di
MARIANTONIETTA SORRENTINO
Perché
"Donnecontro G8"?
Punto
di partenza dell'iniziativa è la redazione di Marea, "trimestrale
femminista di attualità, riflessioni, storie e racconti , critica
e informazioni per dire lo stare al mondo delle donne".
La sua promotrice,
la genovese Monica Lanfranco, ha creato una lista in
previsione della Conferenza
dei G8, preparata nel capoluogo ligure per il luglio 2001.
Punto di riferimento
e di scambio tra donne in vista di questo storico incontro , per il quale
si prevedono misure di sicurezza da brivido.
Ma perché
a queste donne va stretto il G8?
La risposta
non la troviamo nell'ambizione o nella voglia di protagonismo ma, più
semplicemente, nel documento ufficiale diffuso dalla stessa Lanfranco,
e che titola così: Donne contro il G8, per una società di
donne ed uomini equa, sostenibile,
solidale, pacifica e democratica.
"I G8 pretendono di
governare e di fatto governano il pianeta - continua il
documento - senza alcun
mandato: se esistono trattati internazionali che sanciscono l'esistenza,
piaccia o non piaccia, dell'ONU, della Nato, della Fao, i G8 rispondono
solo a stessi e si autolegittimano.
Esistono perché comandano''.
Il gruppo dei G8 riunisce
i rappresentanti dei paesi più potenti del pianeta: Canada, Francia,
Germania, Giappone, Gran Bretagna, Italia, Russia e Stati Uniti.
L'alleanza
è potente, soprattutto, perché può contare sull'appoggio
del Fondo Monetario Internazionale, della Banca Mondiale e della Organizzazione
Mondiale del Commercio.
I G8 hanno sposato
soluzioni ed interventi neoliberisti, in linea con gli interessi degli
organismi suddetti, ma che stanno creando profondi scompensi.
E' in atto un
processo di globalizzazione che non ha precedenti nella storia umana. Diretto
dai paesi più potenti, esso ha determinato l'affermazione di un
modello dominante di convivenza tra, e nelle, nazioni fondato sulla competitività.
Naturale effetto
di una tale politica è palese nel consolidamento di una società
diseguale e squilibrata sia all'interno dei singoli paesi sia su scala
mondiale. Il modello di una società autoritaria e aggressiva è
sotto gli occhi di tutti.
'
'Il pensiero
unico dominante - continua il documento antiglobalizzazione neoliberista
- cui fa riferimento il consesso dei G8 sfrutta tre motori principali:
la liberalizzazione dei movimenti dei capitali in ambito internazionale;
la privatizzazione totale o parziale di importanti settori dell'economia
che sta portando allo smantellando del welfare state; una deregolamentazione
che punta alla riduzione e all'eliminazione dei diritti delle lavoratrici
e dei lavoratori sul piano sindacale, previdenziale e salariale''.
Il documento
sintetizza efficacemente le peculiarità di un quadro decisamente
allarmante.
Da questa analisi
lucida alla mobilitazione delle coscienze il passo è breve.
La Conferenza di Rio De
Janeiro del 1992 sullo stato dell'ambiente, la contestazione di Seattle
nel 1999 del vertice dell'Organizzazione mndiale del commercio (WTO), e
gli appuntamenti del 2000 con le manifestazioni al club dei potenti di
Davos, e la mostra delle biotecnologie a Genova, a Firenze, a Bologna
e Praga hanno avuto un unico baricentro
comune : l'attenzione alle esigenze di una società globale sostenibile,
equa, solidale, pacifica e democratica.
I movimenti femministi non
sono stati alla finestra a guardare.
Lo dimostrano l'
assise del 1995 del forum di Huairou in occasione della Conferenza
mondiale delle donne, la grande recente mobilitazione
della Marcia Mondiale delle
stesse contro la guerra.
''Come donne
in primo luogo ci sentiamo chiamate a scelte chiare e radicali che implicano
il ripudio della competizione e degli squilibri economico-sociali,
dello sfruttamento
incontrollato delle risorse ambientali, delle politiche neoimperiali, neocoloniali
e neopatriarcali, (ben evidenti nella realtà delle donne
in Afganistan e Sudan),
della guerra come strumento per risolvere le controversie tra le nazioni,
come da anni testimoniano il lavoro delle Donne in nero e
della Convenzione
permanente delle donne contro le guerre'', precisa sempre lo stesso documento
diffuso da Monica Lanfranco, che indica nella presenza
di eminenti studiose, come
Vandana
Shiva, una salvaguardia e una certezza per tutti.
Presenze che,
come sentinella, guardano e analizzano l'economia planetaria smascherando
la trappola degli aggiustamenti strutturali con occhi di donna,
''...rileggendo dunque ogni
fenomeno e scelta dei governi che, abbracciando la politica della
globalizzazione , mettono in primo luogo a repentaglio la
vita e la libertà
di milioni di donne nel pianeta, sia quelle che vivono nei paesi d'origine
sia quelle costrette a migrare per trovare migliori condizioni
spesso disattese...''.
I motivi di
contestazione dei lavori e dell'operato dei G8 sono chiari.
Non resta che preparare
l' appuntamento di donne del luglio 2001, ''... in accordo e collaborazione
con le reti miste locali e nazionali (Retecontrog8 e Rete Lilliput)
trasformando Genova
nella capitale globale del movimento dei diritti civili e politici delle
donne, che chiede il rispetto della democrazia, degli interessi collettivi
diffusi e della giustizia
sociale, contro le logiche di potenza''..
Per adesioni e comunicazioni:
donnecontrog8
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o |
Il
municipalismo
libertario:
un
intevento di Murray
Bookchin
(in inglese)
"Contro
l'Europa dei mercati".
Articolo
dell'economista
Takis
Fotopoulos
(in inglese)
Takis
Fotopoulos
e
la teoria
della
democrazia globale
(in inglese)
-
In Nonluoghi
Globalizzazione,
fine
dell'incontro
e
necessità
di
ricostruire
la
comunicazione
di
Pietro
Barcellona
I
costi sociali
prodotti
dalle
imprese
di
Pietro Frigato
Globalizzazione
e
impotenza
dell'alternativa
di
Vittorio
Giacopini
La
fine
del
desiderio
e
il ritorno alle origini in cerca d'identità
di
Fabio
Ciaramelli
Prove
tecniche
di
urbanistica
partecipata
di
Raymond
Lorenzo
Un'alternativa
nelle
reti
ricostruite
dal
basso
di
Alberto
Magnaghi
Mercato
e
sviluppo
sostenibile
Ida
Magli
e
Seattle
Un
articolo
di
Roberto Meregalli
da
Peacelink
Articolo
del
Collettivo
Il
Mondo Capovolto
Un
articolo
dell'associazione
Jambo!
(8
gennaio 2001)
Le
news
e
i commenti
nel
notiziario
di
Nonluoghi
|