"Il
30 giugno scadranno i permessi di soggiorno per protezione temporanea rilasciati
alle persone provenienti dalle zone di guerra dell'area balcanica, ai sensi
della Dpcm 12.05.99 e della Dpcm 30.12.99.
La situazione del
Kosovo rimane tuttavia molto difficile. Il livello della contrapposizione
etnica in tutta la regione rimane molto alto, tanto che buona parte
della popolazione rimasta a vivere in Kosovo è costretta a
restre in enclaves protette dalla forza militare internazionale.
Nonostante i grandi
sforzi compiuti dall'amministrazione internazionale che hanno portato a
sviluppi positivi, permane tuttora una situazione di insicurezza e di violenza
generalizzata con diffusa violazione dei diritti umani fondamentali. Va
in particolare ricordato che molti rifugiati del Kosovo presenti ancora
in Italia sono soprattutto appartenenti a minoranze Rom e Goranj, nonché
Serbi, ancora discriminate e sottoposte a violente persecuzioni nella loro
terra d'origine.
Nella fase attuale
non può essere dichiarata cessata del tutto l'emergenza che è
stata alla base della decisione di concedere la protezione temporanea,
né sussistono le condizioni per un rientro di tutti i profughi in
condizioni di dignità e sicurezza, come peraltro evidenziato nel
documento della sede centrale dell'Acnur del mese di marzo 2000.
I firmatari del presente
appello chiedono pertanto:
- Che sia garantita
la volontarietà del rimpatrio;
- Che siano attuati
con l'aiuto coordinato di tutte le forze istituzionali e non governative,
estesi progetti di aiuto al rientro e al reinsediamento socio economico
in Kosovo che permettano al maggiore numero possibile di profughi
di ritornare a vivere nel loro paese;
- Che, analogalmente
alla Dpcm del 6.08.1998, sia emanata una direttiva che consenta alle persone
che siano in possesso di regolare pemesso di soggiorno per protezione temporanea
la possibilità di adeguare i predetti permessi ai permessi di soggiorno
di cui al D.Lgs 25 luglio 1998, n.286; in particolare:
a) a coloro che, al
momento della richiesta, possono dimostrare di avere un rapporto di lavoro
in corso o un formale impegno di assunzione, potrebbe essere rilasciato
un permesso di soggiorno biennale ai sensi dell'art. 5 comma 3 lettera
d), del suddetto decreto;
b) a coloro che non
possono dimostrare lo svolgimento di attività lavorativa, né
siano in possesso di un formale impegno all'assunzione o siano impossibilitati
allo svolgimento di attività lavorativa anche per condizioni
personali, di salute e per età, potrebbe essere rilasciato un permesso
di soggiorno annuale,
esteso allo studio
e al lavoro, ai sensi dell'art 5, comma 6 del suddetto decreto.
L'adeguamento del
permesso di soggiorno viene effettuato, in mancanza del passaporto o di
altro documento di identità, sulla base del permesso di soggiorno
precedentemente rilasciato.
- Rimane salva comunque
la possibilità di presentare istanza di riconoscimento dello status
di rifugiato ai sensi dell'articolo 1 della legge 39/90, qualora
le persone interessate a farne richiesta lamentino un attuale e fondato
timore di persecuzione. Potrebbero essere ammessi alla procedura per il
riconoscimento dello status di rifugiato anche coloro che, giunti in Italia
durante il periodo bellico e nell'estate 1999 a causa di violenze gravi
e diffuse che hanno interessato la regione, non hanno potuto per
diverse ragioni accedere ad una forma di protezione e hanno ricevuto un
provvedimento amministrativo di espulsione".
Firmatari:
Ics-Consorzio Italiano di Solidarietà, Cir-Consiglio Italiano per
i Rifugiati e singoli aderenti, Asgi-Associazione Studi Giuridici
sull'Immigrazione, Acli, Anpas-Associazione Nazionale Pubbliche Assistenze,
Arci, Arcs, Associazione per la Pace, Ipsia, Legambiente, Peace Games,
Uisp-Unione Italiana
Sport per Tutti, Consiglio
Comunale di Ivrea, Acli di Asti, ARC-Associazione Coooperativa Robin
Hood-Cons. Nord est, Arci-Arezzo, Arci-Bassa Val di Cecina, Arci-Carrara,
Arci-Liguria, Arci-Pisa, Arci-Ponte a Egola, Ass. Corridoio Zero
(Milano), Ass. Effetti Collaterali (Pisa), Ass. Eugenio Rossetto
(Cava dei Tirreni-Sa), Ass. Facciamo Pace (Torino), Ass. Orlando (Bologna),
Ass. per la cooperazione decentrata (Padova), Ass. per la Pace (Foggia),
Ass. per la Pace (Napoli), Ass. per la Pace (Padova), Ass. per la
Pace (Verona), Ass. Progetto accoglienza (Borgo San Lorenzo-Fi), Ass. Santa
Chiara (Palermo), Ass. Tamat (Perugia), Assieme-Ass. volontariato
utilità sociale (Calenzano-Fi), Associazione Kwa Dumia (Parma),
Associazione per i diritti umani (Vittoria-Rg), Casa della Pace di Lucca
, Casa per la Pace (Trento), Centro di incontro delle culture (Canelli-At),
Centro multietnico Navile (Bologna), Comitato Città Aperta
(Aqui-At), Comitato di solidarietà (Ivrea), Comitato lucchese aiuti
ex-Jugoslavia, Comitato Pace e accoglienza (Schio-Vi), Commissione
comunale pace (Bagno a Ripoli-Fi), Coop. Crescere insieme (Aqui-At),
Finis terrae (Bari), Forum per la pace (Rovigo), Gruppo Insieme Zajedno
(Roma), Ipsia-Milano, Laici Terzo Mondo (Napoli), L'impasto-Comunità
teatrale nomade (Reggio Emilia), Lodi per Mostar (Lodi), Lunaria,
Opera Nomadi (Padova), Progetto Zakhor (Asti), Rete antirazzista
(Venezia), Rete d'urgenza (Torino), Sportello legale immigrati (Napoli
), Toni Corti (Padova), Comitato per la difesa dei diritti degli
immigrati-Lecce, Naga Milano, L'isola che non c'è (Cgil, Cisl, Uil)-Vicenza,
Ciac (Centro Imigrazione, Asilo, Cooperazione Internazionale di Parma e
provincia).
Walter Citti (segretario
ASGI), Nazarena Zorzella (avvocato Bologna), Marco Paggi (avvocato-Padova),
Piero Colacicchi (Comitato nazionale Rom e Sinti), Giogio Bisagna (avvocato,
Palermo), Maurizio Melloni (avvocato, Milano), Gigi Perrone-Università
di Lecce, Simonetta Furlan (avvocato-Firenze), Aurora D'Agostino
(avvocato-Padova), Annamaria Alborghetti (avvocato-Padova), Martina Meneghello
(avvocato-Padova), Vincenzo Tallarico, Benedetta Pricolo, Ettore Gamerro,
Silvia Camelotto.
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