Radicale di Serbia), guidato dal famigerato fascista serbo Vojislav Seselj. 
Milosevic non è stato un dittatore nel senso usuale di questa parola. Il sistema politico della Repubblica Federale Jugoslava potrebbe essere meglio spiegato con il termine di democrazia non-liberale. Ci sono sempre state elezioni ogni 4 anni; la maggior parte delle decisioni del governo sono state prese "in accordo con la legge". Quasi tutti i media più importanti erano sotto controllo statale, e attraverso di questi l'opinione pubblica era costantemente controllata. Nuove leggi sono state imposte di volta in volta con il passare del tempo, quel tanto per contenere l'opposizione. I partiti, le organizzazioni ed i gruppi anti-Milosevic non avevano la possibilità di avere influenza sull'opinione pubblica. Le elezioni del 1996 hanno segnato la prima volta in cui il regime è stato costretto a cedere una parte del proprio potere. I partiti dell'opposizione vinsero nelle elezioni locali, ma Milosevic si rifiutò di riconoscere i risultati. Solo dopo diversi mesi di manifestazioni i risultati elettorali vennero riconosciuti.

   Dal 1996 al 2000 non è cambiato niente. Gli standard di vita hanno continuato a precipitare, mentre Milosevic e la propria cricca hanno continuato a divenire sempre più ricchi mentre la maggioranza della gente sempre più povera. Milosevic scelse di non intraprendere una via negoziata con i nazionalisti albanesi del Kosovo. Al contrario diedero avvio ad un'altra guerra jugoslava conclusasi solo dopo i bombardamenti della NATO.
    I bombardamenti non hanno colpito Milosevic e i suoi collaboratori; hanno colpito soltanto la gente comune. I loro posti di lavoro sono stati distrutti, i loro ospedali e le loro scuole bombardate e il nazionalismo, che era in fase di declino costante, ancora una volta è risorto. 
   Nelle elezioni presidenziali che si sono tenute il 24 settembre di quest'anno, due candidati si presentavano come indiscussi favoriti per il successo finale: Slobodan Milosevic e Vojislav Kostunica, candidato dell'opposizione unita che si radunava sotto il nome di DOS (Opposizione Democratica di Serbia). Kostunica è politicamente un nazionalista serbo conservatore. Economicamente è un neoliberista.

   Noi anarchici della Serbia ci siamo trovati di fronte ad una scelta difficile: votare od astenersi? Votare è contro il nostro credo anarchico, in particolare poi votare per un simile politico di destra come Kostunica. Ma alcuni tra gli anarchici qui hanno concluso che con Kostunica presidente noi avremmo avuto più spazi di libertà politica che non sotto Milosevic. Posso essere d'accordo con questo ragionamento. Io comunque non ho votato, ma mi provo rispetto e comprensione per i miei amici anarchici che hanno votato. Ciò che gli anarchici, specialmente quelli che si trovano nei paesi occidentali, devono capire è la situazione nella quale ci trovavamo qui. Non eravamo in grado di pubblicare niente. Non c'era la possibilità di nessuna azione  o attività pubblica; una normale attività politica era per noi solo un sogno.
La notte seguente le elezioni era attraversata da notizie contrastanti. I differenti partiti politici annunciavano risultati opposti. La commissione elettorale non si pronunciava; ma era ovvio, come derivava dalle fonti del DOS e da alcuni uffici di stato dell'SPS, che il DOS aveva vinto le elezioni con una larga maggioranza. Il partito di Milosevic era nella confusione totale. Non erano in grado di articolare una risposta. Durante la notte e per tutto il giorno seguente ognuno tra di loro riportava dati contrastanti. Il loro sito internet prima ha annunciato che Kostunica aveva vinto, ma subito dopo la pagine è stata riscritta.

   Dopo tre giorni di vaste manifestazioni dell'opposizione in Belgrado, il DOS ha proclamato la vittoria di Kostunica al primo turno, annunciando di aver ricevuto più del 50% dei voti.
Chiunque poteva rendersi conto della sconfitta di Milosevic e che il suo era solo il tentativo disperato di mantenersi al potere con ogni mezzo. L'opposizione ha così proposto uno sciopero generale come la via per combattere Milosevic. La maggior parte delle persone ha aderito. Così il 2 di ottobre è cominciato lo sciopero generale.

