copertina notizie percorsi interviste libri musica inchieste calendario novità scrivici
editoriali

Elettrosmog: mistificazioni e business...
Si semina il terrore per distogliere l'attenzione da vecchie e nuove nocività che nel silenzio
generale distruggono le vite di milioni di esseri umani: nelle strade, nelle case, al lavoro
 

di IOLE PINTO

 Di lavoro faccio il  fisico e mi occupo di igiene industriale  e di  inquinamento ambientale in una USL.
   In questi ultimi anni ho visto crescere a dismisura la preoccupazione della gente per l'inquinamento elettromagnetico: di pari passo con  l'attenzione e l'allarmismo suscitato dai media in materia. 
Ho visto organizzare da enti locali, istituzioni nazionali (Università Ispesl, ANPA) associazioni ambientali, associazioni di consumatori, partiti politici etc.  decine di manifestazioni pubbliche e convegni su questo argomento. E' questa per me anche occasione di viaggio, perché come fisico sono invitata spesso  a parlare da 'esperto'.
   So che ormai in qualsiasi occasione si parli di ambiente tra i problemi rilevanti è d'uopo citare quello dell'inquinamento elettromagnetico. 
So anche che oggi le società di telecomunicazioni pagano fior di milioni alle neonate agenzie per i controlli ambientali (ARPA) per l'acquisto di sofisticate strumentazioni di misura  per il controllo dei campi elettromagnetici in prossimità di ripetitori e tralicci. 
   E ho visto fiorire aziende di consulenza, pronte ad effettuare a pagamento (salato) le loro prestazioni da 'ghost buster' su richiesta di cittadini preoccupati per l'inquinamento elettromagnetico, così subdolo perché, come diceva Totò a proposito della nebbia, non si vede e non si tocca. 
   Ho  visto tra questi anche grandi truffatori passare finora impuniti. Per esempio l'inventore delle palline (o farfalline) contro le radiazioni: si vendono persino in farmacia. Il geniale produttore spiega che servono ad 'assorbire' i campi nocivi irradiati dai computer. Calcoli alla mano (in questo campo i calcoli si possono fare risolvendo le equazioni di Maxwell, note in fisica fin dall'800) abbiamo dimostrato che sarebbero necessarie tonnellate di quella sostanza di cui sono riempite le palline  per poter schermare realmente le radiazioni dei monitor. Ma nessuno di noi poi è riuscito a far impedire che quegli oggetti venissero venduti, persino in farmacia.

   Ho visto anche 'esperti' fomentare il terrore nella gente, per poi ricevere finanziamenti pubblici per fare misure, organizzare conferenze e  gestire  rapporti e convenzioni  con i gestori della telefonia.
Continuo con rammarico e frustrazione ad assistere a questo enorme spreco di risorse umane, economiche, emotive, mentre  lo smog vero, quello che ammala e uccide per davvero è sistematicamente passato sotto silenzio, ignorato da stampa e media, politici ed ecologisti.
   A fronte degli oltre cinquanta comitati che ho contato in Toscana contro l'elettrosmog, rare ed isolate voci contro  le vere 'nuvole di smog' quotidiane, che respiriamo ogni giorno nelle strade, nelle case, nei luoghi di lavoro, che ingeriamo con i cibi, che assorbiamo nella pelle e nelle ossa.

   Ad esempio convegni sugli IPA (idrocarburi policiclici aromatici) si contano sulle dita di una mano, e sono sempre confinati al mondo degli addetti ai lavori. In questi congressi si discute in linguaggio specialistico della loro tossicità e nocività, ormai ampiamente accertate: organi bersaglio polmone, vescica e cute. Il 4% dei tumori professionali in Italia sono da IPA. Il riconoscimento dell'origine professionale di questi tumori è sempre più difficile.
   La contestazione che viene fatta dall'azienda che non vuole riconoscere l'origine professionale del tumore è che l'inquinante è ormai  presente 'normalmente' anche nell'ambiente. E' prodotto dal traffico automobilistico. Lo respira tutta la popolazione urbana. Ma nessuna associazione ambientalista insorge, anzi i comitati insorgono contro il caro benzina!

   Stessa sorte tocca agli antiparassitari, prodotti da multinazionali  di armi e di cancro, in paesi del terzo mondo, senza alcuna misura di sicurezza per i lavoratori. Centinaia di migliaia le intossicazioni acute tra i contadini che li impiegano ignari dei pericoli. In Italia numerosi studi hanno evidenziato che a causa degli antiparassitari gli agricoltori si ammalano di cancro alla cute, ai reni,  all'intestino, ai polmoni. I limiti dei pesticidi nei cibi sono fissati per singolo principio attivo. Per cui si  possono avere frutti avvelenati da diversi tipi di pesticidi, tutti nei valori limite, e quindi regolarmente immessi sul mercato. Inutile dire che la sensibilità su questo tema è relegata ad aspetti meramente igienistici. Convegni tipo "la salute nel piatto" in cui gli esperti della lega tumori ti dicono cosa mangiare per combattere il cancro, ti consigliano di comprare alimenti biologici, e così la salvezza individuale almeno è garantita, per chi può permettersi il lusso di spendere diecimila lire per un piatto d'insalata. Che importa poi se milioni di essere umani  si ammalano di cancro da multinazionali della chimica.

