nonluoghi |
interviste
|
|
|
|
|
|
i | i | |
|
|
|
|
|
|||
|
interviste |
|
|
|
Storia
della religione o storia delle religioni? Ovvero quale convivenza?
Tre interviste.
Mahmud Salem Elsheikh: "Di fondo c'è il rispetto dei diritti
universali"
di ALDA RADAELLI D. Gli attacchi che arrivano da più parti alla scuola pubblica fanno pensare che il problema non sia tanto l’ora di religione intesa quale nuova disciplina, ma la funzione che intendiamo dare alla scuola quale elemento basilare di formazione delle nuove generazioni. Come vive lei queste tensioni? Elsheikh.
Rispondo dal punto di vista della mia identità complessa che mi
rende come sono: profondamente legato alle mie radici arabe e altrettanto
identificato con il paese in cui ho vissuto tutta la mia vita attiva, di
cui sono diventato cittadino, dove ho formato la mia famiglia, dove sono
nati i miei figli. La mia unica vera ricchezza non è fatta di titoli
universitari, di posizioni acquisite, di prestigio, ma è questa
mia identità, unica, fatta di appartenenze diverse e altrettanto
irrinunciabili.
D. Come le piacerebbe che fosse questa sua patria d’adozione? E. Non vorrei parlare a titolo personale, poiché le mie idee sono condivise da molti altri intellettuali. Faccio riferimento ad un documento che ha raccolto molte firme, dal titolo: la convivenza possibile. Cito dal documento: “L’Italia è un grande paese democratico, dove i diritti universali della persona vengono solennemente affermati, e- tra molti ritardi e contraddizioni- tutelati. Quei diritti segnano la via maestra per formulare garanzie, ma anche doveri; prerogative, ma anche obblighi; libertà, ma anche vincoli. In altri termini, reciproca responsabilità”. L’impegno di noi tutti cittadini italiani, d’origine o acquisiti, è assumerci questa responsabilità reciproca. D. Lei parla degli stranieri come lei, già integrati come cittadini italiani: ma a scuola ci vanno sempre più scolari delle elementari e allievi delle secondarie le cui famiglie provengono da tutte le parti del mondo. Diritti e doveri riguardano tutti i cittadini stranieri in senso lato? E. Dipende: si può richiedere loro che rispettino dei doveri, semprechè siano loro riconosciuti anche i diritti politici, come quello al voto nelle elezioni amministrative. Tra i doveri, vorrei ricordare l’interdizione di pratiche che- in nome di presunti motivi religiosi o tradizioni culturali- attentino all’integrità e alla dignità della persona. D. E per quanto riguarda l’insegnamento della religione, o delle religioni, nelle scuole? E. La differenza di opzioni
religiose, forme culturali e stili di vita non comporta, di necessità,
lacerazione: opzioni religiose, forme culturali e stili di vita possono
convivere nella diversità e nel rispetto reciproco, laddove siano
garantiti da comportamenti paritetici. Se una confessione religiosa accampa
una posizione di privilegio sulle altre (mi riferisco alle grandi religioni
universali), questo rispetto reciproco viene a mancare.
|
o | La
nuova riforma scolastica introduce il concetto di storia delle religioni
(al plurale) come tentativo di superare la tradizionale identificazione con un’unica religione, quella cattolica, nel nostro Stato in cui convivono ormai comunità sempre più ampie portatrici di culture diverse. Nonluoghi ha intervistato Mario Alighiero Manacorda, storico dell’educazione, Mahmud Salem Elsheikh, filologo, e Bruno Segre, sociologo. (8 gennaio 2001) Le
news
|
|
|
percorsi |
|
|
|
|
|
|
|