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________________________________________di
Sergio Finardi_________
Il
viaggio dell'uranio impoverito verso i teatri di guerra passa attraverso
svariati paesi, ma qui vedremo solo alcune società che hanno un
ruolo determinante nell'armamento Nato e di conseguenza nella rovina umana
ed ecologica di due intere regioni, il Golfo e i Balcani.
Senza
dimenticare paesi come la Francia o la Russia, abbiamo visto che per la
produzione e il trattamento dell'uranio impoverito (Du) e di prodotti correlati
un ruolo fondamentale hanno società britanniche e statunitensi (British
Nuclear Fuels Plc, la sua sussidiaria statunitense Bnfl Inc. e ancora le
statunitensi Gts Duratek inc, Manufacturing Sciences Corp e Starmet Corp),
almeno per quanto concerne ciò che è finito poi nel Golfo
e nei Balcani.
Per
la produzione di munizioni al Du e "intelligenti" usate nei Balcani e nel
Golfo, prenderemo in considerazione tre società Usa e una società
italiana, ora sotto controllo francese, produttrice di esplosivi e di un
particolare detonatore di cui vedremo. Le prime due società si chiamano
Aerojet e Alliant TechSystems Inc.
La
Aerojet, fondata nel 1942 da Theodore von Karman, costituisce lo spezzone
principale della General Corporation (fondata nel 1915) ed ha ora il suo
quartier generale a Sacramento (California) e filiali o siti produttivi
in vari stati, tra cui il Tennessee e il Colorado. La Aerojet è
nel tempo divenuta, oltre che produttrice di prodotti chimici e farmaceutici,
uno degli elementi fondamentali del complesso militar-industriale statunitense.
La Aerojet (così come la società madre) ha nel suo consiglio
di amministrazione una compatta presenza di uomini provenienti dagli stessi
settori in cui opera. Presidente e amministratore delegato della GenCorp
è Robert A. Wolfe, che è anche presidente della Aerojet,
già vicepresidente della società costruttrice di motori d'aereo
Pratt & Whitney, divisione della United Technologies. Le vendite totali
Aerojet del 1999 ammontavano a circa 915 milioni di dollari ed impiegava
nello stesso anno circa 3.000 persone.
La
Aerojet è inserita in vari "mercati", da quello spaziale e missilistico
(è stata parte integrante della cosiddetta Strategic Defense Iniziative,
le guere stellari reaganiane, e ora della ridimensionata National Missile
Defence) a quello, appunto, del munizionamento. In tale mercato è
presente - tra l'altro - sia nel segmento delle "bombe intelligenti" (con
il sistema Sense and Destroy Armor, Sadarm, prodotto insieme alla Alliant),
sia nel segmento delle munizioni Hei (ad alto potenziale esplosivo e incendiario)
e di quelle Api (perforanti e incendiarie), che erano prodotte anche dalla
Honeywell prima che cedesse alcune attività legate al militare e
desse corpo ad una società autonoma, appunto la Alliant Techsystems
Inc, che ha continuato la produzione. La Aerojet fu però la prima
ad introdurre, verso la metà degli anni 70 e nei suoi impianti di
Jonesborough, in Tennessee, l'uso del Du per tali munizioni e a lei spetta
dunque tale vergogna, di cui peraltro va molto fiera. Il munizionamento
della Aerojet e della Honeywell venne usato sia per i carri M1 ed altri
veicoli da combattimento che per gli ormai tristemente famosi aerei d'attacco
A-10 (entrati in servizio nel 1975) e A-10 Thuderbolt II ("Warthog"), prodotti
dalla Fairchild Republic Co, compagnia che aveva tra i suoi dirigenti nientemeno
che von Braun. Proprio la serie degli A-10 monta il cannoncino a sette
canne Gau-8/A Gatling da 30 mm (prodotto un tempo dalla Martin Marietta
Armament Systems, già della General Electric ed ora dalla Lockheed
Martin) che spara, tra altre, le serie di munizioni Pgu-14/B Api all'uranio
impoverito provate in Bosnia e poi in Serbia.
