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interviste
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Un
giorno in via Paolo Fabbri 43
Via Paolo Fabbri 43, a Bologna. Fa un effetto strano suonare il campanello sulla porta di una canzone che hai sentito decine, forse centinaia di volte. Francesco Guccini si affaccia e visto sulle scale dell'entrata sembra ancora più alto del suo metro e novanta o giù di lì. Uno potrebbe aspettarsi un uomo tutto nervi e rivoluzione, un ribelle un po' inquieto. Invece Francesco Guccini ha l'aria e il tono pacato dello studioso, dello scrittore che ama immergersi nelle letture, nelle pieghe della storia, possibilmente lontano dalle frenesie postmoderne. Ne esce, indirettamente, un anche un racconto sul passare degli anni, sulle stagioni della vita, sui limiti temporali dell'impegno civile, sui confini dell'utopia. Gli ho chiesto: Non ti delude la poca voglia di cambiare che c'è in giro? Ha risposto: "No, sono i tempi che impongono le loro ragioni..." Ma si può tendere all'utopia per crescere... "Bisogna resistere, difendersi...". |
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