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"A Belgrado ci siamo liberati di un potere barbaro e mafioso"
Svetlana Djuric (Otpor!) replica alle accuse "nostalgiche" di una certa sinistra italiana
 

di SVETLANA DJURIC

    E' molto probabile che gli Stati Uniti abbiano contribuito alla disintegrazione della Jugoslavia unita. Ma posto che sia stato veramente così, chi era nelle condizioni di favorire il raggiungimento del loro obiettivo? La risposta è di una chiarezza lampante: coloro che erano al potere al momento della disgregazione della Jugoslavia nelle repubbliche costitutive: Milosevic, Tudjman, Izetbegovic, Kucan. Da quando il nuovo presidente croato Stipe Mesic è entrato in possesso
della documentazione segreta non restano più dubbi circa la natura dei negoziati che i due "belligeranti" condussero tra il '91 e il '92....

   Kostunica e tutti gli altri rappresentanti dell'Opposizione Democratica di Serbia  si trovavano a quei tempi assai lontani da qualsiasi potere politico, e per questo non possono aver influenzato nessuno di questi eventi e sviluppi.
Sempre più persone qui in Serbia arrivano a capire che se c'è stato qualcuno nelle condizioni di "vendere" questo paese ed il suo interesse nazionale a qualche potenza straniera quello è stato Milosevic e nessun altro che Milosevic.
   E' quanto mai vero che il popolo serbo ha perso via via la speranza in questi anni. I nostri figli sono stati ripetutamente mandati a combattere guerre che l'attuale Jugoslavia sulla carta noi ha mai combattuto. Nel momento in cui adempivano al regolare servizio militare, che è un dovere per ogni cittadino in ogni paese, essi sono stati presentati come "uno dei tanti eserciti" che non aveva niente a che vedere con la Jugoslavia, i loro documenti militari sono stati distrutti, bruciati davanti ai loro occhi con l'intenzione di preservare la falsa immagine percui "la Jugoslavia non ha avuto niente a che fare con quella guerra". Sono stati a più riprese abbandonati in Bosnia e Croazia senza ufficiali comndanti, senza cibo, senza medicine.
   L'esercito ha poi ostentato un candido "noi non sapevamo niente di loro". Quando sono stati feriti o uccisi, le loro madri hanno preteso invano la verità dal Ministo della Difesa e ancora la stanno aspettando. 

   Sì, molte persone sono senza un lavoro qui, ma non a causa della NATO, ma per colpa delle irresponsabili politiche di Milosevic. Ci sono stati dei momenti qui in cui non avevamo suffcienti alimenti, medicine, gas di riscaldamento - cosa quanto mai vera - ma contemporaneamente la mafia di Milosevic non ha mai cessato di accrescere il proprio capitale ed i propri tentacoli, suo figlio e sua figlia costruivano i propri affari. Solo un piccolo esempio: in Kovacica, una piccola cittadina in Vojvodina per lo più abitata dalla minoranza slovacca, vi è una fabbrica che produce zucchero. La loro produzione è stata fiorente per anni, basata economicamente sul fatto che lo zucchero cresce in abbondanza in quella regione ed i costi per il trasporto del prodotto non trattato sono molto bassi. Così l'anno scorso la moglie di Milosevic, Mira Markovic, ha deciso che lo zucchero non trattato dovesse essere importato da qualche altra industria estera. I lavoratori di quella fabbrica dissero che non avevano mai lavorato lo zucchero fino a quel momento, questo in ragione di un altro accordo, presumibilmente con la produzione cubana. Loro infatti producevano una gran abbondanza di zucchero al di fuori di quel prodotto grezzo. In ogni caso, quella eccedenza non ha potuto essere venduta in nessun mercato regolare dal momento che non era stata precedentemente venduta. Ai lavoratori fu comunque detto che quello zucchero in
eccedenza era stato esportato. Loro lo hanno chiamato lo zucchero di Mira. Ma quando ad un certo punto in quella piccola cittadina non vi era più un solo cucchiaio di zucchero, i lavoratori non erano più in grado di comprare la sia pur minima quantità di zucchero dalla loro fabbrica, nonostante sapessero bene che stava conservato in cisterne all'interno dei magazzini. Ma era lo zucchero di Mira, e nessuno potè toccarlo.

