"Questo l'interrogativo del quale hanno discusso una
ventina di "addetti ai lavori" (studiosi e operatori del settore), in occasione
del workshop organizzato dal Centro studi emigrazione Roma. L'iniziativa,
concepita come opportunità di dibattito a partire da alcuni interventi
propositivi, ha inteso affrontare alcuni dei nodi ricorrenti nel dibattito
sull'immigrazione economica in Italia. Il lavoro degli immigrati contribuirà
a pagare le pensioni degli italiani? Qual è la dimensione dei disoccupati
di lungo periodo che incidono sul sistema di welfare? In sintesi: l'immigrazione
"serve" all'Italia, o l'accoglienza degli "extracomunitari" è sorretta
principalmente da un dovere di solidarietà?
Durante il workshop sono
state presentate le anticipazioni della ricerca condotta dal CSER per conto
di OSCAR (Opera Scalabrini di Cooperazione per le Aree da Riqualificare)
nell'ambito del progetto europeo ORME (Orientamento e Riqualificazione
dei Migranti in Europa). L'indagine tendeva a verificare l'atteggiamento
degli imprenditori del Triveneto in tema di potenziale assorbimento di
lavoratori stranieri. I risultati hanno confermato una tendenza crescente
degli imprenditori a ricorrere agli immigrati per le esigenze produt-tive:
il 27% degli intervistati, che rappresenta il gruppo di "potenziali utilizzatori",
esprime un giudizio positivo sulla presenza di immigrati In Italia e si
manifesta contrario al contingentamento come anche ad eccessivi vincoli
burocratici; il 18%, (gruppo degli "attendisti") ha dichiarato di non aver
mai avuto lavoratori extracomunitari ma allo stesso tempo non ha manifestato
alcuna preclusione nei loro confronti. Da notare che il 20% degli intervistati
ha dichiarato di "non conoscere l'attuale normativa sugli immigrati".
Ragionando di stime sull'occupazione
straniera non regolare nell'input di lavoro della contabilità nazionale,
è emersa con forza la mancanza di dati affidabili e compatibili,
in grado di far cogliere il cosiddetto "sommerso statistico". La carente
possibilità di integrare le fonti rende difficoltoso quantificare,
in termini di contabilità nazionale, l'apporto dell'immigrazione
regolare ma soprattutto irregolare. Un fenomeno quest'ultimo che si rivela
comunque in crescita.
Il dibattito ha evidenziato
la necessità di offrire opportunità serie di formazione e
riqualificazione professionale, in modo da sopperire al trend in discesa
del livello di qualificazione degli immigrati che desiderano lavorare in
Italia.
Un ulteriore argomento caldo
del dibattito sull'immigrazione riguarda l'apporto pensionistico dei lavoratori
stranieri. La valutazione, secondo un modello matematico-statistico, dell'incidenza
delle immigrazioni sul punto di equilibrio del sistema pensionistico italiano
da qui a cinquant'anni, ha confutato la tesi secondo cui i contributi degli
immigrati sarebbero necessari a coprire il fabbisogno della cassa pensioni
degli autoctoni. Allo stesso tempo, è apparso evidente che
nell'analisi previdenziale debbono travare spazio alcune variabili importanti,
quali il progetto migratorio e l'effettiva possibilità occupazionale.
Nella programmazione delle
migrazioni economiche è sempre più evidente l'importanza
della dimensione qualitativa e professionale, da combinare però
con una mentalità solidaristica, per articolare le esigenze del
mercato con la logica della cooperazione allo sviluppo".
Centro
studi emigrazione Roma (Cser)
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o |
Riceviamo
e pubblichiamo un comunicato stampa del Centro studi emigrazione Roma (Cser).
Tel.
06-5809764
Info
e-mail.
Il
dossier
immigrazione
di
Nonluoghi
La
lotta per i
permessi
di
soggiorno
(2000)
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