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percorsi
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Ecco perché chi
guadagna meno muore prima
Chi non lavora non fa l'amore, come recitava la canzonetta (antisessantottina) di Celentano, è un'affermazione che può essere messa seriamente in discussione: se è vero che una persona che viva una situazione di disoccupazione prolungata potrebbe vedere compromessa la sua possibilità di intrattenere rapporti sociali edificanti come quelli erotico-affettivi (non tutte le persone in stato di indigenza, ad ogni buon modo, risultano essere prive di partner), d'altro canto è anche vero che non tutti quelli che lavorano fanno sesso e che la maggior parte degli scambi erotici non avviene direttamente sui luoghi di lavoro. Si potrebbe problematizzare oltre, ma quel che più conta è che non esistono evidenze empiriche incontrovertibili a favore della tesi lavoro uguale sesso assicurato. "Siccome sei povero devi morire prima" è invece il titolo di un'importante pubblicazione di Alfred Oppholzer, studioso tedesco di epidemiologia sociale. Questa volta la tesi è solidamente supportata sia sul piano teorico che su quello empirico: esiste ormai una lunga tradizione (soprattutto anglosassone) di studi sulla relazione esistente tra condizioni socioeconomiche e stato di salute. In base ai risultati di questi indirizzi di ricerca è possibile affermare con relativa certezza che al variare di quella che gli esperti di settore definiscono la "triade meritocratica" (formazione, lavoro, reddito) variano i tassi di morbilità e mortalità.
Studi condotti nell'ambito dell'epidemiologia sociale, della medicina sociale,
della sociologia medica e della ricerca socio-stratificatoria sulla diseguaglianza
sembrano confermare come una correlazione inversa di questo tipo (meno
soldi, formazione, reddito hai, prima muori) abbia una validità
pressoché universale.
Non è superfluo sottolineare che questa verità teorica e statistica vale anche e soprattutto all'interno dei Paesi a capitalismo avanzato. Che cosa dobbiamo pensare quando ci ricordano che stiamo correndo verso una società duale? La società di chi ha troppo e di chi ha troppo poco o nulla è anche e soprattutto quella di chi muore e si ammala meno e di chi muore e si ammala troppo. Un tema tanto importante da non entrare nemmeno nell'orizzonte del discorso pubblico attuale...
* Pietro Frigato è studioso
dei costi sociali della produzione privata. |
o | Precario
che avanza La
chiamano flessibilità, nuova opportunità, mercato aperto,
svolta americana. In realtà, sa più che altro di fregatura
l'idea di mercato del lavoro che sta dietro alle ipotesi neoliberiste.
Certo, che il lavoro e i rapporti di produzione vadano trasformati è
evidente, che si debba cominciare dai più deboli, cioè i
lavoratori, lo è meno. E se anche le tradizionali ricette della
sinistra falliscono, forse si può tentare un altro sforzo di coraggio
e di fantasia nella discussione del sistema del lavoro, dei tempi, dei
modi, dei rapporti economici.
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