libri&dintorni

"Diari di una domenica ultrà": un libro e un progetto di solidarietà
“Ventinove gennaio”: l'assassinio di Claudio Vincenzo Spagnolo. Analisi della violenza da stadio
 

di LUCA VINCENTI

    Il 29 gennaio 1995, a Genova prima dell’incontro di calcio Genoa Milan, fuori dallo stadio Luigi Ferrarsi, viene ucciso con una coltellata all’altezza del cuore, Claudio Vincenzo Spagnolo (Spagna) tifoso genoano di 24 anni. Ad essere responsabile della letale aggressione è il diciottenne ultrà milanista Simone Barbaglia, un giovane che da poco frequenta il neogruppo delle Brigate II. 
L’omicidio suscita immediatamente un acceso dibattito che vede coinvolte le istituzioni (agenti di pubblica sicurezza, magistratura, forze politiche), l’opinione pubblica, gli ultrà e i media. Ma il clima di discussione ben presto si trasforma in una inconcludente polemica, dando sfondo a posizioni demagogiche piuttosto che ad un atteggiamento autocritico e consapevole sul problema. 

Il racconto dei giovani tifosi

   Alla luce di questi fatti risponde la presente ricerca monografica, con un lavoro a cavallo tra la sociologia e l’inchiesta giornalistica, si vuole compiere un’analisi sui fatti salienti del “ventinove gennaio”. Sono stati gli stessi ultrà coinvolti negli incidenti di quella domenica, a rompere le catene del silenzio, a raccontare la loro verità consentendo di comprendere l’azione del giovane tifoso rossonero. Le interviste, svolte ai leader dei tifosi, hanno permesso di individuare inoltre i punti critici di un gemellaggio (quello tra Fossa dei Grifoni del Genoa, Brigate Rossonere, Commandos Tigre e Fossa dei Leoni per il Milan) che dopo il 1982 entra in crisi e sfocia 13 anni più tardi nell’uccisione di “Spagna”. L’augurio più grosso è che questo libro, scritto per essere donato in beneficenza, possa entrare in un maggior numero di case, di curve creando un alveolo di riflessione soprattutto negli animi dei giovani ultras.

Il libro

   Il libro iniziato nel 1997 si propone di analizzare il problema del tifo violento in particolare il problema dei coltelli purtroppo fenomeno che seppur non rappresenta una costante, compare in modo intermittente negli stadi italiani. Qualche settimana fa all’Olimpico poco prima di Roma-Leeds, un giovane inglese di 16 anni è stato ferito a coltellate ai glutei e suo padre è stato colpito a distanza ravvicinata da un razzo. Quest’ultimo è stato bersaglio molto probabilmente di una “penna” o di una “stella” – razzi segnaletici di dimensioni assi più piccole – e non un vero e proprio razzo “a paracadute” che a quella distanza avrebbe causato certamente la morte dell’uomo.
Si era sperato dopo la morte di Spagnolo che gli ultrà italiani avessero fatto tesoro della drammatica vicenda genovese, ma purtroppo le cose pur essendo abbastanza migliorate non vanno ancora per il verso giusto. 

    DIARI DI UNA DOMENICA’ ULTRA, il libro in beneficenza che uscirà in aprile, rappresenta una sfida dialettica alla violenza negli stadi. È nato con l’aiuto di alcuni ultrà genoani che hanno sentito il bisogno di comunicare la loro esperienza nella curva, il loro rapporto con la morte stabilitosi al momento dell’uccisione (da parte di Simone Barbaglia tifoso milanista) del giovane Vincenzo Spagnolo.
La ricerca non si propone di condannare l’aggregazione ultras, termine più preferibile a cultura, subcultura, controcultura, ecc. poichè logori e para sociologici, oltre che sfruttati in modo improprio dalla cronaca giornalistica.

