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"ECCO COME HO INCONTRATO BIN LADEN..."
Voci dal fanatismo: intervista con Hamid Mir. Il biografo del terrorista arabo parla di "scontro tra viviltà"

 
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_____________________________________di Sergio Nazzaro__________

"Si stiamo andando incontro ad uno scontro tra civiltà, perché i governi cristiani supportano la politica estera americana, che ha due pesi e due misure”.

Questa la posizione di Hamid Mir sulla guerra in corso in Afghanistan. Biografo di Osama Bin Laden e direttore del quotidiano in lingua urdu Ausaf, in precedenza ha anche collaborato con il Daily Pakistan. Durante questa collaborazione Hamid Mir ha incontrato più volte Osama Bin Laden, per intervistarlo. Durante queste interviste lo stesso Osama Bin Laden lo ha scelto come suo biografo personale, siglando con il giornalista un accordo scritto, che comprende anche una piena libertà di edizione per le lingue urdu ed inglese. 
Nell’intervista rilasciata esprime anche le sue riflessioni sulla posizione dell’Italia in questo conflitto: “Perché il vostro primo ministro Berlusconi è contro l’Islam? Certo non sta facendo un buon lavoro per l’Italia”.
 

Mir, è la prima volta che la CNN è tagliata fuori da un conflitto. Ed avendo però acquistato i diritti di Al Jazeera ed autocensurandosi, ha provocato una sorta di “buco nero” nell’informazione occidentale. Cosa ne pensa lei di questa differente copertura giornalistica? E per quanto riguarda i media quali alternative ci può indicare?

“La Cnn è fuori dalla copertura di questa guerra per la sua attitudine verso i talebani. I talebani hanno espulso il corrispondente della CNN Nick Robertson da Kabul, perché si era basato solo sulla verità di una sola fonte, quella occidentale. Per avere informazioni giuste si possono consultare i siti web dei quotidiani pakistani in lingua inglese, come The Nation, The News, e si può anche trovare informazione corretta sul sito islamonline.net”.

Come vede lei questa guerra, dall’interno del Pakistan? Qual è il punto di vista dei media?

“Questa non è una guerra contro il terrore o il terrorismo, questa è una guerra contro l’errore. Mi spiego è una guerra contro gli errori e le bugie della politica americana. Questa guerra potrà solo spargere fuoco sull’odio in Pakistan e in altre nazioni islamiche contro l’Occidente”.

In questo momento sembra che il Pakistan abbia assunto una posizione equilibratrice. Quali i rischi insiti in questa posizione?

“Il Pakistan non rappresenta certo una nazione che si pone come possibilità di equilibrio. Il nostro governo si mantiene sulle stesse posizioni degli Stati Uniti. E la gente è contro di noi. Moltissimi pakistani non stanno assolutamente con i talebani, ma certamente sono contro la politica americana. Oltremodo, noi possiamo anche avere, qui in Pakistan, una guerra civile in un futuro vicino. C’è un fortissimo fronte anti americano”.

Gli Stati Uniti sono sotto attacco bio-terroristico. Qual è il suo pensiero in merito a questa situazione, è un vero attacco o un problema interno degli USA?

“L’antrace è un problema interno degli Stati Uniti. Noi pensiamo che l’AIDS sia una malattia creata dalle mani dell’uomo, lo stesso vale per l’antrace”.

Come considera il potere talebano, cambiandolo si risolveranno i problemi dell’Afghanistan? E perché solo il Pakistan ha riconosciuto un potere politico lontano dai diritti umani? 

“Destituendo i talebani non si risolveranno i problemi che ci sono in questo momento. I talebani possono lottare per molto tempo. Il Pakistan non può creare legami con l’Allenza del Nord, perché essa, l’Allenaza, è contro il Pakistan e la sua politica. I talebani non sono coinvolti nelle violazioni dei diritti umani. Non hanno mai bombardato la Croce Rossa e gli uffici dell’Onu a Kabul, non stanno bombardando ospedali, non stanno uccidendo civili. Stanno solo difendendo la loro propria nazione. La vostra nazione è alleata con un potere che bombarda gli uffici della Croce Rossa. Lei pensa che sia un’organizzazione terroristica la Croce Rossa?” 

Tutti hanno detto di tutto della persona e sulla persona di Osama Bin Laden. Ci può lei, come suo biografo ufficiale, descrivere l’uomo che incute terrore ad una parte del mondo, mentre da altri è visto come un eroe?

“Osama Bin Laden vuole espellere le truppe degli Stati Uniti dall’Arabia Saudita, vuole la liberazione della Palestina. E’ una persona che parla con calma ed è umile, che vedevo giocare con il figlio Ali davanti a me. Lui è solo il beneficiario della pessima politica estera del governo americano. Un eroe per difetto”.

Che cosa bisogna attendersi da questa guerra?

“Questa guerra non finirà facilmente. I talebani hanno ucciso il migliore e il più importante dei comandanti a favore di Zahir, Abdul Haq. Non sono all’estremo delle loro forze”.

Crede che siamo di fronte ad uno scontro tra civiltà?

“Si stiamo andando incontro allo scontro tra civiltà, perché i governi cristiani supportano la politica estera americana, che ha due pesi e due misure”.

Come vede la posizione dell’Italia in questo conflitto? La nostra nazione deve temere qualcosa?

