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Pisapia: "Quei centri
di detenzione violano i diritti umani e civili"
Una proposta di legge contro l'incarcerazione
di chi non ha commesso reati
Chiudere i centri di detenzione permanente, chiamati "lager" da chi li contesta e centri di permanenza temporanea dalla legge (spesso tradotti per la stampa in un rassicurante quanto falso "centri di accoglienza" abitati da "ospiti"): è la proposta di legge annunciata il 30 gennaio 2000, all'indomani della protesta di via Corelli a Milano e a due settimane da quella di Roma, dal parlamentare di Rifondazione Giuliano Pisapia, ex presidente della commissione giustizia della Camera. Pisapia ha fatto sapere che chiederà a tutti i deputati del Centrosinistra e dell’opposizione di aderire a questa sua iniziativa . Secondo il parlamentare, «non è più procrastinabile» un intervento legislativo che modifichi la situazione attuale. Pisdapia ricorda che le condizioni nei centri «sono spesso drammatiche sia dal punto di vista igienico-sanitario sia sotto quello della tutela dei diritti e delle garanzie, ma soprattutto essi sono dal punto di vista giuridico incompatibili con i principi costituzionali e con le garanzie di uno Stato di diritto».E aggiunge: «Al di là della eufemistica denominazione prevista dalla legge, i centri si configurano quali veri e propri "centri di detenzione amministrativa" e dunque luoghi di detenzione a tutti gli effetti, in cui però non sono recluse persone che hanno commesso un reato o che sono sottoposte a procedimento penale, ma cittadini extracomunitari che, nell attesa che venga valutata la loro posizione, vengono privati della libertà personale e sottoposti a un trattamento che viola i loro diritti umani e civili e la loro dignità»..
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o | Nel quadro della protesta azionale contro i centri di detenzione per stranieri segnaliamo un'iniziativa parlamentare |
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