Chi l’ha Visto
Io me
ne vado adesso e lascio Mariangela e Pino e Berta, io me ne vado perché
mia moglie ha una storia con l’idraulico o anzi, ce l’ho io con la sua
parrucchiera, o piuttosto ho svuotato le cassette della banca dove lavoro,
o più drammaticamente gli strozzini mi incalzano, ho sempre avuto
la
passione per il gioco e i cavalli e quei poveretti dei miei figli e mia
moglie non l’hanno mai saputo, neppure mi conoscono.
Io adesso me ne vado e sparirò
così per andare a comprare le sigarette, oltre quell’angolo girato
centinaia e migliaia di giorni, oltre quell’angolo che sempre mi riportava
sulla strada di casa ma oltre il quale adesso c’è il Nulla che mi
aspetta.
Io adesso me ne vado e da
questa sera sarò un dettaglio, una faccia con un segno particolare
(neo sullo zigomo sinistro), una sciarpa blu e un soprabito, un’altezza
nella media, occhi verdi e accento con particolari inflessioni dialettali,
una data di nascita e un’ora della mia scomparsa.
Io adesso me ne vado e con
la voce camuffata telefonerò io stesso dicendo di avermi visto prima
a Livorno e poi a Trento, con un salto a Bologna ed a Pozzuoli, sarò
l’uomo invisibile che è ovunque e in nessun luogo, mentre tutti
mi cercheranno.
Svoltato quell’angolo dimenticherò
la memoria dei miei giorni, sarò il centro assente delle ipotesi
riguardanti le ragioni del mio vivere, sarò la passeggiata alla
tabaccheria che diventerà il perché della mia vita, lungo
la quale, proprio perché sparendo, forse per la prima volta qualcuno
ricorderà di avermi visto.
Io diventerò il pianto
in diretta di mia moglie, l’intervista a casa, il salotto su cui essi mi
descriveranno rannicchiati, la musica da giallo che accompagnerà
il servizio che ricostruirà la mia vita senza ombre, fino all’ultima,
insolubile, calata sulla mia esistenza.
Sarò una perdita
di denaro o un tradimento, un cedimento neuronale o il mistero di un amore
mai provato, ma esternato per vent’anni con sistematico e irreprensibile
attaccamento. Sarò un’ombra nel ricordo dei miei cari, una sedia
occupata nell’ufficio, diverse firme su libretti e cedole assicurative,
sarò l’uomo per cui undici milioni di persone il martedì
esprimeranno un enigmatico commento.
Sarò il mistero di
chi è stato e non è più, sarò la ricchezza
immaginata di un’altra vita alle Bahamas, la fuga dalle frustrazioni di
una vita senza gloria, sarò l’uomo dai pensieri così intimi
e profondi da non essere mai stati conosciuti da alcuno veramente, nemmeno
dai suoi cari.
Pochi infatti capiranno
il perché della ma scomparsa proprio adesso, comprata la mia Ford
Crossing 1600 il mese scorso chiavi in mano, e parcheggiata nel garage.
Il che è spesso il
mistero più profondo di Chi l’ha Visto il martedì in prima
serata, il brivido che mi attanaglia sulla schiena, da domandarsi che cosa
può mai essere quel Mistero per cui un individuo, in un istante
qualunque e più banale della sua vita, magari mentre sta andando
in tabaccheria, può improvvisamente sparire, lasciando dietro di
sé qualcosa di completamente irresoluto e il Nulla, un’ombra e una
carta d’identità, il ricordo di qualche segno particolare,
testimonianze dei suoi cari e dei colleghi di ufficio oltre all’ora accertata
della sua scomparsa e alla sua macchina in garage.
Il mio candidato preferito
Il mio
candidato preferito io tante volte ci penso quando lo vedo è lui.
Hai voglia a dire la concertazione economica il piano di macro sviluppo
nazionale un’asse fra governo blocco finanziario l’introduzione dell’Ilva
il working plain, la politica è qualcosa che ti deve venire dal
cuore, per raccogliere il consenso della gente.
E io, capite bene, sono
la gente.
Tante volte i leader parlano
ma io penso che il candidato preferito debba parlare poco. Esprimersi con
slogan chiari e semplici, per esempio Si vuole maggiore libertà.