   Sempre a proposito di antiparassitari, un po' di notizie note alla comunità scientifica degli addetti ai lavori, e non divulgate alla massa.
All'inizio degli anni '90 alcuni studi sui pesci che vivevano nelle acque contaminate dagli scarichi di cartiere nella regione statunitense dei Grandi Laghi rivelarono alterazioni nel dosaggio ormonale e si osservò che gli uccelli che si nutrivano di questi pesci sviluppavano alterazioni nei loro embrioni con frequenze superiori alla norma. Altre indagini condotte su alligatori della Florida rivelarono alterazioni nel ciclo riproduttivo, correlabili con la presenza nelle acque di piccole quantità di pesticidi; anche la diminuzione di fertilità di alcune specie selvatiche è stata messa in relazione con la presenza nell'ambiente di tracce di pesticidi. In tutti i casi le concentrazioni erano molto basse, al disotto dei limiti massimi consentiti. Questi contaminanti chimici sono stati chiamati EDC (Endocrin Distrupting Compounds), perché l'organismo umano li confonde con ormoni: alla lunga dunque sono in grado di compromettere le funzioni regolate dagli ormoni, quali ad esempio quella riproduttiva. La gravità di questi rischi ha indotto il parlamento USA a richiedere all'EPA (Environmental Protection Agency) l'attuazione di un programma di ricerche teso ad individuare le sostanze che potrebbero causare disturbi endocrini. 

   Inutile dire che i produttori chimici sono ricorsi subito ai ripari, stanziando un programma di ricerche che costerà 30 milioni di dollari e coinvolgerà le industrie chimiche di tutto il mondo. 
   Nella lista delle circa 86 mila sostanze chimiche individuate come potenziali disturbatori endocrini, ritroviamo composti arcinoti per la loro tossicità e cancerogenicità: DDT, pesticidi organoclorurati, diossine, PCB, ftalati etc. Non so se in Italia c'è qualcuno che conduce ricerche  in questo campo o che semplicemente si occupa di queste cose.Non ho mai avuto notizie di convegni in materia.  So di certo comunque che su questi argomenti non vengono spesi i miliardi che si stanno spendendo per controllare i campi elettromagnetici in prossimità dei ripetitori per telefonia, i quali, va detto, sono estremamente più bassi dei campi irradiati dai telefonini stessi. Ed anche molto inferiori ai campi elettromagnetici irradiati da una normale TV a colori a due metri di distanza dalla stessa! 
   Stesso silenzio sulle sostanze  sostitutive dell'amianto, lane di vetro e di roccia, la cui nocività è ormai ampiamente comprovata:  dalle  patologie all'apparato respiratorio, alle  allergie, ai tumori. Probabilmente questi risultati saranno resi noti tra una ventina d'anni, quando saranno pronti nuovi materiali sostitutivi dei materiali sostitutivi dell'amianto...
   Potrei andare avanti con molti altri esempi. Credo sia inutile. Vecchie e nuove nocività  che distruggono le vite di milioni di esseri umani nelle strade, nelle case, nei luoghi di lavoro sono sistematicamente ignorate.
   E sento che oggi più che mai una sorte di indifferenza umana, culturale e sociale, ancor prima che sindacale e  politica, avvolge la sofferenza, la malattia e la morte operaia. Salvo rare voci che urlano nel deserto (vedi ad esempio Medicina Democratica) il rilancio di lotte su questo terreno, in fabbrica e sul territorio, sembra argomento  poco conveniente per i nuovi ambientalisti e per il mondo della politica e delle associazioni.

   Dai dati ufficiali INAIL (Istituto nazionale infortuni sul lavoro) risulta che in Italia ci sono più di un milione di infortuni sul lavoro, di cui più di 1500 mortali (cfr.: INAIL Atlante infortuni 1999). Per contro procedimenti attivati dalla magistratura che arrivano al processo ed alla condanna delle aziende sono solo poche centinaia.
A fronte di circa 8000 nuovi casi di lavoratori colpiti ogni anno da tumori professionali (almeno 5000 con esiti mortali) per esposizione ad agenti cancerogeni, i casi riconosciuti dall'Inail nel '99 sono meno di 400. Questi i dati ufficiali. Sicuramente sottostimati, perché non contengono tutti i casi di lavoro nero o di malattie professionali che non vengono denunciate all'Inail per omissione da parte dei medici d'azienda.

   La morte operaia non costituisce reato. I dati ufficiali riportano sistematicamente picchi di infortuni e malattie professionali  nelle regioni dove il sistema della prevenzione funziona meglio, e non in quelle a più alta presenza industriale. Nuove e vecchie nocività che nei cicli lavorativi deregolati, flessibilizzati precarizzati si sommano causando devastanti sinergie sulla salute psicofisica e sulla vita di milioni di donne e di uomini sembra non interessino davvero nessuno.
   Ecco perché all'ennesima telefonata della signora sinceramente  preoccupata per l'antenna che ha vicino casa, proprio vicino alla stanza del figlio, ed ha sentito alla televisione che fa male,  mi vado sempre più convincendo che questa dell'elettrosmog sia una gran mistificazione, montata ad hoc da chi ha avuto tutti gli interessi per farlo. Della stessa razza di quella sulla microcriminalità: meglio convogliare ansie ed indignazioni collettive sugli extracomunitari che  ti possono derubare,  piuttosto che sulle mafie internazionali che stanno distruggendo le loro  vite, insieme alle nostre.


o Il sommario
degli editoriali
 

(2 ottobre 2000)
 
 
 

L'intervento
di Susanna Agnese
(9 ottobre 2000)

Una replica
critica di Costantino Daga
(23 ottobre 2000)

Enzo Ferrara:
"Il livello di tossicità delle onde è coperto da quello delle altre forme di inquinamento"
(27 ottobre 2000)
 
 
 
 

 

copertina
notizie
 percorsi
interviste
i libri
musica
inchieste
calendario
novità
scrivici