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Trentino Alto Adige, quelle
avvisaglie nere degli anni delle stragi
di GIANCARLO SALMINI
Ma i morti della Banca dell'Agricoltura di Milano non hanno certo rappresentato
l'unico "picco" delle varie strategie destabilizzanti e golpiste che si
sono susseguite nel nostro paese dalla. fine del conflitto mondiale. Fino
a quel momento infatti la situazione politica e sociale in Italia - pur
in presenza del più grande Partito Comunista dall'Occidente capitalistico
- non rappresentava un pericolo imminente che prefigurasse l'<abbeverarsi
dei cavalli cosacchi nelle fontane di S. Pietro>. Ma qualcosa era profondamente
cambiato alla fine degli anni '60. In quasi tutti i Paesi occidentali (e
prima ancora negli Stati Uniti), si era andato sviluppando il più
importante e innovativo movimento giovanile planetario che si scontrò
pesantemente con l'establishment al potere, minacciando seriamente alla
base le fondamenta di governi autoritari, e mettendo in discussione ogni
"dogma" consolidato della società civile dell'epoca. Il movimento
del '68 risultò così essere il detonatore - soprattutto in
Italia - di un ulteriore "scossone" sociale che culminò nel famoso
autunno caldo operaio del 1969.
Che, a quel punto, si servirono delle consuete armi della provocazione e dell'eversione consolidatesi sulle antiche trame naziste e fasciste per lanciare avvertimenti sanguinosi e destabilizzanti. La storia è nota (e agli atti...). Le prime avvisaglie avvennero in Alto Adige, dove moltissimi personaggi che in seguito si incontreranno in altrettante inchieste fecero esercizio della forza e dell'intrigo per portare il paese verso un regime più autoritario (nella migliore delle ipotesi). E questo lavorando attorno al "laboratorio" del terrorismo altoatesino. Il Trentino, fino a quegli anni ('60) ne rimase fuori. Era solo questione di tempo. La presenza di una Università in fermento e un tessuto sociale che si andava emancipando da antichi torpori scudocrociati, riportò improvvisamente la nostra provincia all'attenzione dell'eversione. Fino al 1970, l'attività fascista si estrinsecava soprattutto in riunioni - provocatorie - in memoria di Mussolini (il 25 aprile!) e dei caduti della Repubblica di Salò con sfoggio di saluti romani e camicie nere e con qualche tentata "spedizione punitiva" nei confronti di antifascisti. Poi,
gli avvenimenti improvvisamente precipitarono: attentati a sedi di Partito,
scritte fasciste in città, aggressioni a singoli, tentativi di incendio
a sedi di Comitati di Quartiere, volantinaggi davanti al Liceo Prati (la
scuola dove "militava" quel Cristano de Eccher che sarebbe poi divenuto
il leader della neocostituita formazione nazifascista Avanguardia Nazionale),
attentato al monumento a Degasperi, aggressione ai cancelli della fabbrica
Ignis di Spini di Gardolo con accoltellamento di due operai il 30 luglio
1970.
Nell' autunno-inverno si susseguono attentati ai tre cinema cittadini, al Municipio, una spedizione punitiva in piazza Duomo al caffè Italia, un attentato incendiario all'ex sede del Movimento Studentesco (allora sede di Lotta Continua), attentati contemporanei all'auto del sindacalista Cisl Giuseppe Mattei, all'albergo Maier (residenza universitaria) e, infine, il 18/19 gennaio 1971 la mancata strage davanti al Tribunale (dove il giorno dopo sarebbe dovuto svolgersi una manifestazioni di esponenti di sinistra) che portò poi - in circostanze fortuite in Tribunale, come imputati, uomini dei servizi segreti, confidenti, il col. Santoro e il Commissario Molino). Senza contare, in febbraio, altre bombe alla Regione, al castello del Buonconsiglio e al Doss Trento. Una stagione infausta iniziata con la costituzione di Avanguardia Nazionale nei primi mesi del '70, cellula eversiva legata a quelle di Padova (Freda), del Veneto e di mezza Italia, responsabile - secondo gli inquirenti - di gran parte delle trame eversive di quegli anni.
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Strategia della tensione e stragi di stato Sono
le 16.37 del 12 dicembre 1969. Alla Banca nazionale dell'agricoltura, in
piazza Fontana a Milano, provoca sedici morti e quasi cento feriti. Quasi
contemporaneamente a Roma esplodono altre tre bombe che feriscono diciotto
persone. Pochi mesi prima, fra l'8 e il 9 agosto, erano esplose otto bombe
sui treni (dodici feriti) mentre altre due erano rimaste inesplose. Ancora
a Milano,il 25 aprile, due bombe fanno decine di feriti alla fiera campionaria
e alla stazione centrale di Milano.
Il
giudice Salvini: l'indagine sulle stragi ignorata
(Pagina aggiornata il 17 gennaio 2000) |
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