   Quasi tutti in Serbia hanno vissuto esperienze simili durante gli ultimi 10 anni. Questo è il motivo per il quale tutti ne avevano abbastanza del "socialismo" di Milosevic. Questi sono i motivi per i quali tutti hanno capito che la sua era una sinistra solo a parole, che a lui non importa niente di alcun discorso ideologico, se
non dell'ideologia che preferisce: "Io al potere".

   Etichettare tutti coloro che non sono per questo tipo di politica come "fascistoidi" è un comportamento tipico di Milosevic e dei suoi amiconi. Mi dispiace scontentare l'autore di questo testo. Ad ogni modo, tra coloro che si trovavano di fronte al Parlamento quel pomeriggio, dalla sera e per tutta la notte, io ho riconosciuto, abbracciato e baciato la maggior parte dei miei amici, vicini, parenti, persone che non vedo tanto spesso, compagni di scuola a partire dalle
elementari fiono al periodo del liceo e all'univeristà, persone che come me hanno soffero sotto Milosevic la tortura della sua polizia. Siamo quindi tutti appartenenti a squadroni fascistoidi? Quindi io dovrei essere completamente ignorante! La mia idea di uno squadrone fascista si è sempre basata sulle immagini presentatemi durante la mia educazione (terminata nel periodo pre-Milosevic), sulle immagini viste nei documentari internazionali di quel periodo e, sì, nelle immagini viste in quella grande opera cinematografica di Bertolucci, "Novecento". 
   Le distruzioni ed i saccheggi avvenuti all'interno del Parlamento sono stati condannati da noi tutti profondamente. Molto più di quanto gli stranieri abbiano potuto rendersi conto. Io sono venuta al mondo ad un isolato di distanza da quell'edificio e ho speso tutta la mia vita abitando nelle vicinanze.
  Se non fosse altro, per la semplice ragione che quell'edificio significa molto per me. Lo stesso vale per la Tv di stato. Come edificio, intendo. Poiché noi pensavano questo rispetto alle rispettive istituzioni contenutevi: quelle sono state demolite entrambe parecchio tempo fa da Milosevic e dal suo regime.         Personalmente io ho trascorso ore e ore di lavoro nell'edificio della Tv di stato, sottotitolando film e drammi jugoslavi in inglese per i festival internazionali. Ora
quella parte dell'edificio non esiste più. La NATO l'ha bombardata e io non glielo perdonerò mai. Ma aggiungo: non perdonerò mai nemmeno Milosevic per aver servito alla NATO il pretesto per farlo ed il direttore generale ed il capo editore della Tv per aver deliberatamente sacrificato 16 giovani vite dello staff tecnico quella notte, nessuno dei quali connesso con qualsivoglia attività politica o giornalistica.
   Voglio aggiungere una cosa: qualsiasi cosa sia successa proprio in quel giorno, il 5 ottobre scorso, rappresenta un prezzo minore, sebbene molto triste per noi, se paragonato a tutte le distruzioni materiali, morali e spirituali che questo paese e l'intera ex-Jugoslavia hanno subito a partire dal 1989 a causa di Milosevic e della sua irresponsabilità e delle sue politiche autarchice, nazionaliste e ostinate. Abbiamo sempre temuto che il prezzo da pagare sarebbe potuto essere ben maggiore. Nessuno qui a Belgrado si rallegra per una singola finestra rotta, quanto piuttosto siamo tutti sollevati per non aver dovuto pagare più di questo. Come madre di due figli, uno dei quali in prima linea al fronte nel '92 quando aveva solo 19 anni e che ha dovuto reindossare l'uniforme la scorsa primavera, sono felice per tutte quelle donne i cui figli, mariti, fratelli non dovranno più combattere neanche più una delle annuali guerre perse di Milosevic. Potete voi occidentali che vi dichiarate di sinistra capire che siamo stanchi ed esausti della folle avventura politica in cui Milosevic ci ha condotto tenedoci tutti come ostaggi delle sue malate ambizioni e di quelle della moglie?

