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Cibi transgenici: un passo avanti per i consumatori e la salute
A Montreal sconfitta (per ora) la linea Usa: sì alle etichette e al blocco preventivo
 


   Il confronto è stato duro ma alla fine gli Stati Uniti e i suoi alleati hanno dovuto cedere alle pressioni, variegate ma compatte su alcune richieste, dell'Unione europea, dei paesi del Sud del mondo e delle associazioni ambientaliste. Si è arrivati così, alla fine di gennaio, all'accordo di Montreal sul cibo geneticamente modificato. Risultato, un passo avanti per chi vuole tutelare la salute dei consumatori e i diritti economici dei contadini poveri del Sud. Stati Uniti, Canada, Australia, Argentina, Uruguay e Cile si erano opposti alle richieste degli altri 125 paesi nel precedente round di trattative, in Colombia. Poi, hanno dovuto cedere tra l'altro al "principio di precauzione", vale a dire che l'autodifesa dei giganti delle biotecnologie, alcune note multinazionali dell'agroalimentare in testa, viene respinta: che non ci siano ancora prove scientifiche chiare sui rischi sanitari legati al rischio transgenico non è un argomento sufficiente per poter commercializzare alimenti sospettati di danneggiare chi li consuma. Ora sarà possibile bloccare un cibo transgenico anche di fronte a test non ancora ritenuti definitivi, basta che si cia un dubbio legittimo sui rischi per la salute dei cittadini.

   Un passo avanti anche sulla scottante questione delle etichette: hanno vinto Ue e ambientalisti. Nella prima fase si prevedono etichette generiche che devono indicare se sono stati impiegati organismi transgenici in alimenti, medicinali, mangimi e sementi; dopo due anni dovrebbero arrivare le etichette dettagliate, le più osteggiate dagli Usa e dai suoi allevatori e industriali: infatti su questa seconda fase si deve ancora discutere ed è prevedibile che sarà battaglia nella prossima tornata negoziale.

   "La trattativa è stata molto serrata, alla fine abbiamo ottenuto un accordo soddisfacente. Una buona base per le iniziative future. Certo, non è il miglio accordo del mondo ma è il massimo che si potesse ottenere in questa occasione", ha commentato Mika Railo, il rappresentante di Greenpeace ai negoziati di Montreal.

  Un altro punto significativo dell'accordo è il riconoscimento del protocollo sulla biodiversità che conserva la sua autonoma dignita e non viene invece fagicitato nei meccanismo del Wto come volavano gli Usa. Che torneranno alla carica.


o Mentre a Davos, in Svizzera si riuniva il Forum economico mondiale e rimetteva in moto anche la risposta del movimento contro una globaliz-
zazione eterodiretra  (che si è ritrovato dopo Seattle nella pittoresca stazione turistica), dall'altro lato dell'Atlantico arriva una buona notizia sul controllo del com-
mercio
dei cibi transgenici che gli Usa e i loro alleati, invece, vorrebbero selvaggio.
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