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Se il controllo del crimine
diventa un affare...
"Business penitenziario", l'analisi spietata
di Nils Christie sulla situazione americana
C’è un dato inopinabile: la costante e progressiva crescita in tutto il mondo occidentale dellapopolazione carceraria. È l’opinione del criminologo americano Nils Christie espressa nel “Business Penitenziario”, Eleuthera, pp 207, 24.000 lire. L’Occidente - ed in particolar modo in America - si sta spingendo dunque sulla via del gulag? È il crimine o il controllo del crimine a costituire un problema per gli stati del mondo avanzato? Per l’autore, criminologo di fama mondiale, l’Occidente si sta avviando a diventare una sorta di penitenziario, articolato nelle varie aree industrializzate del mondo, Stati uniti in testa, dove la popolazione carceraria è aumentata in modo abnorme. Questo
perché l’attività coercitiva della criminalità è
diventata un settore economico; un’industria fiorente che si alimenta del
crimine stesso ed è destinata a crescere ulteriormente. Vediamo
come. “Le società industrializzate - sostiene Christie - hanno due
problemi principali: l’ineguale distribuzione della ricchezza e la differente
possibilità di accesso al lavoro retribuito.
Una riflessione
che ricalca in modo deleterio lo stimolo selvaggio all’espansione innato
del pensiero industriale. I sistemi attuali di controllo del crimine contengono
molte contengono molte potenzialità di sviluppo verso un gulag occidentale
e questo allarme, che l’autore lancia, suona come un monito. Scrive, infatti,
Christie: “Con la fine della guerra fredda, in una situazione di profonda
recensione economica, in cui le più importanti nazioni industrializzate
non hanno nemici esterni contro cui mobilitarsi, non sembra improbabile
che la guerra verso i nemici interni riceverà massima priorità…
Nelle società postmoderne, i pericoli maggiori della criminalità
non sono i crimini in sé, ma il fatto che la lotta contro i crimini
può condurre la società verso sviluppi totalitari..”.
(30 marzo 2000)
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o | Il
crimine, il suo controllo e il carcere come un'industria. E' la tesi provocatoria
di Nils Christie da cui partiamo per un breve viaggio nel mondo
penitenziario. Il
saggio di Nils Christie porta a più ampie riflessioni
legate al tema delle carceri americane e italiane, per citare i casi più
conosciuti e oggetto di dibattito a mezzo stampa italiano. Nel caso degli
Stati Uniti, relative alla pena di morte in vigore in molti stati (che
mantengono in vita un apparato repressivo di boia, oltre che di secondini,
cioè in parole povere legittimano il ruolo di assassini di stato
a degli individui che divengono boia di statali, uomini stipendiati per
eliminare assassini o presunti tali) nel caso italiano relative alla vita
(non vita) dei detenuti, raccontata
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