   Non ho sentito né testimoniato di nessuno esposto alla violenza vicina al linciaggio. Esiste una verità, comunque. Tutti coloro che si sono dovuti misurare con la rabbia di qualcuno o addirittura subire maltrattamenti durante questi giorni, e giudico secondo i casi da me conosciuti, questi sono stati episodi riconducibili a motivazioni strettamente personali e nient'altro, e sono per altro tutte state
meritate attraverso precedenti comportamenti da parte di coloro che adesso hanno la peggio. Non difendo né giustifico tali "giustizie personali" o "rese dei conti", ma posso capire che qualcuno che abbia dovuto sopportare angherie per anni,  semplicemente non possa controllare se stesso... nella stessa misura in cui è avvenuto come aspetto negativo descritto in "Novecento", ma qui non una singola
persona è stata uccisa.
   Piuttosto ciò che sta avvenendo è che i membri della JUL (quasi la maggioranza) e dell'SPS stanno ansiosamente affannandosi a passare dall'altra sponda, dal momento che non sono mai stati ideologicamente di sinistra, ma semplicemente hanno un innato istinto a vivere vicini al potere e ad usufruire di tutti i vantaggi che questo comporta. Ora hanno capito che essere membri di qualche partito democratico può consentire loro di continuare a godere di certi benefici e stanno semplicemente cambiando il colore della loro bandiera, senza vergogna.

   Riguardo ai paragoni storici, se proprio, Milosevic può essere paragonato a Stalin, Mussolini... forse non proprio Hitler, ma certamente non all'arcivescovo Makarios. Milosevic ha amato i serbi tanto quanto Tudjman ha amato i croati e Izetbegovic i bosniaci musulmani: ossia qualcosa molto prossima allo zero. Tutti e tre hanno abbracciato esclusivamente la suprema immagine di vedere se stessi al
potere, tutto il resto per loro è stato di minor importanza. Alla testa di uno stato che dice di amare il proprio popolo, un essere umano che dice di amare gli esseri umani, mai può arrivare ad intraprendere guerre del tipo di quelle intraprese.
   Quanto scritto a proposito della Tv di stato è falso: chiunque lo può accertare semplicemente guardandola. Prima del 5 ottobre non solo coloro che non erano compresi nella nomenkletura di Milosevic non potevano apparire sullo schermo, ma quell'organo di stampa, finanziato attraverso il canone dei cittadini imposto dietro la minaccia di togliere l'elettricità, è stato uno strumento usato per demonizzare tutti noialtri, comuni cittadini, che non applaudivano al regime.
   Durante il periodo pre-elettorale nessuno spot, nemmeno a pagamento, poteva essere trasmesso dai partiti eccetto per la JUL e l'SPS. Ora l'SPS ha un adeguato spazio nel palinsesto. Ivica Dacic, tanto per citare, portavoce di Milosevic e persona influente, ha potuto condurre una trasmissione in piena autonomia questa settimana illustrando i progetti del suo partito in vista del prossimo congresso. Forse questo significa "non essere nelle condizioni di esprimersi"? Potete crederlo oppure no, la notte del 5 ottobre ho immediatamente capito che tutto doveva essere stato adeguatamente pianificato in anticipo ed io ero estremamente felice di questo. E questa io la considero una prova che quelle persone, compreso il sindaco di Cacak che ho avuto il piacere di conoscere personalmente, sono di gran lunga più responsabili e serie nei loro impegni assunti e non rischierebbero
mai nemmeno una singola vita. Per questo hanno avuto successo con il minor danno possibile. E questa è una cosa che solo noi che viviamo qui e che conosciamo la situazione possiamo dire. Se questa azione non fosse stata così pianificata in tutti i minimi dettagli... non oso pensare a cosa sarebbe potuto succedere conoscendo Milosevic e la sua prontezza nell'usare la forza contro le persone (sembrerebbe che durante la giornata del 5 ottobre, Milosevic abbia ripetutamente ordinato a Nejbosa Pavkovic, capo di stato maggiore dell'esercito, di
aprire il fuoco sulla folla. Destino ha voluto che questi si sia strenuamente rifiutato, ndr). In tutti questi anni, mentre il mondo gridava a proposito della pulizia etnica qui e là, noi, cittadini di Belgrado e della Serbia sapevamo benissimo che le unità speciali di Milosevic ed i paramilitari stavano nient'altro che combattendo una
battaglia contro noi stessi, cittadini di Serbia che siamo stati da sempre i peggiori nemici di Milosevic.