La
Alliant Techsystems, registrata nel Delaware e con quartier generale ad
Hopkins in Minnesota, viene formata nel 1990 dalla Honeywell, in concomitanza
con la cessione di alcune divisioni e società di questa (Defense
and Marine Systems Business, Test Instruments Division e Signal Analysis
Center). Tali società vanno poi a formare il nucleo primo della
Alliant. Tra il 1992 e il 1997 una serie di operazioni di vendita e acquisto
la portano agli assetti attuali. Nel 1995, inoltre, viene acquistata la
divisione Hercules Aerospace della Hercules Company, e l'anno successivo
viene abbandonato il settore della cosiddetta "demilitarizzazione" nelle
repubbliche ex-sovietiche di Ucraina e Bielorussia. Nel 1997 viene infine
venduta la Marine Systems Group.
La
società si presenta oggi divisa in tre segmenti, l'aerospaziale
e missilistica balistica (Alliant Aerospace Propulsion Co e Alliant Aerospace
Composite Structures Co), il munizionamento convenzionale (Alliant Ammunition
Systems Co, Ammunition and Powder Co, Lake City Small Caliber Ammunition
Co, Kilgore Flares Co, Missile Products Co) e i sistemi di difesa (Alliant
Defense Systems).
E'
proprio la Alliant Ammunition Systems (New Brighton, Minnesota) a produrre,
insieme a molte altre cose micidiali, le serie di munizioni in uso sugli
A-10 (e in futuro in dotazione all'Aaav, Advanced Amphibious Assault Vehicle,
dei marines). Nello stesso tempo, altre società del segmento partecipano
allo sviluppo del missile Nato Essm (capofila la Raytheon, di cui vedremo)
e di nuovi sistemi anticarro (Predator, capofila la Lockheed) e munizionamento
anticarro (Term-Ke, capofila la Alliant Defense Electronics Systems).
La
Alliant Techsystems ha in totale circa 6.000 addetti, entrate per più
di un miliardo di dollari, vendite che vanno per il 64% ad entità
governative e alla difesa.
Anche
per tale società si può dire che la maggioranza di coloro
che siedono nel consiglio di amministrazione vengono dai settori e dalle
esperienze connesse al tipo di produzioni della società stessa,
ma è significativo notare che il suo presidente nonché amministratore
delegato è l'ex-ammiraglio Paul D. Miller, già vicepresidente
di uno dei giganti (ora in via di acquisto dalla Northrop-Grumman) del
complesso industriale-militare, le Litton Industries, nonché comandante
in capo della marina statunitense nel teatro Atlantico e comandante in
capo alleato della Nato, ancora teatro atlantico.
La
terza società è la Primex Technologies Inc, come tale formata
nel 1996 in Virginia, con sede principale a St. Petersburg (Florida) ha
filiali sparse per vari stati (Pennsylvania, Washington, Arkansas, Illinois)
ed un centro di ricerca e test per il governo svizzero a Lucerna. Primex,
che deriva il suo attuale assetto da una operazione di redistribuzione
azionaria compiuta dalla Olin Corporation (da cui viene la maggior parte
del suo management) è divisa in due segmenti, la Ordnance and Tactical
Systems e la Aerospace and Electronics. Genera le sue entrate principalmente
dalle vendite (550 milioni di dollari totali nel 1999) al governo e alla
Difesa (75%), ha circa 3.000 dipendenti e la Alliant come maggiore concorrente.
Il suo amministratore delegato è James G. Hascall, già vicepresidente
della Olin, e Mike Wilson dirige la Ordnance and Tactical Systems.
E'
la Ordnance and Tactical Systems a produrre, oltre a bombe intelligenti
ed altre varietà di munizionamenti, i "gioielli" che hanno devastato
Golfo e Balcani. Si tratta di due munizionamenti differenti, uno per l'artiglieria
di largo calibro (da 105 a 155 mm), l'altro per il medio e piccolo calibro.
Il primo tipo di munizionamento vede varietà quali il M900 Apfsds-T
(con Du), il M829A/2 (con Du, per i 120 mm), che hanno mostrato la loro
potenza e mortale efficacia nella Guerra del Golfo. Il secondo tipo, pure
usato nel Golfo ed ovviamente nei Balcani, è ancora la serie Pgu,
tra cui la 14/B al Du per il cannoncino degli A-10, Gau-8-A.
