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Il cioccolato pazzo dell'Unione europea
Sì alle multinazionali che vogliono i grassi geneticamente modificati
 


      Il dado è tratto. La battaglia del cioccolato è persa. Il Parlamento europeo ha votato e ha vinto la lobby dei bassi affari. Cioccolato meno buono di prima, con grassi meno nobili. E chi se ne frega, dirà qualcuno.

   Del cioccolato potrà pure importarcene poco. Ma il segnale - inquietante e non il primo - dovrebbe richiamare la nostra attenzione. Non solo ieri il parlamento europeo ha accolto una proposta per peggiorare la qualità del cibo, ha anche respinto due correttivi che avrebbero almeno aiutato il consumatore a evitare il peggio: l'obbligo di indicare sull'etichetta la presenza di materie grasse diverse dal burro di cacao (troppo costoso per i pirati dell'alimentazione globale)e soprattutto di prodotti frutto di modificazioni genetiche. Invece, niente. Il consumatore si attrezzi, il parlamento europeo e la penosa disfida fra governi e governi e fra i governi tutti e i rappresentanti del popolo finisce così. Fino alla prossima puntata.

    Per la cronaca, il parlamento ha detto di sì in seconda lettura a un progetto di direttiva delal commissione Ue che chiude tre anni di guerra sul cioccolato: da una parte i nordici e le multinazionali dell’agroalimentare - che chiedono di poter aggiungere altre materie  grasse vegetali al cacao -, dall'altra i paesi del sud, con i piccoli cioccolatai, che difendono a spada tratta il «nero». Va ricordato, tuttavia, che il progetto di direttiva ebbe il voto contrario solo del Belgio. Vien da chiedersi dov'era l'Italia, che tra l'altro esprime la presidenza di questa commissione. La direttiva - dopo altre che hanno allargato la quantità di conservanti e addittivi permessi nei cibi - consente di fabbricare il cioccolato non più solo con il costoso burro di cacao (3.500 dollari/tonnellata), ma aggiungendo un 5% (del peso totale del prodotto) di altre materie grasse vegetali, come l’olio di palma (330 dollari), continuando però a chiamrlo «cioccolato».

  Il relatore del parlamento, il verde belga Paul Lannoye, ha denunciato le pressioni delle multinazionali  europee del settore e ha osservato che la direttiva potrebbe avere anche un impatto devastante sui paesi del terzo mondo produttori di cacao, cui la clausola del  5% potrebbe fare perdere 800 milioni  di dollari all’anno sul  fronte delle esportazioni.

    Meno male che siamo entrati in Europa...

(15 marzo 2000)

o La vergogna continua e l'Europa con le sue burocrazie e le sue lotte intestine fra governi e parlamenti, fra consigli dei ministri e parlamento europeo, fra commissione e tutti gli altri generano mostri. Come il cioccolato pazzo fortemente voluto da produttori senza molti scrupoli.

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