“L’Italia fa parte di un’alleanza in questa guerra. Il vostro paese sta proteggendo Zahir Shah, il quale è odiato in Afghanistan. Quale sarebbe la reazione dell’Italia se la Città del Vaticano fosse circondata da truppe islamiche? Ora le terre a noi sacre dell’Arabia Saudita sono circondate dalle truppe americane. La presenza di queste truppe militari è una via di uscita per Osama Bin Laden, se questa via d’uscita sarà sbolccata, allora anche Osama sarà disinnescato. L’Italia dovrebbe chiedere agli USA di lasciare l’Arabia Saudita. Osama non sta combattendo contro i cristiani, lui sta combattendo contro la politica degli americani, e poi perché il vostro Primo Ministro Berlusconi è contro l’Islam? Certo non sta facendo un buon lavoro per l’Italia”. 

Sergio Nazzaro © www.clorofilla.it 


L'INTERVISTA CON BIN LADEN DI HAMID MIR

Pubblichiamo alcuni stralci dell'intervista a Bin Laden rilasciata ad Hamid Mir per i giornali Ausaf e Dawn che l'hanno diffusa il 10 novembre. La traduzione è frutto di una comprazione di alcune versioni apparse sulla stampa italiana e anglosassone.
 

Nell'intervista il terrorista arabo afferma, tra l'altro: «Noi possediamo armi chimiche e nucleari come deterrente, e se l'America le userà contro di noi, ci riserveremo il diritto di adoperarle».
Mir ha riferito di aver incontrato Bin Laden "in un luogo freddo non lontano da Kabul". Il giornalista pachistano è stato prelevato nella capitale, bindato e traposrtato in auto per alcune ore (quattro-cinque) fino al bunker di Bin Laden.
Ecco la traduzione di una parte dell'intervista.
 

Dopo il bombardamento americano del 7 ottobre, lei ha dichiarato alla tv Al-Jazeera che gli attacchi dell'11 settembre erano stati compiuti da musulmani. Come faceva a sapere che si trattava di musulmani?

«Sono stati gli americani stessi a rendere nota una lista dei sospetti degli attacchi. Erano tutti musulmani, 15 di loro erano dell'Arabia Saudita, due degli Emirati Arabi Uniti e uno dell'Egitto. Secondo le informazioni di cui sono in possesso erano tutti passeggeri degli aerei. Ma l'America dice che erano dirottatori».

Come può giustificare la strage di persone innocenti alla luce degli insegnamenti dell'Islam? 

«E' una questione molto delicata del nostro diritto. Se un nemico occupa un territorio musulmano e usa la gente comune come scudo umano, allora è consentito attaccare il nemico. L'America e i suoi alleati ci stanno massacrando in Palestina, in Cecenia, in Kashmir e in Iraq. I musulmani hanno il diritto di attaccare l'America, come rappresaglia. Gli attacchi dell'11 settembre non erano diretti contro le donne e i bambini. I veri obiettivi erano le icone della potenza economica e militare dell'America. Il Santo Profeta era contrario all'omicidio di donne e bambini. Il popolo americano dovrebbe ricordare che paga le tasse al suo governo, che elegge il suo presidente, che il suo governo costruisce le armi e le dà ad Israele che le usa per massacrare i palestinesi. Il Congresso americano approva tutte le decisioni del governo e questo dimostra che l'America tutta è responsabile delle atrocità perpetrate nei confronti dei musulmani. Il popolo americano si è già sollevato contro il suo governo durante la guerra del Vietnam. Ora devono fare la stessa cosa. Deve far cessare il massacro dei musulmani perpetrato dal loro governo». 

Fonti occidentali sostengono che lei stia cercando di procurarsi armi chimiche e nucleari. Quanta verità c'è in queste dichiarazioni? 

«Ho sentito il discorso del presidente Bush ieri. Cercava di spaventare i paesi europei, affermando che Osama voleva attaccarli con armi per la distruzione di massa. Intendo dichiarare che se l'America userà contro di noi armi chimiche o nucleari, noi risponderemo con armi chimiche e nucleari. Abbiamo queste armi come deterrenti». 

Da chi ha avuto queste armi?

«Passiamo alla domanda successiva».

In molti paesi europei sono in corso grandi dimostrazioni per protestare contro gli attacchi americani in Afghanistan. Migliaia di manifestanti non sono musulmani. Qual è la sua opinione? 

«In Occidente ci sono molte persone innocenti e dal cuore buono. I mezzi di comunicazione americani li istigano contro i musulmani, tuttavia alcune persone di buon cuore protestano contro gli attacchi americani, perché la natura umana aborre l'ingiustizia».

Alcuni affermano che la guerra non è mai una soluzione. Lei crede che esista una formula politica per porre fine a questa guerra?

«Dovrebbe porre questa domanda a chi ha dato inizio a questa guerra. Noi ci stiamo soltanto difendendo».

Se l'America lasciasse l'Arabia Saudita e la moschea di AlAqsa fosse liberata, lei si consegnerebbe a qualche paese musulmano per sottoporsi a giudizio?

«Soltanto l'Afghanistan è un paese islamico. Il Pakistan segue la legge inglese. Non considero neppure l'Arabia Saudita un paese islamico. Se gli americani hanno delle imputazioni a mio carico, anche noi ne abbiamo a loro carico».
 
 

16 novembre 2001

Ringraziamo Sergio Nazzaro di averci proposto la pubblicazione di questa intervista - diffusa da Clorifilla.it - fatta al biografo pakistano di Bin Laden, il giornalista Hamir Mir, che qualche giorno dopo questa intervista ha avuto la possibilità di incontrare il capo della rerte terroristica Al Qaida (in fondo riportiamo qualche stralcio anche di quella intervista).

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