Se
tali società sono il vanto del settore negli Stati uniti (si fa
per dire perché nel 1997 il governo statunitense ha perseguito le
prime due per aver dato corso ad una società che aveva in pratica
il monopolio della vendita di munizionamento al governo ed aveva alzato
molto i prezzi rispetto a quelli praticati in precedenza dalle due società-madri,
le sole produttrici nazionali di quel tipo di "oggetti"), anche l'Italia
deve andare fiera di una sua (meglio ex-sua) azienda che, sebbene non direttamente
coinvolta nel settore del munizionamento con Du, è comunque riuscita
ad ampliare molto i suoi orizzonti, sino a raggiungere con i suoi detonatori
le bombe intelligenti ad alta penetrazione della Nato. Si tratta della
Società esplosivi industriali (Sei) di Ghedi (Brescia), ora "partner"
della francese Société d'Explosifs et de Produits Chimiques
(Epc, general manager Henri Lorain), che sviluppa bombe per aereo e mine
marittime. Tale società impiega poco più di un centinaio
di persone, ha come chairman Paul Chatel de Brancion, come direttore Pasquale
Napolitano e come direttore finanziario Armando Franzoni, mentre Bruno
Facchi è il direttore tecnico. Ha ereditato le attività che
erano della bresciana Misar (che con Valsella e Tecnovar monopolizzavano
il mercato delle mine anti-uomo, poi bandite dall'Onu) ma produce anche
un simpatico detonatore non elettrico, l'Hmx 4, che è inserito nelle
Lgb (Laser guided bomb) Paveway II e III, usate massicciamente in Kosovo
(penetra i bunker) soprattutto dalla britannica Royal Air Force (Tornado,
Harrier, Jaguar) sebbene in dotazione anche all'Us Air Force. Proprio lo
sviluppo e la manutenzione di tale munizionamento ha recentemente ricevuto
un grosso contratto dalla Gran Bretagna attraverso la capofila Raytheon
Systems Ltd, sussidiaria britannica del colosso statunitense di cui abbiamo
già visto. Alle parti della bomba concorrono, oltre alla Sei, anche
la Raytheon stessa, la Lockheed e la britannica Mbm Technology.
La
Sei è stata anche la testa di ponte ("associazione") con cui recentemente
la Kaman Aerospace (Bloomfield, Connecticut), la Dayron (Orlando, Florida)
e la Kdi Precision Products (Cincinnati), sono entrate nel mercato europeo
della missilistica e delle bombe.
Quello
che abbiamo sin qui visto, a proposito di imprese che producono uranio
impoverito o bombe relative, se non la punta dell'iceberg è certamente
solo una parte degli interessi che questo mercato muove. Molti di questi
sono purtroppo soltanto intuibili.
Chi
produce l'uranio impoverito?
Quali
società producono l'uranio impoverito dal quale derivano poi prodotti
di vario tipo, tra cui le munizioni di cui si parla in questi giorni?
Da
anni gruppi ecologisti e antimilitaristi e vari scienziati, tra cui alcuni
eminenti italiani, denunciano inascoltati questi "prodotti", il loro uso
in guerra, nonchè i paesi produttori e alcune loro società.
Il complesso di interessi che sta dietro la produzione strategica di nuove
leghe metalliche e di prodotti derivati dall'uso civile e militare dell'energia
atomica e dei minerali radioattivi - entro cui si colloca la produzione
di uranio impoverito - non conosce infatti frontiere e molti paesi, grandi
società del settore e militari, università ed istituti di
ricerca vi sono pienamente coinvolti da decenni, direttamente o indirettamente.
Dagli Stati uniti al Canada, dalla Cina alla Francia, dalla Gran Bretagna
al Sudafrica, alla Russia e prima all'Urss. I sovietici, ad esempio, usarono,
sebbene in modeste quantità, proiettili ad uranio impoverito in
Afghanistan, prima del massiccio uso che se ne è fatto, specie da
statunitensi e britannici, nella guerra del Golfo, in Bosnia e in Jugoslavia.
Qualche
ricerca ulteriore, sebbene limitata al mondo anglosassone, permette di
sapere alcune cose specifiche su tali società, cose che si possono
facilmente ricavare sia dalle denunce dei gruppi suddetti, sia dalle stesse
pubblicazioni di tali società, sia infine dai documenti che le società,
quando rappresentate nelle Borse, devono registrare presso le competenti
autorità, ad esempio negli Stati uniti la Securities and Exchange
Commission.