Mettere via i coltelli

   Ma si propone di far entrare da due porte diverse le due tipologie di lettori: l’ultrà che può ricevere informazioni utili alla comprensione della pericolosità di alcuni comportamenti – il coltello tra i primi – e il lettore non-ultrà che può entrare direttamente dalla porta parallela comprendere, conoscere, valutare, un mondo da lui distante e per certi aspetti ignoto. La comprensione di un problema, di un fenomeno che non è solamente violento è importante perché ci permette di eliminare i pregiudizi, di sfatare luoghi comuni, stereotipi circa l’aggregazione di tipo ultrà. L’avvicinamento permette la comprensione dei valori interni all’aggregazione, permette di spiegare il perché giovani e meno giovani si aggregano nelle curve italiane, fanno coreografie, arrivano a volte allo scontro fisico e all’estremo all’omicidio di un membro di un altro gruppo fino a quel momento mai visto e conosciuto. Il lettore deve fare lo sforzo di entrare da quella “porta anteriore” per comprendere quei valori ultras, si badi non significa  giustificarli o legittimarli, ma renderli intelligibili, perché l’ultras può essere il proprio figlio, il vicino di casa lo sconosciuto…

La lotta alla morte

   La lotta alla morte, prima che alla violenza negli stadi, al di là di strategie istituzionali (diffide,denunce arresti) va fatta in primis a livello culturale. Se il cittadino comprende i valori vigenti nell’aggregazione pur allontanadosi da questi può tentare almeno di comunicare con proprio figlio, con il vicino di casa, di avvicinare lo sconosciuto in modo da persuaderlo dal commettere azioni letali nei confronti di altri individui. Al contrario la demonizzazione porta per lo meno alla fissità, se non quando le cose possono addirittura peggiorare. Dall’altra porta vi sono gli ultras, e vi è da dire che il loro sforzo non è completo, ma per lo meno attraverso i raduni avviene una comunicazione dialettica (sostituendo quella comunicazione violenta che è lo scontro fisico) che in alcuni casi è stata in grado di lenire a volte spegnere inimicizie tra i tifosi.

Genoani e milanisti, dall'amicizia alla rottura

   È certa una cosa; i raduni non hanno mai acceso nessuna  miccia, al limite lasciano il tempo che trovano. L’incontro, al contrario dello scontro è il perno su cui ruota il meeting. Per questo motivo il libro ha trattato anche questo argomento.
Si è iniziato a descrivere a livello fenomenologico la storia dei movimenti ultrà, la loro nascita fine anni ’60 il loro sviluppo fino a oggi. Poi si è passato ad analizzare nello specifico i rapporti tra genoani e milanisti, il loro gemellaggio nel 1973 sorto in pare da una visione politica comune (la sinistra extra-parlamentare) ed infine la rottura del rapporto di amicizia nel 1982. i milanisti vissero l’attacco come un tradimento che si è inscritto lentamente nella memoria storica del movimento ultrà. I valori che legittimano lo scontro si sono presto estesi, hanno raggiunto i rispettivi individui dei due gruppi, l’odio si è acceso con accoltellamenti, catenate, sprangate quasi ad ogni “incontro”. L’appuntamento si rinnovava ogni qualvolta un Genoa-Milan si presentava, fino al 1995, quando Vincenzo Spagnolo viene assassinato e la parabola di violenza assume il suo punto di massima: la morte.

   L’uccisione è stata interpretata secondo l’ottica delle norme e dei valori (dal punto di vista assilogico) capaci di orientare la condotta dei singoli appartenenti ai due gruppi ultras, tra questi valori la mentalità del coltello, aspetto saliente del gruppo delle Brigate II, di cui Barbaglia era estimatore dei valori impersonati dai leader storici. Il libro non vuole condannare ne rinnovare colpe di un delitto, ma piuttosto è desideroso di rendere consapevoli gli ultrà dei meccanismi delle dinamiche interne al loro mondo che possono slittare a tal punto da tranciare l’esile filo della vita spingendo un altro essere umano nel baratro della morte. 


o Da una ricerca sul mondo degli 
ultras nel calcio, con riferimento alla tragica uccisione di Claudio Vincenzo Spagnolo, un libro e un progetto di cui ci parla l'autore, Luca Vincenti.

Il Progetto Cambogia. Nato dal professor Luigi Tomasi, in seno all’Associazione Culturale Studi Asiatici (A.C.S.A) con sede in Trento, il progetto intende sostenere lo sviluppo socio-economico della Cambogia.
I ricavati della vendita di questo volume andranno pertanto in beneficenza ed in particolare saranno destinati alla costruzione di un ambulatorio medico, per far fronte alle precarie esigenze igienico sanitarie presenti sul territorio.

Per informazioni sul Progetto Cambogia  e per eventuali  acquisti di copie da parte di istituzioni o enti telefonare al numero 0348/ 6612600 e-mail

copertina
le notizie
 i percorsi
le interviste
i libri
la musica
le inchieste
il calendario