All’inizio c’era scetticismo,
dicevano questo è scemo, poi invece ho cominciato ad alzarmi dal
letto e sentirmi parte di lui.
Prima la politica era una
cosa fredda, io non sono mai stato una persona complicata, monto i radiatori
in una fabbrica di Pavona i politici parlano e io non capisco non
a caso credo hanno inventato questa definizione, il politichese. Il politico
prima era sempre staccato dalla vita di tutti giorni, in trasmissioni speciali
o solo in telegiornali, nelle immagini sempre dei telegiornali, sapevi
che lì avresti sentito parlare di politica e assolutamente no altrove.
Ad esempio nel calcio.
Il politico prima non lo
potevi vedere al supermercato, o mentre guidi sul cartellone a via dei
Reti, quello grande con le pubblicità delle offerte della GS con
l’Isola Felice a mille lire, a me capita sempre di accorgermene due giorni
prima che finisce il periodo ed è tutto svuotato.
Il politico prima doveva
sembrare sempre qualcosa di staccato e questo, io credo, va contro il popolo.
Per esempio il politico per via delle ideologie non aveva la possibilità
di parlare semplice, dovevi leggere dei libri prima e aver studiato per
capirlo, lui era costretto a parlare secondo le regole di questo studio,
ora il politico invece dice Maggiori attenzioni per tutti, e questo
è qualcosa diretto che va al cuore della gente, che sperimenti ogni
giorno senza aver studiato. Aiutare chi è in difficoltà,
ecco un’altra cosa che dice questo mio politico preferito, lo dice con
un sorriso e una frase come vedete semplici, io non ho studiato.
Però tante volte
mi sono trovato in difficoltà.
Altre volte il mio politico
preferito dice Una vita con maggiori garanzie per ognuno, e anche questo
è di un certo effetto. Io sono favorevole a questa semplicità
nel linguaggio, anche per essere più competente alle elezioni, ho
letto un manifesto che dice Difendiamo la natura, e questo è
giusto, chiaro su tutto, la natura è qualcosa che va rispettata.
Secondo me il miglior candidato
politico dovrebbe essere qualcuno che dice anche qualcosa di non politico,
come ad esempio Auguri, Stai bene?, diretto alla gente, perché la
vita non è sempre solo politica, un candidato che mandasse
gli auguri per le feste o rammentasse di guidare piano il primo giorno
di ferie.
Le feste sono importanti,
e anche la prudenza alla guida oggi.
Il mio candidato politico
preferito penso che vorrei vedere un suo manifesto con scritto Vogliatevi
bene, o qualcosa di chiaro che non si è mai sentito prima in politica,
come Mai più odio, perché sono tempi che la politica è
attraversata da violenza.
Alcuni raccontano di aver
visto manifesti di questo candidato politico dire Stai su, o Sii
Felice, altri Risparmia, o Per chi non si accontenta, ma bisogna stare
attenti, io penso il problema. con tante pubblicità in giro
è che uno si confonde, mia madre ad esempio ripete i suoi slogan
Senza Scatto alla Risposta o Come Natura Crea, senza capire la confusione
tra i cartelloni, io penso che la vera rivoluzione è il giorno in
cui i candidati politici diranno cose come Ama, o Vivi felice.
Questo sarebbe parlare diretto
al cuore della gente, una volta ricordo avevo visto il manifesto del mio
candidato politico preferito vicino a quello di Capitan Findus e non so
perché erano uguali, li ho scambiati, Capitan Findus diceva L’allegria
c’è solo quando ci siamo noi, e io non mi sono mai sentito
così bene, sembrava un sogno e invece seguendo lui quella volta
ero nell’Isola Felice (offerta GS dal 10 al 25 dicembre 2001
corrente mese) e compravo i surgelati a mille lire, io un’altra cosa che
mi piacerebbe mi permettesse di fare il mio candidato politico preferito
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Fabio
Zanello è nato a Roma nel 1963. Lavora con la collana Robba
Coatta Factory / Castelvecchi per i cui tipi ha pubblicato il suo primo
romanzo "Hanno rapito Gorbaciov"..
Il
sommario
dei
racconti
(20
marzo 2001)
Le
news
e
i commenti
nel
notiziario
di
Nonluoghi
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