La
denuncia degli usi militari più azzardati dell'uranio impoverito
e dei pericoli per la salute e l'ambiente è inoltre almeno vecchia
di un paio di decenni, anche se già i primi studi sulla trasformazione
dell'esafluoruro di uranio in uranio impoverito (che datano dai primi anni
'60) sollevavano problemi al riguardo. Dagli stessi anni '60 iniziarono
gli esperimenti della statunitense Lockheed per l'uso del materiale come
contrappeso per gli aerei militari, poi massiciamente introdotto anche
nell'aviazione civile.
Venendo
all'oggi e alle società dell'area anglosassone, ci troviamo di fronte
ad un complesso di compagnie-madri e di sussidiarie che è principalmente
ed ovviamente connesso con gli impianti civili o militari che trattano
o trattavano, negli Stati uniti e in Gran Bretagna, tutto il complesso
di lavorazioni e produzioni relativo all'energia nucleare. Dalle pubblicazioni
di tali società ricaviamo solitamente che esse sono benemerite compagnie
votate al trattamento, nel più rigoroso rispetto per ambiente e
salute, di tutti i rifiuti passati e presenti dei complessi energetici
nucleari, sia trasformando tali rifiuti in utili prodotti collaterali,
sia disponendone lo stoccaggio in contenitori e siti super-sicuri, sia
trasportando nel migliore dei modi tali rifiuti o i combustibili nucleari
stessi. Non sono società segrete, ma il fiore dei contrattisti per
i ministeri della Difesa e dell'Energia, in qualche caso diretta proprietà
dei governi.
Le
maggiori società
Cominciamo
con una delle maggiori, la British Nuclear Fuels plc (Bnfl), britannica,
a proprietà statale e di cui alla fine del 2000 era in aspra discussione
la vendita ai privati del 49% del pacchetto azionario, con varie assai
negative conseguenze per i contribuenti inglesi. La società (sede
nel distretto di Warrington, tra Liverpool e Manchester) è un colosso
che non solo gestisce operazioni e produzioni di vario genere nel settore
in Gran Bretagna, ma - attraverso la sua sua sussidiaria statunitense,
la Bnfl Inc. - è destinataria di una fetta preponderante delle risorse
messe a disposizione dal ministero statunitense per l'Energia per il trattamento
e la "ripulitura" di alcuni tra i più devastati siti connessi alla
produzione nucleare militare della guerra fredda, nonché del riciclaggio,
riposizionamento o trattamento e trasformazione dei rifiuti degli impianti
commerciali per la produzione di energia nucleare. Nel suo consiglio di
amministrazione sono passati molti celebri nomi dell'establishment britannico,
da John R. S. Guinness a L. Neville Chamberlain, a John Taylor (recentemente
dimessosi dopo gli scandali che vedremo), sino agli attuali Hugh Collum
(chairman), Norman Askew (amministratore delegato) e altri amministratori
come John Edwards, già alla Jaguar, Chris Loughlin, tra l'altro
presidente della Bnfl Francia e dell'Istituto mondiale del trasporto nucleare,
e Sir Nigel Wicks, già della Bp, segretario privato dei primi ministri
laburisti Wilson e Callaghan e di Margaret Thatcher, nonché già
capo della divisione Energia del Tesoro britannico, direttore esecutivo
britannico all'Imf e alla World Bank, presidente del comitato monetario
della Ue per cinque anni.
Tratti
distintivi della società, oltre a quelli pubblicizzati da essa stessa,
il coinvolgimento in vari scandali che hanno avuto come centro il sito
di produzione di Sellafield, a Cumbria. Scandali che hanno fatto emergere
un criminale inquinamento radioattivo delle discariche connesse al sito,
delle isole vicine e dello stesso mare d'Irlanda, con gravi conseguenze
per le popolazioni, nonchè la ripetuta e recidiva falsificazione
dei certificati di qualità del combustibile nucleare inviato in
Giappone, Germania e Svizzera (paesi che hanno recentemente cancellato
le relative commesse).
La
società ha svariate sussidiarie, tra cui principali sono la Bnfl
Instruments (strumenti di misurazione e monitoraggio, impegnata nel tentativo
di "ripulimento" di uno dei siti più disastrati del complesso nucleare
militare statunitense, gli ex-impianti di produzione di plutonio di Rocky
Flats, a qualche chilometro da Denver; ha sedi in tutto il mondo e, tra
quelle statunitensi, una a Los Alamos, New Mexico, mentre si serve in Francia
della Saphymo come agente esclusivo e, in Germania, della Dws Dieter W.
