di
ENRICO PEYRETTI
"Dove
sono i pacifisti?"
Per anni, ogni volta che una guerra infuriava, i tromboni del giornalismo
chiedevano
in coro, con le stesse parole: "Dove sono i pacifisti? Cosa fanno i pacifisti?".
Come se chi e' contrario alle guerre - che quei signori giustificavano
- avesse per cio' stesso il potere di fermarle. Come se i pacifisti avessero
a disposizione le stesse trombe di quei signori per diffondere i loro giudizi
e proposte. Ora che viene fuori per forza, a suon di morti, la super-porcheria
dell'uranio impoverito, i giornali scoprono quello che sapevamo, il governo
chiede informazioni alla Nato, alla quale aveva obbedito senza quasi fiatare.
Il 3 gennaio, Massimo Nava scrive sul Corriere della Sera invitando a "riflettere
sull'intervento in Kossovo, la cui legittimita', anche morale, rischia
di essere almeno in parte oscurata da queste rivelazioni". Meglio tardi
che mai!
Ecco cosa facevano, tra l'altro, i pacifisti: dicevano chiaro, gia' durante
i giorni della guerra del Kossovo, quello che oggi i grandi giornali scoprono
e che il governo attende di farsi dire dalla Nato. Nelle riunioni contro
la guerra si illustravano l'uso e gli effetti di questi proiettili piu'
vigliacchi di tutti i proiettili.
Si vedeva la fotocopia
di una risposta del portavoce Nato a Bruxelles che ammetteva l'uso di queste
bombe
negando la particolare pericolosita'
dell'uranio impoverito. Si vedeva il video sulla sindrome del Golfo, malattia
dei soldati Usa, assistiti soltanto dagli ospedali militari, i quali minimizzavano
i sintomi e negavano il nesso di causa.
Governo e giornali
"scoprono" oggi quello che i pacifisti sapevano e dicevano da anni. Se
non sapevano, erano degli incapaci. Se sapevano e tacevano, erano dei vigliacchi.
Dove
sono i pacifisti? Diciamo invece: dove sono i giornalisti, quelli
che sanno essere non l'eco
dei rumori, ma i cercatori della verità dei
fatti, quelli che discutono
i grandi poteri invece di decantarli, quelli che
smascherano le porcherie
nel momento del loro trionfo, e non quando cadono i
veli? Se ne vedono pochi,
meno ancora dei pacifisti.
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Le
parate
del'Italia
militarista
di
Zenone Sovilla
(8
gennaio 2001)
Le
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e
i commenti
nel
notiziario
di
Nonluoghi
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