   Una delle organizzazioni coinvolte, che ha saputo radunare il maggior numero di persone, è stata Otpor (Resistenza). Molti anarchici mi hanno chiesto spiegazioni su questa organizzazione, dal momento che ufficialmente non è guidata da nessun leader ed i loro membri usano mostrare alcuni dei simboli anarchici (tra cui il pugno alzato). Dovrò deludere tutti questi che hanno pensato che questa organizzazione avesse a che fare con l'anarchismo. Otpor è un'organizzazione nazionalista e neoliberista, guidata da alcuni cosiddetti organizzatori che sono leader "de facto" e detengono tutto il potere. Sono stati anche loro finanziati dai paesi occidentali. Ma chiaramente non tutti i membri di Otpor rispondono a questo ritratto. La maggior parte dei giovani ragazzi e ragazze che si sono uniti ad Otpor l'hanno fatto solamente perché questo era il modo più visibile ed efficace per opporre resistenza al regime di Milosevic in questi ultimi due anni.
Noi, anarchici e anarcosindacalisti serbi, abbiamo sostenuto lo sciopero generale, anche se è stato indetto da quella opposizione che noi non sosteniamo. Ma abbiamo sostenuto lo sciopero perché abbiamo pensato, e tuttora pensiamo, che estromettere Milosevic dal potere sia stata la massima priorità dalla quale la gente comune avrebbe tratto beneficio. 

   Gli scioperi sono cominciati in tutta la Serbia, compresa la capitale Belgrado. La città era completamente chiusa, le vie principali sbarrate dagli autobus e dai tram anch'essi paralizzati. Gli studenti delle superiori e delle università si sono uniti alle proteste. La strategia proposta dagli scioperanti è stata quella di mettere fuori servizio i media via etere (che specialmente a Belgrado sono per la maggior parte sotto il controllo statale). Milosevic era in preda al panico, è stato costretto ad apparire alla televisione e ad accusare che  tutta la gente che stava scioperando era pagata dalla NATO.

   In alcuni punti della città la polizia ha cominciato a picchiare la gente e questo è stato il miglior segno che Milosevic stava perdendo il controllo. Ma arrivavano anche buone notizie: in alcuni punti la polizia si era rifiutata di pestare i dimostranti, e questo dimostrava che il sistema di Milosevic stava implodendo. A Leskovac 7mila minatori sono scesi in sciopero davanti alle miniere, fronteggiati da 2mila poliziotti armati, ed hanno subito aggressioni ed arresti. L'elettricità in alcune parti di Belgrado era stata tolta, questo per indurre l'opinione a credere che la colpa fosse dei minatori che non assicuravano più carbone. Noi però avevamo appreso dai sindacati indipendenti di settore che ce n'era a sufficienza di elettricità e si trattava solo di una messa in scena. 
   Nelle piccole città la situazione era anche migliore per gli scioperanti, in alcune sedi locali della RTS (Radio Televisione Serba, di stato) avevano smesso di passare le informazioni di stato e cominciato ad informare la gente sulla reale situazione in Serbia. Nostri amici anorcosindacalisti della piccola città di Cacak, ci hanno raccontato che lì era tutto bloccato, l'unica istituzione che funzionava era una scuola elementare occupata dalla polizia. Anche le principali autostrade erano bloccate…

   Noi anarchici eravamo attivi soprattutto sul versante delle proteste studentesche. Abbiamo anche discusso con toni accesi con gli organizzatori di Otpor, avidi solo di apparire davanti ai media, autoproclamatisi alla testa delle proteste senza avere la minima idea su come si porta avanti una protesta. Inoltre abbiamo avuto anche altri problemi con loro, quando abbiamo esposto le nostre bandiere rosse e nere, ma dal momento che eravamo determinati e consapevoli di essere nel giusto, gli altri manifestanti ci hanno sostenuto e siamo riusciti ad innalzare le nostre bandiere in mezzo alla folla. Noi eravamo convinti che senza un'idea la protesta non avrebbe portato a niente, così abbiamo trovato un accordo e abbiamo offerto il nostro contributo alle proteste studentesche mettendo a disposizione la nostra esperienza e mettendole in relazione con le altre unioni indipendenti della Serbia. Noi avevamo contatti con alcune testate che erano sotto il controllo di Milosevic ed avevamo capito che se la gente aveva intenzione di impossessarsi dei media, l'unica via percorribile era che i lavoratori stessi di quei media avessero dovuto impossessarsi delle loro redazioni e dei loro uffici.

