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Belgrado e i retaggi occidentali
Non serve il fiato di Paesi Nato sul collo
della Jugoslavia. E Matvejevic ha ragione:
"Solo il popolo serbo, non il tribunale
dell’Aja, potrà farla finita politicamente con Miloševic"
(4
ottobre 2000)
Ad alcuni le proteste e le manifestazioni di questi giorni in Serbia ricordano le manifestazioni del 1996. In quegli anni la coalizione di opposizione Zajedno lottava per strappare al regime di Miloševic le amministrazioni comunali. Speso gli scenari nella ex-Jugoslavia si ripetono o perlomeno sembrano del tutto simili. Una cosa va detta però, nel 1996 si vedevano sventolare nelle piazze le bandiere a stelle e strisce, quelle stesse bandiere dipinte sui caccia della NATO durante i bombardamenti dello scorso anno. In questi giorni le bandiere americane non sventolano nei cortei, anzi il candidato dell’opposizione Koštunica ha ripetutamente preso le distanze da qualsiasi ingerenza straniera. Tuttavia è risaputo che buona parte dell’opposizione ha ricevuto aiuti economici dall’Occidente. Ma c’è di più: la UE e gli USA non hanno ancora smesso di urlare a gran voce la cacciata di Miloševic, annunciando anzitempo la vittoria dell’opposizione e promettendo, più o meno sotto forma di ricatto, la fine delle sanzioni. Questo atteggiamento occidentale non sembra favorire di certo la credibilità dell’opposizione e il difficile lavoro che sta cercando di fare per dare una svolta al paese. Questo tipo di cambiamenti non accadono così facilmente e immediatamente, basti pensare al lento procedere verso una stabilizzazione democratica da parte della Croazia del dopo Tudjman. Quello che sicuramente non è necessario è il fiato sul collo dei partner occidentali, tutti intenti a osannare un’opposizione che spesso non nasconde il proprio orgoglio nazionalista. Ad ogni modo un fatto è certo, come sottolineava bene Matvejevic in un’intervista rilasciata al manifesto (3-10-2000), «solo il popolo serbo, non il tribunale dell’Aja, potrà farla finita politicamente con Miloševic». Come può
essere in effetti credibile il Tribunale Internazionale dell’Aja dopo l’assoluzione
della NATO per mancanza di prove e l’incriminazione di Miloševic durante
i "bombardamenti umanitari"? Perché non lasciare una buona volta
che sia il popolo a decidere la propria sorte? È la prima volta,
dopo la dissoluzione della Jugoslavia, che un candidato dell’opposizione
in Serbia riceve un così largo consenso popolare, perché
non lasciare, allora, giocare questa partita politica agli attori principali,
cioè la gente che ogni giorno si riunisce nelle piazze?
Non sto difendendo
Miloševic, non mi si fraintenda (scoccia ogni volta fare questa precisazione
che tende a prendere le distanze da una facile logica manichea). Si tratta
solamente di porre delle domande, sollevare degli umili interrogativi su
quello che in Europa sta accadendo. Perché i Balcani, almeno culturalmente,
sono sempre Europa.
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