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pensieri
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La notizia tra il genoma
e Fatima...
Una inutile giornata di ordinaria monotonia
alla catena di montaggio dell'informazione
Che giornata per l'informazione, quella di ieri e di riflesso, anche di oggi. Due le notizie del giorno, secondo i mass media e chi li manipola: l'annuncio del sequenziamento del genoma umano e l'annuncio del terzo segreto di Fatima. Nel primo caso, conferenze stampa a catena nelle capitali del mondo (stile pubblicità dei profumi all'Aeroporto; Londra, Parigi, Tokyo, New York) per ripeterci quello che in realtà con altrettanta enfasi ma minore esaltazione della forma ci era stato comunicato un paio di mesi fa. Dalla Casa Bianca si è scomodato nientemeno che il presidente Clinton e in teleconferenza non è mancata la voce del premier britannico Blair (attenti a quei due, si dicono ancora le genti dall'altra parte dell'Adriatico). I due alleati dell'umanità ci hanno spiegato che ora le malattie saranno piegate a colpi di genetica applicata, che vivremo di più, felici e contenti. Uno scriteriato scienziato inglese intervistato dall'Ansa dice che, grazie alla scoperta, la vita umana potrà arrivare a 1200 anni, ma ha l'accortezza di aggiungere che questo potrebbe causare qualche problema sociale per la imprevista competizione fra i giovani e i nonnini pressoché immortali. Qualcuno - dietro le quinte del magico sipario mediatico - ricorda che con questa storia si apre anche una prospettiva inquietante di possibili manipolazioni genetiche raffinate, selezioni innaturali, neonati fatti su ordinazione eccetera... Per fortuna
il Nobel Renato Dulbecco, facendo un po' il guastafeste, ricorda almeno
che per vedere reali trasformazioni in campo medico in seguito alla scoperta
ci vorranno almeno cinquant'anni: identificata a fatica la sequenza dei
geni, ora bisogna capire che cosa fa ognuno di loro.
L'altra notizia
del giorno è la diffusione della terza parte del "segreto di Fatima",
cioè il messaggio scritto nel 1944 da una suora che era uno dei
tre pastorelli che ebbero la visione della Madonna nel 1917. A parte ogni
considerazione sull'approccio massmediatico alla vicenda - con gli ardui
e ricorrenti parallelismi fra l'immagine di un vescovo colpito per
mano miltare e l'attentato al Papa - , va rilevato che la stessa Chiesa,
per voce del cardinale Ratzinger, ha precisato che si tratta di una "rivelazione
privata" che non ha alcun valore "erga omnes", in altre parole, un buon
cattolico praticante può più o meno ignorare Fatima e i pastorelli
senza avere sensi di colpa. Inoltre, lo stesso cardinale nella sua interpretazione
teologica precisa che resta deluso chi si aspettava previsioni apocalittiche
e che in ogni caso non si può parlare di una "visione del film del
futuro: il futuro che non è affatto determinato in modo immutabile".
Dunque, neanche Fatima nell'anno giubilare cambierà la nostra vita. Resta da chiarire perché tante pagine di giornale e minuti di radio e televisione siano stati dedicati a questa e all'altra notizia del giorno. La sensazione
è che in generale i giornalisti (e gli editori) siano sempre più
lontani dalla percezione della vita che hanno le persone medie. Nelle redazioni
si formano e si moltiplicano in un perverso circolo vizioso i clichè
buoni per tutte le stagioni: l'importante è che non ci sia bisogno
di troppo impegno critico (per il quale spesso ormai non c'è più
il tempo materiale: si è incatenati alle scrivanie) ma che si possa
presentare una bella notizia a tutto tondo che incuriosisca e faccia parlare
la ggente.
Siamo un bel coro di voci bianche. Che spesso cantano in playback. (z. s.)
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o | Qualche
amara riflessione dopo l'ennesima giornata mediatica da dimenticare...
(27
giugno 2000)
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