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Rocco Derek Barnabei, l'attesa nel braccio della morte
Virginia, la mobilitazione per il caso di un italo-americano condannato fra i dubbi
 


    Stato della Virginia. Sud degli Stati Uniti. Stato democratico in cui però ti ammazzano con iniezioni letali, se ti ritengono colpevole o presunto tale, dopo averti tenuto magari anni nel braccio della morte, poi arriva il tuo turno e ti ammazzano, ma vogliono che tu sia cosciente, che tu capisca. Se provi a suicidarti, ti salvano la vita, per poi ucciderti a loro modo. Perché parlare della Virginia e non del Texas o della Florida? Perché attualmente si sta svolgendo una campagna a favore di Rocco Derek Barnabei, l’italo-americano accusato di avere ucciso anni fa la fidanzata. Barnabei è stato condannato a morte dopo un processo farsa. Non gli è stato concesso dimostrare la sua innocenza con delle prove che la quanto pare potrebbero scagionarlo. L’esame del Dna gli è stato negato. Il ragazzo si dichiara innocente ed è disperato. Barnabei non è un caso politico, ma un caso umano. 

   Alcuni mesi fa il T3 ha mandato in onda le immagini del ragazzo ammanettato, rapato a zero, in giacca e cravatta, con il volto decisamente contratto e sofferente, come quello del topo in trappola  nella gabbia del serpente, tanto sa che non uscirà vivo. Il settimanale Oggi ha lanciato una campagna di raccolta di firme via e-mail per  salvare la vita al giovane. Tutte le e-mail raccolte entro il 24 marzo sono state inviate ad un corrispondente italiano, Luca Dini. Il quale entro il 6 aprile le recapiterà a Jim Gilmore, governatore dello stato di Virginia. In quella data, a Richmond, nella sede della corte d’appello degli Stati Uniti, si dibatterà nuovamente la vicenda di Rocco. Chissà se Barnabei riuscirà a non sentire per il corridoio che lo conduce al patibolo l’agghiacciante urlo: <Dead man walking>?

(Ma. Fa.)
(30 marzo 2000)

o  Il 6 aprile a Richmond  in Virginia (Usa) la Corte ridiscuterà il caso di Rocco Derek Barnabei, condannato a morte dopo un processo nel quale sarebbero state escluse alcune prove determinanti che potrebbero scagionare il giovane, accusato dell'omicidio della fidanzata.
Il caso, a prescidenre dai dubbi sulla colpevolezza del condannato, diventa un'altra occasione per puntare l'indice contro la pena: l'assassinio di stato.

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