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percorsi
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Medicina naturale e autoguarigione,
l'altra via (boicottata) al benessere
Osteopatia e dintorni olistici, uno sguardo
a un volume dell'americano Andrew Weil
La mucca pazza dall'I’inghilterra. Risultato dell’uso di mangimi adulterati. Dalla Scandinavia, il pollo letale, a causa di un batterio killer. Scatenato dall’impiego costante di antibiotici. La natura si ribella in modi diversi e spesso drammatici ai comportamenti umani che ignorano e financo sabotano il «cerchio da chiudere» di cui parla l’ecologista Barry Commoner: il ciclo biologico, il grande segreto della vita sul pianeta terra. Laura Conti scriveva
anni fa del suo conoscente architetto convinto delle infinite capacità
rigeneratrici della natura; una tesi contrapposta a quella dell’amico filosofo,
che insisteva sui confini segnati dall’entropia e sul rischio di accelerare
vertiginosamente il degrado della qualità della vita, fino ad annullare
le condizioni fisiche della sopravvivenza mediante comportamenti collettivi
disinvolti e spesso subordinati a logiche meramente economiche.
Il sistema di autoguarigione Ma anche il sistema
di auto-guarigione, come lo scorrere della vita sul pianeta terra, funziona
se si rispettano alcune condizioni di fondo, altrimenti si riduce o si
estingue. Lo spiega Andrew Weil nei suoi fortunati volumi, come “Guarire
da soli: guida alla salute naturale" (Mondadori, 371 pagine, 32 mila lire).
Quel vecchio medico che guariva con le mani Dunque, Weil torna in America.
E a Tucson, Arizona, incontra un medico ottuagenario (oggi ultranovantenne)
di formazione osteopatica: Bob Fulford. Un vecchio venuto da Cincinnati,
che a Tucson si è ritirato in pensione. Ma, in seguito a un suo
intervento in un’emergenza per salvare un bimbo con la polmonite, la sua
fama si diffonde anche lì ed è costretto dalle circostanze
a riprendere la sua pratica. Le sue sedute sono brevi: poche domande al
paziente, controllo degli arti, della respirazione e degli «impulsi
craniali»;
Un osteopata "vecchio stampo" Andrew Weil rimane stupefatto: "A poco a poco cominciai a rendermi conto che stavo assistendo a qualcosa di straordinario. In realtà, quell’uomo anziano di poche parole con le sue mani forti stava guarendo molte persone che venivano da lui con i disturbi più diversi spesso in una so la seduta. Anche se, apparentemente, la sua terapia sembrava del tutto insignificante". Bob Fulford
è un osteopata «vecchio stampo»: si attiene severamente
ai principii del fondatore di questa disciplina medica, Andrew Taylor StilI
(1828-1917) che rinnegava farmaci tossici e limitava la terapia alla manipolazione
delle ossa. "La - teoria - spiega Weil - era di regolare le attività
del corpo dal punto di vista meccanico, per permettere al sistema circolatorio
e a quello nervoso di funzionare a dovere e di far fluire le forze
guaritrici verso le zone malate".
Lasciar andare il movimento ritmico del corpo Già allora, dunque, Fulford era convinto che "il sistema nervoso centrale e le strutture a esso associate hanno un movimento ritmico continuo che è la caratteristica fondamentale - (forse la più importante) della vita umana e della salute dell’uomo". Il dottor Sutherland pensava di aver individuato i meccanismi regolatori di questo movimento vitale e a tale intuizione s’ispira l’attività di Fulford. In sintesi, capire se il «sistema» gira bene o se bisogna intervenire perché si è «inceppato» (a causa di un trauma fisico o psichico, spesso risalente ai primi anni di vita o addirittura al momento del parto). La violenza della medicina scolastica Dalla lunga esperienza
accanto al vecchio Fulford, l’autore trarrà una serie di osservazioni
fondamentali: "Il corpo tende verso lo stato di benessere; la guarigione
è una forza naturale; il corpo è un tutt’uno e tutte le sue
parti sono collegate fra loro; non esiste separazione fra mente e corpo;
le opinioni dei medici influenzano molto le capacità di guarigione
dei pazienti".
Medici e ospedali trasmettono pessimismo ai pazienti Ma Weil contesta non solo la "violenza" della medicina allopatica: anche il «pessimismo» che ospedali e dottori trasmettono al paziente. E delinea un futuro nel quale l’approccio sanitario porrà in primo piano la salute e non la malattia, pur senza escludere le strutture e le terapie tradizionali per alcune emergenze in situazioni degenerate e per il pronto soccorso. A monte le cause sociali ed economiche Certo, in proposito,
vien fatto di osservare, che chi crede in una siffatta evoluzione dev’essere
uno spirito ottimista: in realtà, le cose sono parecchio complicate
e l’autore (almeno dal punto di vista del lettore italiano) sembra sottovalutare
il potente circolo della sanità ufficiale e lo sterminato business
dei farmaci, dei macchinari sanitari e degli esami cImici. Per non parlare
delle origini sociali e economiche della malattia che spesso stanno a monte...
(z. s.)
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o | La medicina tradizionale, industrializzata, gli ospedali, gli esami clinici a raffiche, gli interventi chirurgici assomiglia sempre di più a una rincorsa alla guarigione che avviene nello stesso contesto e con le stesse logiche dominanti nella società che la malattia, se non proprio produce, catalizza. La medicina naturale, tra le altre cose, tenta di restituire agli essere umani la forza di autoguarigione propria di ognuno.Il problema, è evidente, resta a monte, nello stile di vita e nelle costrizioni economiche e sociali che inducono a modi di vivere e di alimentarsi a rischio. Tuttavia, anche nel fronte strettamente terapeutico è ormai chiaro che qualcosa si può fare affinché le strade alternative alla medicina invasiva non siano più ignorate o boicottate dalle istituzioni pubbliche, come ancora in gran parte dei casi avviene. |
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