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E
quattro anni dopo la stampa scopre l'affare Telekom Serbia
Se i siti di volontariato danno notizie
sui Balcani sfuggite ai professionisti dell'informazione...
di LUKA ZANONI Nell’agosto del 1997 mi trovavo a Belgrado, era la mia prima visita alla capitale jugoslava. Ricordo che nel conoscere nuove persone e presentandomi come italiano, non di rado, mi veniva rinfacciato, con una battuta di spirito che proprio il mio paese si era comprato una rilevante quota della Telekom Srbija. Ricordo anche il mio ignaro stupore di quanto andavano dicendo. Non sapevo infatti che qualche mese prima, nel giugno 1997 appunto, era andata in porto la vendita del 49% della Telekom Srbija (20%alla OTE greca e il 29% alla Telecom italiana). Quindi la prima notizia riguardo questo affare era già nota quasi quattro anni fa, perlomeno oltremare. A quel tempo nessuno mi parlò esplicitamente di tangenti, ma alcune allusioni erano evidenti. Ora, quando ormai e a distanza di ben quattro anni, la notizia viene fatta rimbalzare su tutta la stampa italiana con forte imbarazzo e nervose smentite da parte dei nostri ministri, per alcuni di quelli che da tempo si occupano di questioni balcaniche la cosa non fa che sorridere, se pur amaramente. Per dovere di cronaca è quantomeno necessario segnalare che siti, come Notizie Est per esempio, da lungo tempo seguono l’affare Telecom, scrivendo grosso modo le stesse cose che tutta la stampa risvegliata si è messa a pubblicare in questi giorni. E pensare che si tratta di giornalisti professionisti e pertanto pagati, mentre chi si occupa e scrive di tali questioni, anche con largo anticipo, lo fa per libera iniziativa e senza vedere il becco di un quattrino. Bisognerebbe riflettere su cosa significa fare informazione e in particolare cosa significa una libera informazione. Spesso infatti la stampa ufficiale strilla in prima pagina informazioni e notizie che, in ambienti non professionali, si conoscono già da tempo. Se la stampa italiana ha impiegato ben quattro anni per scrivere qualcosa sull’affare Telecom, chissà quanto tempo impiegherà per informare il pubblico italiano sull’ambigua figura di Dragos Kalaijc, sedicente esperto di geopolitica, ospite di varie trasmissioni televisive e in strette relazioni con ambienti sia della sinistra che della destra italiana? Chissà quando pubblicheranno qualcosa riguardo tutte le altre operazioni finanziarie che il nostro paese esegue nei Balcani? Eppure basterebbe
di tanto in tanto dare un’occhiata alla stampa balcanica, ma c’è
qualcuno tra i "nostri" giornalisti che conosce il serbo-croato, il macedone,
il bulgaro, l’albanese, il ceco, l’ungherese, il romeno, eccetera?
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