Sauer GmbH); la Direct Rail Services Limited (servizi ferroviari per il
trasporto di materiale nucleare); la Uk Robotics (robotica); la Westinghouse,
una cui sezione, la Westinghouse Electric Company, ha recentemente acquisito
le operazioni nucleari commerciali della Cbs Corp. e della Abb (mentre
è nello stesso tempo contrattista principale per il recupero e la
stabilizzazione dei rifiuti radioattivi di un sito di produzione di materiali
per armi nucleari in South Carolina, Savannah River; per due altri progetti
di recupero a Buffalo, stato di New York, e a Carlsbad, New Mexico); la
Uranium Assets Management (Uam); la Deva Manufacturing Services; la International
Nuclear Fuels Limited (Infl) ed infine la già citata Bnfl Inc. statunitense.
Al
lavoro sulle scorie
Proprio
la Bnfl Inc., registrata in Delaware nel 1990 e con sede principale a Fairfax
(Virginia) e uffici in vari altri stati (Colorado, Idaho, Michigan, South
Carolina, Tennessee, Washington, e Washington, D.C.), è tra le maggiori
società statunitensi che lavorano i rifiuti nucleari, destinataria
sino ad ora di qualcosa come 2 miliardi di dollari di contratti dal ministero
dell'Energia, principalmente in siti devastati dalle produzioni militari
nucleari o civili. I maggiori sono in Tennessee (smantellamento e decontaminazione
di alcuni impianti di arricchimento dell'uranio ad Oak Ridge, nonché
riciclaggio dei metalli radioattivi recuperati, ove pure opera la Lockheed
Martin Energy Systems, per gli impianti Y-12); nello stato di Washington
(Hanford River Protection Project, con operazioni varie di contenimento
e stoccaggio di liquidi radioattivi, con un costo finale complessivo comprendente
altre società e processi valutato dai 20 ai 40 miliardi di dollari);
in Idaho (trattamento e stoccaggio relativo ai rifiuti misti transuranici
e alpha dell'Idaho National Engineering and Environmental Laboratory);
in Michigan, per lo smantellamento e la neutralizzazione della centrale
nucleare di Charlevoix. Quasi tutti questi progetti sono stati oggetto
di cause e reprimende per vari tipi di errori, mancanze contrattuali, non
osservanza delle leggi sulla protezione dell'ambiente. Singolarmente, inoltre,
la società pratica negli Stati uniti l'incenerimento dei rifiuti
radioattivi, che è invece ritenuto dalla società-madre inglese
processo pericoloso e abbandonato da essa in Gran Bretagna.
Nel
suo consiglio di amministrazione sono presenti vari personaggi importanti,
come l'ex-aministratore delegato Rolland A. Langley, già presidente
del Pacific Nuclear Council; il già citato Norman Askew; l'ammiraglio
W.J. Crowe jr., già ambasciatore statunitense in Gran Bretagna e
chairman del Joint Chiefs of Staff (massima posizione militare statunitense)
sotto Reagan; vari ex-alti funzionari pubblici ed infine l'on. James R.
Schlesinger, figura centrale dell'establishment statunitense connesso alla
gestione strategica dell'energia nucleare. E' interessante notare che Schlesinger,
dagli esordi come docente di economia negli anni '50, è passato
a dirigere gli Studi strategici alla Rand Corporation alla fine degli anni
'60; è stato consigliere della Federal Reserve, quindi vicedirettore
all'Office of Management and Budget; poi chiamato nel 1971 dal presidente
repubblicano Nixon a presiedere la Us Atomic Energy Commission, indi nel
febbraio 1973 la Cia e nel luglio dello stesso anno il ministero della
Difesa sino al 1977, quando il nuovo presidente democratico Carter lo chiama
a stendere le linee strategiche per il futuro ministero dell'Energia, che
dirigerà per primo dal 1977 al 1979; poi sotto Reagan in vari incarichi
relativi alla gestione e alla programmazione delle forze nucleari, infine
consulente della grande società finanziaria Lehman Brothers, membro
del Center for Strategic and International Studies di Washington, nonché
membro dell'Atlantic Council e appunto nel consiglio d'amministrazione
della Bnfl Inc.