   Il presidente Kostunica è capace di rispondere per se stesso e le sue azioni parlano anche meglio. Per quanto riguarda la sua politica estera una cosa a me ha detto molto: il primo giorno di lavoro ha nominato consigliere personale per gli affari esteri un esperto diplomatico dell'ex-Jugoslavia, proprio quella persona che ha ricoperto la stessa carica fino al periodo '91-'92, quando il collaboratore di Milosevic, Branko Kostic, lo aveva silurato prendendone il posto e divenendo così
l'ultimo capo di stato della ex-Jugoslavia, vedendo in lui un ostacolo al progetto di Milosevic di disintegrazione del paese.

   Anche se quella in cui stiamo cadendo fosse una trappola, come dice Grimaldi, non abbiamo forse il diritto di cadere nella nostra propria trappola? Forse dopo così tanti anni di piacevole comunismo, socialismo
o come diavolo vogliate chimarlo, abbiamo voglia ora di soffrire sotto
qualcosa di diverso. Perché piuttosto non provano ad insediare un simile sistema sedicente di sinistra nei loro rispettivi paesi? O perché almeno non hanno mai deciso di venire ad abitare in qualche paese socialista? Dev'essere molto comodo essere un intellettuale di sinistra e vivere in qualche graziosa e servitissima città occidentale. Se fosse vero che noi siamo stati tutti pagati, ed io sono una dei membri fondatori di Otpor, potrebbe qualcuno tra coloro per i quali io
avrei lavorato essere così gentile da raccogliere e restituirmi la parte di denaro che mi spetta? Essendo state tutte demolite le mie precedenti attività (quelle con le quali mi guadagnavo da vivere nel periodo pre-Milosevic), apprezzerei molto qualsiasi guadagno economico, in particolare lo pretendo ora che qualcuno mi ha etichettata come venduta.

   Per coloro che non lo conoscessero: Otpor ha bandiere nere, ma le ha anche bianche e rosse. Il pugno in sé probabilmente irrita così tanto i sedicenti uomini di sinistra proprio perché è lo stesso pugno visto così tante volte prima che arrivasse a rappresentare Otpor (=resistenza) a partire dalla guerra civile di Spagna. Per noi, esso simboleggia la resistenza delle piccole buone persone, il "Signore degli anelli" contro l'eterno male. Questo è ciò che il pugno significa per noi.
E' inevitabile che in tutti gli eventi politici che avvengono nel mondo le altre forze politiche internazionali o i semplici individui cerchino di identificare alcuni dei propri interessi. Sta a noi ora scavalcare noi stessi ed i nostri interessi nazionali contro tali abusi. E abbiate fiducia in noi: abbiamo imparato un'amara lezione e non saremo d'ora in poi una facile preda per nessuno.

   Per quanto riguarda i saccheggi che la mafia, secondo l'autore, si starebbe apprestando ad effettuare in Jugoslavia: nessuna nazione ha vissuto così duramente un feroce saccheggio mafioso come già avvenuto qui da noi. Dopo la mafia di Milosevic, dopo gli affari del figlio, dopo il raket dell'intera economia del partito JUL della signora Markovic, cos'altro ci può capitare? Dopo tutto: non è ancora sufficientemente chiaro che la principale ragione della contesa con Djukanovic è la battaglia sui canali del traffico di sigarette sui quali Marko Milosevic voleva conquistare il predominio? Così come la ragione più plausibile che il conflitto con gli spacciatori di droga albanesi del Kosovo per il controllo dei traffici abbia portato allo scontro.
   Neanche l'amministrazione degli Stati Uniti in tutti i loro maldestri tentativi di apparire ha mai accennato ad una simile somma come l'autore riporta. La cifra di chi hanno parlato si aggira intorno ai 70 milioni di dollari e di quella somma, come tutto il mondo sa, forse solo il 10% ha varcato i confini di Washington. Per quanto riguarda quelle persone che sono membri del G17plus e ora stanno lavorando nella
Banca Mondiale e nel Fondo Monetario Internazionale a Washington: noi siamo molto orgogliosi di loro. Essi sono alcuni dei nostri migliori economisti, esperti che sono stati costretti a lasciare il paese durante gli anni passati e che hanno deciso volontariamente ora di aiutare il loro paese e la loro nazione ora che è completamente nel bisogno. Nel loro caso è puro patriottisno. Abbiamo vissuto anni e anni di esclusione dal mondo. Ma ci ricordiamo ancora di quando un tempo
anche noi eravamo parte del mondo. Eccetto per Milosevic e la sua cricca, i quali hanno avuto tutto da guadagnare nel controllo di stato del contrabbando, tutti qui preferiscono l'inclusione che l'esclusione al mondo occidentale.