   Il terzo giorno di proteste eravamo carichi di entusiasmo per ciò che c'era in programma, ossia che sopraggiungesse a Belgrado gente da tutto il resto della Serbia per contribuire a paralizzare la città. Ma la gente si era anche organizzata perché anche gli scioperi e le occupazioni nelle restanti città continuassero.
Lo stato poi ha commesso un altro passo falso, disponendo che un professore fascista assai conosciuto divenisse il nuovo rettore della facoltà di filosofia dell'università di Belgrado, conosciuta come l'epicentro di tutte le manifestazioni e le proteste contro lo stato e l'autorità. Noi studenti della facoltà di filosofia, d'accordo sull'occupare l'università giorno e notte, eravamo decisi ad impedire che le lezioni riprendessero finché non fosse dislocato un altro rettore. Così io ed altri 20 studenti, abbiamo trascorso tutta la notte e la mattina seguente svegli nell'università ad impedire che questo rettore potesse entrare. I docenti, in seguito ad un'assemblea, hanno deciso di sostenerci e non avrebbero riconosciuto quel rettore e avrebbero scioperato con noi fino a che questo rettore non fosse stato sostituito.
Il 4° giorno è stato quello cruciale per Milosevic. Cominciato al mattino, si sentiva nell'aria che qualcosa di grosso sarebbe successo. Era chiaro che la gente ne aveva abbastanza di Milosevic e del suo regime. 
 

   Alla fine della giornata tutte le stazioni televisive e gli altri edifici dei media erano sotto occupazione dei lavoratori stessi. La televisione statale per la prima volta in 10 anni ha cominciato a diffondere notizie negative su Milosevic ed in breve tempo tutto era finito. La commissione elettorale ha annunciato che avevano commesso un errore e che il candidato dell'opposizione aveva vinto. Milosevic è apparso alla televisione ammettendo la sconfitta e che per il futuro avrebbe speso più tempo in compagnia di suo nipote.

   A questo punto possiamo dire che sono state poste le fondamenta per un nuovo stato democratico. Noi ci manteniamo ancora fermamente sulle nostre posizioni anarchiche, combatteremo questo stato tanto tenacemente come potremmo combattere qualsiasi altro stato. La differenza sta solo nel fatto che adesso saremo in grado di organizzare la nostra campagna contro di esso in tutt'altra maniera. È già stato detto che la Repubblica Federale Jugoslava si accorderà con il Fondo Monetario Internazionale, noi siamo già pronti per opporci a questo.

   Cos'hanno dimostrato questi scioperi generali? Hanno dimostrato che il concetto di sciopero generale non è ormai superato come alcuni anarchici anche hanno detto. Hanno dimostrato che quando il popolo è riunito sotto lo stesso obiettivo (in questo caso rimuovere Milosevic dal potere) e quando crede nella solidarietà e nel mutuo soccorso, tutti gli obiettivi sono possibili. Finalmente, hanno dimostrato che il movimento dei lavoratori esiste ancora e continuerà ed esercitare la propria pressione in vista di un cambiamento rivoluzionario della società. Senza il supporto i minatori di carbone e tutti gli altri lavoratori di Cacak niente sarebbe successo durante l'ultimo giorno di proteste.

   Non c'è dubbio che la nostra società ha compiuto un passo verso la libertà; ma , dalla nostra prospettiva, questo è solamente un solo e piccolo passo. Per raggiungere il nostro obiettivo di una società libera senza autorità illegittime, divisioni di classe e sfruttamento, dobbiamo combattere ancora di più. E solo allora l'idea di un mondo libero prevarrà! 
 
 

(Traduzione a cura di Michelangelo Severgnini
per la trasmissione "Ostavka!" in
onda tutti i venerdì dalle 18.20 alle 19.20
sulle frequenze di radio
Onda d'Urto (98.00 Milano, 106.5 Brescia)).

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