le
interviste
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Città e campagne violentate:
storie di famiglia barricate
Mitrovica: oltre il ponte della separazione
albanesi chiusi in casa nella zona serba
Gorazdevac: contadini serbi assediati
nel loro piccolo villaggio a rischio pulizia etnica
Da otto mesi vivono barricati in casa nella città della separazione, Mitrovica: gli albanesi da una parte, i serbi dall'altra. Mitrovica è un luogo di continui scontri. Siamo entrati nella enclave serba e siamo andati a casa di una famiglia kosovara di etnia albanese che vive barricats: da otto mesi non esce di casa, sono i militari che provvedono ai viveri. Una settimana fa una bomba è esplosa sulla porta di casa e il muro è sforacchiato dai colpi di mitra. "Una paio di volte hanno tirato le bombe nel nostro giardino - racconta il marito - e hanno spaccato i vetri delle finestre. Abbiamo chiamato i militari, sono venuti i russi e i francesi, ma non hanno preso i responsabili (dei quali ho fatto i nomi), né hanno potuto migliorare le nostre condizioni di sicurezza. I criminali vanno e vengono. I miei vicini serbi stanno sempre in guardia... Viviamo male, non possiamo uscire....". Ma ci sono anche
i serbi, ormai in numero irrilevante, che soffrono nelle loro enclave presidiate
dai militari della forza internazionale.
"E' dura vivere qua - racconta Mira - da quanto siamo rientrati in Kosovo lo scorso anno, il 24 agosto 1999. Non possiamo muoverci, qua intorno sentiamo sparare. Aspettiamo nella speranza che la situazione migliori e che tornino quelli che ancora sono fuori. Vorremmo poter vivere come prima, tutti insieme. Il mondo ha fatto in modo che gli albanesi tornassero in Kosovo, ora dovrebbe fare altrettanto per i serbi". L'intolleranza che hanno subito i kosovari albanesi ora la stanno subendo i kosovari serbi. Nella zona di Peja-Pec sono spariti 399 serbi: quasi sicuramente uccisi per vendetta. Ma c'è chi tenta di favorire la riconciliazione come i volontari impegnati nell'operazione Colomba.
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o | Mitrovica
è la città escandescente, il simbolo più tragico della
convivenza che non c'è. Qui c'è il ponte della divisione
fra le zone abitate dalle due etnie. Il ponte delle marce e dei picchetti.
Il ponte diventato simbolo degli scontri di questi ultimi mesi.
Paolo Tessadri, a Mitrovica e a Pec-Peja, ha raccolto queste interviste durante un viaggio in Kosovo poche settimane fa. Torna
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