L'alleanza
strategica
Pure
collegata alla Bnfl e alla Bnfl Inc. da una "alleanza strategica" di lungo
periodo è la Gts Duratek Inc., sede a Columbia (Maryland), formata
nel 1990 dalla fusione della Duratek Corp. (fondata nel 1983) con la General
Technical Services (fondata nel 1984) e il cui azionista di maggioranza
è la banca commerciale privata Carlyle Group (Washington, D.C.).
Nei suoi impianti (Bear Creek Operating Facility) di Oak Ridge tratta anch'essa
in vari modi (ivi compreso il riciclaggio di metalli) rifiuti a bassa radioattività
o comunque pericolosi.
Nel
1995 riceve dalla Bnfl un'infusione di 10 milioni di dollari per "investimenti"
in cambio di azioni della stessa Duratek e, nel 1997 e nel 2000, con l'acquisto
del Scientific Ecology Group e quindi di alcune società consolidate
nella Waste Management Nuclear Services (che comprende un impianto di riciclaggio
di rifiuti nucleari a Barnwell, South Carolina), diviene la maggiore società
statunitense di trattamento di rifiuti a bassa radioattvità. Con
la Bnfl Inc., è contrattista per i già citati due megaprogetti
di "ripulimento" di Hanford e dell'Idaho National Engineering and Environmental
Laboratory.
Nel
suo consiglio di amministrazione siedono Rober E. Prince, presidente e
amministratore delegato, già ufficiale di sottomarino e, tra altri,
Willis W. Bixby, vicepresidente e per più di vent'anni al ministero
dell'Energia e alla Nuclear Regulatory Commission.
Dulcis
in fundo
Dulcis
in fundo, due società. La prima si chiama Manufacturing Sciences
Corporation, fondata nel 1982, operativa nella trasformazione metallurgica
dal 1985, dal 1993 comprata ("alleanza strategica") ancora dalla Bnfl Inc.,
e società leader nel trattare e trasformare metalli contaminati
dalla radioattività. Dal 1985, la società ha convertito in
"prodotti" derivati circa 2.700 tonnellate di uranio impoverito nei suoi
impianti che sono tra i maggiori al mondo. Fornisce prodotti di uranio
alle industrie americane che fabbricano munizioni D.u.: tra le maggiori
la Primex di Saint Petersburg, Florida, la sua concorrente Alliant Techsystem
e la "storica" Aerojet.
La
seconda società si chiama Starmet Corporation, è stata fondata
nel 1942 (all'interno del progetto Manhattan) come laboratorio di ricerca
e produzione del Massachusetts Institute of Technology (Cambridge, nei
pressi di Boston) ed acquisita come sussidiaria dalla A.D. Little Co. nel
1954 con il nome di Nuclear Metals; indi comprata dalla Textron e poi dalla
Whittaker Corporation; indipendente dal 1972, in Borsa dal 1978, con l'attuale
nome dal 1997, con sede principale ora a Concord (Massachusetts) ed impianti
nella già citata Barnwell (South Carolina), ancor oggi legata a
filo doppio con il Mit e i suoi uomini, e con clienti quali la Lockheed
Martin e la United States Enrichment Corp., società governativa
fondata nel 1990, leader mondiale della fornitura di uranio arricchito,
tre quarti del mercato Usa e un terzo di quello mondiale.
A
quest'ultima società il Commissario europeo Romano Prodi avrebbe
potuto chiedere, con largo anticipo sui suoi tremendi dubbi attuali, qualche
informazione, dato che per molti anni è stato membro della Massachusetts
Institute of Technology Corporation, il "consiglio di amministrazione"
del Mit, e la Starmet era ed è il gioiello della ricerca e produzione
metallurgica del Mit. Avrebbe potuto ottenerne di ottime soprattutto su
uno dei prodotti principali della Starmet, le munizioni perforanti all'uranio
impoverito per carri armati e aerei.
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12
ottobre 2001
Ieri
Falco Accame ha denunciato l'impiego di armi all'uranio impoverito anche
in Afghanistan e ha posto in evidenza i rischi per la popolazione civile,
mentre i militari angloamericani sono attrezzati per evitare di essere
contaminati.
Sulla
questione uranio impoverito riproponiamo
due
articoli
di
Sergio Finardi che esamina il business
alimentato
da questi armamenti radioattivi.
Questi
due articoli di Sergio Finardi sono usciti originariamente il 10 e 13 gennaio
2001 sul Manifesto
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