   E se invece il partito avesse capito benissimo ciò che invece Grimaldi vuol arrivare a dire? Quale sarebbe la mossa suggerita? Spero sinceramente che nessuno arrivi ad avere il mito di importare la rivoluzione da questa parte del mondo... Lasciateci dire che dopo aver provato il socialismo reale ed il nazional-socialismo reale di Milosevic, noi apriamo ora più ad un modello di società e di giustizia sociale simile a quello svedese.

   P.s. Non c'è stato per lo più alcun bisogno che qualcuno al di fuori della Serbia dovesse essere coinvolto per rompere la posizione SPS/JUL e destituire Milosevic. La realtà è: loro erano ormai consumati dall'interno. Una volta divorate tutte le risorse economiche disponibili all'interno del paese, si sono trovati a fronteggiare una seria crisi sulla loro linea. Non c'è stato bisogno che la CIA o qualsiasi altra agenzia intervenisse. La situazione si è sbloccata da sola per lo più dall'interno (vedi il fenomeno croato del crollo improvviso dell'HDZ di Tudjman, ndr).

(A cura di Michelangelo Severgnini 
per la trasmissione "Ostavka!" in
onda tutti i venerdì dalle 18.20 alle 19.20
sulle frequenze di radio
Onda d'Urto (98.00 Milano, 106.5 Brescia)).



o Anche se non è consuetudine giornalistica, abbiamo ritenuto di pubblicare questo scritto/testimonianza della crisi jugoslava vista dall'interno, nonostante in realtà fosse nato come replica a una lettera del giornalista 
Fulvio Grimaldi 
al quotidiano Liberazione. 
Ci sembra giusto dare spazio a questa testimonainza perché risponde
a prese di posizione o a perplessità piuttosto diffuse in alcuni settori della sinistra italiana
circa i fatti di Serbia.
Ringraziamo Michelangelo Severgnini, curatore della trasmissione Ostavka! di Radio Onda d'Urto per averci passato questo materiale.
Qui sotto riportiamo la stessa introduzione 
alla lettera fatta 
da Ostavka!

Quanto segue non corrisponde necessariamente al pensiero di Ostavka!
tuttavia ci è sembrato opportuno tradurre e diffondere la lettera che
Svetlana Djuric ha deciso di farci pervenire in risposta alla lettera
del giornalista 
Fulvio Grimaldi 
alla redazione di Liberazione. 
L'invito caloroso che rivolgiamo a quanti, soprattutto "a sinistra" vogliano
occuparsi di Balcani, è di usufruire di fonti più genuine e legate alla vita comune e al sentire comune della gente jugoslava, senza basarsi
sulla realtà filtrata (operazione giornalisticamente discutibile) degli
uffici stampa di qualsivoglia establishment. Vogliamo piuttosto
ribadire, come da noi raccolto, che la realtà conclamata dell'opinione
pubblica jugoslavia è ben lontana dalla romantica visione dipinta dal
Grimaldi, ormai l'attesa del benessere è considerata una priorità da tutti, che non sanno che farsi dell'ideologia socialista o comunista che sia. Apprendiamo questo dato senza alcuna euforia certamente, ma proprio in quanto ormai assunto da noi il reale stato delle cose, vogliamo intraprendere ora una nuova battaglia nella Jugoslavia, la
stessa portata 
avanti e testimoniata a Praga lo scorso settembre, entro
uno scenario di transizione economica ormai irreversibile se non a
costo di ulteriori menzogne e massacri, cosa che non siamo disposti
a sostenere.

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(6 novembre 2000)

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