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Srebrenica, 7 mila omicidi
e un solo condannato
Cinque anni dopo restano liberi i capi
del massacro: il generale Mladic e Karadzic
Cinque anni sono passati dalla tragedia di Srebrenica.
In questi giorni, cinque anni fa, le milizie serbe guidate dal generale
Mladic, dopo aver preso possesso della città, deportavano donne
e bambini e massacravano gli uomini dell'etnia musulmana. La forza dell'Onu
olandese (che poi se ne andò fra sorrisi e strette di mano con Mladic)
rimase a guardare e addirittura in molti casi consegnò, come se
nulla fosse, ai soldati serbi i musulmani che opitava nel suo campo.
Su quella che resta drammaticamente la pagina-simbolo della tragedia della Bosnia - che richiederebbe anche un supplemento di indagine sulle responsabilità Onu - e più in generale della guerra e dela violenza dei Balcani, pubblichiamo un comunicato diffuso da Amnesty International l'11 luglio 2000. "Amnesty International chiede giustizia per le vittime di Srebrenica e lancia il rapporto "Bosnia Erzegovina: Aspettando sulla soglia - Il ritorno delle minoranze nella Republika Srpska" in occasione del quinto anniversario della caduta dell'enclave protetta dall'ONU, avvenuta l'11 luglio 1995. Nel suo rapporto dello scorso novembre, il Segretario Generale dell'ONU ha descritto le atrocita' dei massacri e per la prima volta ha ammesso errori di giudizio. L'ONU ha riconosciuto una parziale responsabilita' ammettendo di non essere stata in grado di proteggere un gran numero di vittime civili da frequenti violazioni dei diritti umani. "Mentre i parenti delle migliaia di 'scomparsi' di Srebrenica si preparano a commemorare il quinto anniversario della caduta dell'enclave, le autorita' serbo-bosniache e la comunita' internazionale devono assicurare che Srebrenica non diventi un altro bollettino di guerra", dichiara Amnesty International sottolineando che "coloro che sono sopravvissuti alle atrocita' non devono diventare vittime dimenticate". Ad oggi, non si conosce la sorte di 7.414 persone. I parenti delle vittime hanno poche prospettive per conoscere la vera sorte dei loro cari, e potrebbero non avere mai l'opportunita' di raccogliere le loro spoglie o di dare loro una sepoltura dignitosa. Mandare a giudizio i responsabili delle violazioni dei diritti umani a Srebrenica permetterebbe ai parenti delle vittime di scoprire la sorte dei loro cari. Ad oggi, il Tribunale Penale sulla ex Jugoslavia ha condannato solo un soldato che partecipava ai massacri di Srebrenica. Ma l'unico altro processo in corso riguardante Srebrenica, quello del Generale Radislav Krstic - comandante del corpo militare Drina - accusato di aver pianificato e ordinato uccisioni, segna un passo importante verso la giustizia internazionale. Nonostante Radovan Karadzic e Ratko Mladic siano imputati per genocidio e crimini di guerra, rimangono tuttora in liberta'. Le truppe della Forza di Stabilizzazione (SFOR) non sono state in grado di arrestarli nonostante siano stati pubblicamente indiziati da parte del Tribunale Penale nel novembre 1995. I due si trovano adesso nella Repubblica Federale di Jugoslavia. "Ogni Stato che dia asilo a persone indiziate dal Tribunale ha l'obbligo incondizionato di consegnarle immediatamente allo stesso Tribunale," dichiara Amnesty International e aggiunge che "la Repubblica Federale di Jugoslavia non e' esente da questo dovere." Molti cittadini
dell'enclave bosniaco che erano scampati alle uccisioni furono espulsi
in massa e da allora sono rifugiati o sfollati. Solo alcuni di hanno potuto
far ritorno a Srebrenica a causa delle difficolta' di rimpossessarsi delle
proprie abitazioni. Secondo Amnesty International questo fatto dimostra
la mancanza di
Il rientro a Srebrenica rappresenta anche un pericolo per la sicurezza: almeno 5 case appartenenti a famiglie bosniache sono state incendiate negli ultimi due mesi. Inoltre, lo scorso ottobre un consigliere bosniaco fu aggredito e anche recentemente avrebbe ricevuto minacce di morte. Il ritorno delle
minoranze sarebbe in aumento in tutto il paese, compreso nelle zone dove
cio' era precedentemente impossibile. In molti casi, le persone stanno
tornando nei villaggi distrutti, si accampano tra le rovine delle loro
case in attesa dell'arrivo di aiuti umanitari e della ricostruzione. Il
calo delle donazioni per la
Amnesty International si appella affinche': - i responsabili
delle uccisioni di massa delle migliaia di uomini e ragazzi bosniaci siano
arrestati o consegnati al Tribunale;
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o | Le
elezioni
in Bosnia Italia,
(14
luglio 2000)
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