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editoriali

Diaspora palestinese: i tratti di un genocidio
Un'analisi e un invito alla riflessione sulla tragedia di un popolo e sui silenzi complici
 

di PAOLO ZORATTI

   Siamo di fronte all'espropriazione di un popolo che ha i tratti di un genocidio, ma nessuno sembra esserne turbato. Tutti i giornali considerano la cosa come un confronto politico e militare tra uguali, e usano sempre il termine ambiguo e generico di "violenza", sempre ipocritamente deprecata, e attribuita ai mitici "opposti estremismi". (Chi non ricorda la tesi degli opposti estremismi, che trent'anni fa ha contribuito a paralizzare la resistenza operaia alla ristrutturazione industriale selvaggia?). E comunque nessuno mette in discussione la posizione di Israele e la sua spietata politica di espropriazione, espulsione e conquista. La distinzione tra oppresso e oppressore è scomparsa dalle coscienze. Perchè tutti accorrono sempre in soccorso del più forte e del vincitore? Codardia o servilismo? Perchè Israele deve avere sempre ragione? 

   Forse fra 3O anni, anche quelli che oggi mettono l'oppresso e l'oppressore sullo stesso piano si commuoveranno sul destino del popolo palestinese, proprio come oggi si commuovono sul destino degli indiani d'America : ma appunto, avranno cura di farlo solo dopo che saranno scomparsi. Il guaio, con certi liberali, è che combattono sempre oggi le battaglie di ieri, e domani combatteranno quelle di oggi. 

  In conclusione: è possibile che come lettore distratto di Nonluoghi io abbia perso gli articoli su questo problema. Sarò lieto di conoscere la vostra posizione, o le posizioni dei vostri collaboratori e lettori, su questo problema

   Ecco quindi alcune domande: 
Non vi pare che Israele svolga un ruolo importante per conto degli Stati Uniti e dell'Europa, come potenza coloniale per procura? 
 Forse la guerra endemica israeliana serve a controllare il petrolio? O il Mediterraneo? 
O Israele è stato creato dal nulla come una spina militare ed economica nel fianco della  nascente concorrenza delle borghesie islamiche dell'area? 
   E il problema dei "bantustan", scomparsi in Sudafrica per rinascere nei "territori"? 
  E la forza lavoro a basso costo di milioni di palestinesi, ottima anche per i paesi arabi dell'area e per la stessa borghesia palestinese? Hanno i loro albanesi proprio fuori dalla porta di casa. Meglio di così! 
   E il problema dei 3,5 - 4 milioni di profughi. Non vi pare una tragedia biblica? E le centinaia di villaggi distrutti con la dinamite e le ruspe dal '48 ad oggi? 
Una parte del bilancio israeliano è finanziata direttamente dagli USA. Quanti milioni di $ all'anno? E come ricambia Israele questi regali americani? Non son mica noccioline e neanche il cane scodinzola senza motivo. E le violazioni di tutte le risoluzioni ONU? Ci sono paesi che sono stati bombardati dagli Stati Uniti e dall'Inghilterra per aver violato risoluzioni ONU. Come mai nessuno s'indigna? 
   E perchè mai i debiti di Auschwitz devono essere pagati dai palestinesi? Non erano i tedeschi che li avevano contratti? Non era più ragionevole assegnare al popolo ebreo la Baviera, dove c'era anche acqua in abbondanza, senza doverla rubare al Libano, ai palestinesi e alla Giordania? 
   E come mai nessuno si preoccupa per la minaccia nucleare rappresentata da uno stato con il grilletto facile, l'invasione facilissima e la colonizzazione congenita fin dall'epoca di Gerico? 
   E perchè mai le prese di posizione  contro la politica dello stato di Israele vengono volutamente confuse con l'antisemitismo? Non sarà un ricatto un po' vigliacco?
   Sarò lieto di leggere qualche presa di posizione di lettori e collaboratori su questo problema: Nonluoghi può diventare anche una palestra di idee per i lettori. Non mi pare una cattiva idea. 



Leggi una replica a questo articolo (16 ottobre 2000)
o Da Paolo Zoratti, lettore di Nonluoghi che ci segue da Belluno fin dai primi passi del nostro sito, riceviamo 
e volentieri pubblichiamo questa  lettera 
che analizza
la situazione mediorientale e ci invita a dedicarle maggiore spazio.

Un articolo
sul congresso
del movimento Abnaa
el ballad, 
che riunisce 
molti studenti 
arabi in Israele

Le notizie e 
altri commenti 
sulla questione palestinese
e sulla repressione israeliana
nel notiziario
di Nonluoghi
 

(9 ottobre 2000)
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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