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L'ombra del Potere e l'autocensura "illuminata"
Merano, un giornalista scrive una storia che piace. Poi viene accantonata perché scomoda
 

di RICCARDO DELLO SBARBA

    Questa storia la conosciamo in due, massimo tre. E’ la storia di un grosso appalto di lavori pubblici e di due paginette che raccontavano su Merano cose che infastidivano la gente che conta. Le paginette le potete leggere alla fine di questa storia. Ma vi avverto: è la storia di una sconfitta.

   Dunque, era più o meno due anni fa. A Merano avevano deciso di ristrutturare radicalmente le Terme (di fama mondiale, ma piuttosto in declino) e per fare le cose in grande avevano indetto un concorso internazionale di idee. La predisposizione e poi la gestione del concorso era stata affidata a un gruppo di architetti di Bolzano. 
Questi architetti avevano avuto un’ottima pensata: accompagnare il bando di concorso con una serie di scritti, tra il giornalistico e il letterario, che avessero per tema Merano. Per dare un impulso a chi da Berlino, Roma, Londra o perfino Madrid si sarebbe cimentato col tema, conoscendo Merano solo dall’esterno. Così, invece, si sarebbero fatti idee più precise.

   Tra i testi, naturalmente, non potevano mancare quelli scritti da meranesi illustri – e magari interessati alla fortuna turistica della città. Ma gli architetti volevano che ci fossero anche sguardi un po’ diversi, affettuosi ma critici, informati ma esterni alla cucina cittadina.  Erano architetti piuttosto alternativi, volevano seminare anche qualche dubbio. Uno in italiano, uno in tedesco.
   Per il tedesco, avevano pensato al testo “meran” del poeta sudtirolese Norbert Conrad Kaser, una prosa che comincia: “du gutes bundesdeutsches altersheim…” (tu, buon cronicario germano-federale…). Per l’italiano, chiesero a me.
Non so perché lo fecero; forse perché ero a portata di mano, forse perché gli piaceva quel che scrivevo, forse perché ero l’unico italiano in un giornale tedesco (la “FF”), il che in questa terra ti rende più presentabile – insomma, dissi sì. Un testo breve, su Merano. Quando glielo consegnai gli piacque e ci tennero a dirmelo.
Un anno dopo il concorso si è concluso, vinto da uno studio di architetti (di Berlino, mi pare). Guardo il plastico e mi chiedo se anche il mio scritto ha contribuito. Domando. Vedo intorno facce imbarazzate.

   Domando di nuovo e mi viene detto che – purtroppo – il mio testo non è stato utilizzato: dentro c’erano dei riferimenti a persone che contano, con le quali già c’erano problemi e non se ne potevano aggiungere altri.

   Non ci si resta bene. Il pezzo che non avevano digerito era quello sul Kursaal, la sala pubblica di gran gala di Merano, usato spesso per i balli del potere: e lì si citava– non per nome, ma riconoscibili lo stesso -  un po’ di gente che conta. Tra gli altri, il presidente della Provincia Luis Durnwalder, l’europarlamentare e padrone della casa editrice Athesia (“Dolomiten”) Michl Ebner e l’ingegner Siegfried Unterberger, il grande costruttore, l'ex Obmann della SVP, l'uomo che - si dice - a Merano conta più di tutti". Il quale era, anche in questo appalto delle Terme, membro della commissione giudicatrice dei progetti, o che so io.
Non ci si resta bene. Mi è perfino venuto da pensare: se me lo dicevano, magari quella frase la toglievo. Poi ti penti di averlo pensato. Però, accidenti: va bene buttare il testo (scritto gratis) nel cestino, ma almeno potevano avvertirmi.
Cose così ti fanno sentir male. Vedi le facce imbarazzate di quegli amici architetti piuttosto alternativi, capisci che non avrebbero voluto dirtelo né ora né mai, li immagini lì, nello studio, a girarsi tra le mani quelle paginette. E poi decidere di buttarle, per autocensura più che altro, perché non penso che siano mai arrivate nelle mani dei “principi” (come li chiama l’ex deputato SVP Hubert Frasnelli nel suo libro-denuncia “Die Herrschaft der Fürsten“).

    Però a me brucia. Brucia sentire l’invadenza del potere e la sua arroganza, che più si esercita sulle piccole cose e più te la senti addosso. 
Come vedete, è una sconfitta piccola, meschina; non ci puoi fare l’eroe, con una sconfitta così.
   Qualche giorno dopo ho saputo che anche il testo di Norbert Conrad Kaser era stato eliminato dal bando di concorso.


o Riccardo Dello Sbarba (Volterra, 1954), insegnante e giornalista,
è collaboratore
in lingua italiana del settimanale
“FF – die Südtiroler Wochenzeitung“ e corrispondente dal Sudtirolo del "Manifesto".

In questo articolo per Nonluoghi racconta la vicenda legata a un suo scritto critico su Merano, preparato nel quadro delle iniziative a margine del concorso di idee per il progetto di ristrutturazione delle Terme
di Merano
ma poi  finito 
nel cestino.

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