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Italia, il paese dei campi (e dell'apartheid)
La segregazione dei rom: il rapporto dell'European Roma Rights Center
 

di PIERO COLACICCHI*

    Ho In uno dei brani più famosi e più citati della letteratura antirazzista , Ralph Ellison scrittore afroamericano cresciuto  nei ghetti degli Stati Uniti, descrive il senso di  disperata solitudine  di chi è  pesantemente discriminato con questa bellissima immagine :“io sono un uomo invisibile.[….] Quando gli altri si avvicinano, vedono solo quel che mi sta intorno, o se stessi, o delle invenzioni della loro fantasia, ogni e qualsiasi cosa, insomma, tranne me.”

   L’invisibilità dei Rom e dei Sinti, cioè il peso delle discriminazioni nei loro confronti, ed il rapporto tra queste ed i campi-ghetto, è il tema del volume: Il paese dei campi. La segregazione razziale dei Rom in Italia, redatto dallo European Roma Rights Center e distribuito in Italia dal mensile Carta. Il rapporto è stato steso dopo un anno di lavoro sul campo con l'importante contributo di organizzazioni non governative italiane, tra cui il Conares (Comitato Nazionale Rom e Sinti) che ha scritto anche la prefazione al volume.

 Un’occhiata ai titoli dei capitoli dà subito l’idea del significato di questo piccolo libro, (tradotto, stampato e distribuito a spese dello stesso Centro) lieve per numero di pagine (poche più di cento), ma pesante come un macigno. Abusi della polizia e delle autorità giudiziarie ai danni di Rom e di Sinti; irruzioni abusive, sgomberi e danni arbitrari alla proprietà; uso abusivo di armi; torture e violenze fisiche; furti da parte di autorità; sequestro abusivo di documenti; molestie sessuali durante le perquisizioni delle donne; e discriminazioni sul lavoro, nella scuola, nella ricerca di case, nell’accesso ai pubblici servizi. Tutto documentato attraverso interviste e testimonianze dirette. 

   “Ciò che abitualmente viene considerato storia passata in realtà rappresenta una gran parte di ciò che è presente e vivo” e può avere le più gravi coseguenze,  osservava ancora Ralph Ellison: nel caso dei Rom e dei Sinti una serie di pregiudizi cresciuti uno sull’altro dai tempi apparentemente lontani dell’Inquisizione fino al periodo nazista ed ancor oggi in evoluzione –vedi appunto il collegamento campi /discriminazioni -  accolti acriticamente e trasformati in prassi politica, ha prodotto, nel nostro paese, ciò che possiamo oggi descrivere a pieno titolo come vero e proprio apartheid. Un apartheid le cui più tragiche conseguenze  emergono anche agli occhi del pubblico disinformato nell’istante in cui accadono incidenti come quello che ha colpito pochi giorni fa il campo Poderaccio qui a Firenze, ma che viene subito  riproposto in tutta la sua violenza quando si sceglie, come  quasi sempre avviene, di far pagare ai rom stessi, con allontanamenti  forzati, le responsabilità di queste tragedie.

   Le conclusioni e le note, ricche di riferimenti alle normative nazionali ed internazionali ed alle convenzioni a cui l’Italia si è impegnata, ed a cui poi, quando si tratta di Rom e di Sinti,  viene sempre meno, chiariscono il livello di illegittimità in cui si muovono Governo e  Amministrazioni Locali e indicano alcune misure giuridiche ed amministrative di partenza per impostare la questione, finalmente, in modo corretto.

* Piero Colacicchi è il presidente dell'Associazione per i diritti delle minoranze (ADM) di Firenze.


o «L'Italia è il solo paese in Europa a proporre un sistema di ghetti, organizzato e sostenuto pubblicamente, con lo scopo di privare i Rom di una piena partecipazione alla vita italiana, o addirittura di avere un contatto e dei rapporti con essa».
E.R.R.C., Il paese dei campi, pag.16
 

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