|
percorsi
|
Calicanto, i luoghi della
pedagogia contro il pensiero unico
La presentazione di un progetto nato in
Svizzera che è anche una rivista online
Calicanto é un progetto di rivista. Una rivista che si voleva cartacea ma che é nata on-line… perciò soggetta a mutazioni, relative agli sviluppi e ai contatti che riuscirà a creare. Un progetto che parte certamente dall'esperienza pedagogica del suo coordinatore, ma che vorrebbe occuparsi delle pedagogie extra scolastiche … Le tensioni che agitano questo progetto sono le seguenti : 1) Calicanto vorrebbe essere un osservatorio delle mutazioni in atto (ma non solo), delle realtà relative alle istanze e alle pratiche (pedagogie) di educazione e socializzazione, ai luoghi (dalla scuola, ma non solo e non principalmente, all'esercito, dei media, della radio, della televisione, della pubblicità, d'internet, dei consessi parlamentari - anche questi sono luoghi dove si dovrebbe creare consenso e socializzazione -, ecc…), ai programmi (ideali, virtuali, reali …) che quelle istanze adottano. Ogni luogo d’incontro tra il cittadino e un messaggio é un luogo potenziale di socializzazione e quindi di educazione. Le istituzioni rammentate sono altrettanti luoghi dove il cittadino é soggetto attivo o passivo (nel qual caso dovrei dire oggetto) di una pedagogia e una “didattica” che lo concernono … di apparati che lo invitano, lo convincono, lo blandiscono … non foss’altro che con una pubblicistica ben congeniata ti dicono pure quale dentifricio usare e ti mostrano pure come muovere la mano. Ci dicono che quella é una pubblicità. No! E’ una pedagogia, é una didattica … 2) Ma anche quindi un osservatorio sulle disarticolazioni comunitarie che vieppiù vanno manifestandosi sia a livello locale quanto globale. 3) Ma un osservatorio non "neutro", quanto piuttosto che prenda parte per un progetto esplicito di emancipazione sociale, di emancipazione economica, di tradizione critica e rivolto alla resistenza alle pratiche massificanti, pauperizzanti, proletarizzanti, consumistiche. 4) Ebbene i terreni
dell’educazione e della dominazione (ma vorrei dire il terreno, al singolare,
visto che sotto certi aspetti e sotto certi paradigmi sono identici o tendono
a confondersi) sono ben due terreni dove uno sforzo di documentazione sulle
pratiche di socializzazione e di convivialità può e deve
ben essere possibile. Quei due terreni ben riassumo i temi della socializzazione
moderna ovverosia le desertificazioni sociali e comunicative - crescenti
- attuali. Un salasso progressivo
5) Si tratta allora di documentare e fare la lettura di quei terreni al fine di scoprire e costruire terreni di resistenza alla omologazione … 6) Perché resistenza alla omologazione? Ma perché la società capitalista, neo-liberista, post-industriale, impone una uguaglianza monetaria fra i cittadini mercantilizzati: tutti consumatori … tutti oggetti di consumo … 7) Perché pure
della “dominazione”? Ma perché uno dei luoghi di distruzione delle
identità (locali) passa con l’egemonia dei modelli culturali occidentali
capitalisti e
8) Perché di
antropologia e etnografia? Ma perché si tratta di documentare e
di "dare letture" (leggere = dare e costruire senso, significato).
9) Sempre più spesso parliamo e ragioniamo con gli stessi concetti di ciò che vorremmo riformare. In questo sogno immagino un osservatorio come un luogo di elaborazione di concetti e ricerche indipendenti e autonome - dalla ufficialità del pensiero neo-liberista, - dalla neo-lingua (Cfr.. G. Orwel, "1984"), - dal pensiero unico. Ecco. Sogno inafferrabile?
|
o | Presentiamo
con un intervento del suo fondatore
la nuova rivista online Calicanto appunti di antropologia e etnografia dell'educazione e della dominazione La
rivista è
La
pedagogia
|
|
|
percorsi |
|
|
|
|
|
|
|