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Italia, il dossier dell'Ercc
sui maltrattamenti di stato contro i rom
"Campi privi dei servizi minimi, ma la
politica lascia fare alla polizia"
Un rapporto dell'organizzazione internazionale European Roma Rights Center mette sotto accusa l'Italia, in particolare le forze dell'ordine, per il trattamento riservato a sinti e rom. Il dossier, un centinaio di pagine è stato presentato alla fine di gennaio 2000 in un convegno a Firenze. I due anni di inchiesta sull'Italia hanno fatto emergere un quadro inquietante di degrado e anche di intimidazioni di stato: "La violenza da parte della polizia in Italia è diretta anche contro i non rom e si basa su un autoritarismo dei pubblici poteri che è tradizionale nella società italiana e solo lentamente modificato dal regime democratico. Nel caso dei rom l'atteggiamento autoritario è seriamente aggravato da motivazioni razziste", si legge nel capitolo intitolato "Violenza e cattiva condotta da parte della polizia". L'indagine, svolta da tre osservatori dell'Errc insieme con alcuni consulenti locali, ha riguardato l'intero paese, con visite e interviste nei campi nomadi delle principali città (una quarantina). Sono stati ascoltati testimoni rom anche in ospedale, davanti alle questure e ai commissariati, per strada. A riassumere la preoccupazione di questo dossier poche righe in apertura: "Quando si incontra un rom che vive in Italia da 31 anni e abita ancora in una baracca improvvisata in un campo della Roma città eterna, la questione è spiegata a sufficienza. In effetti, dall'indagine emerge che le migliaia di rom, donne, uomini e bambini, che vivono da anni in campi sosta spesso senza i servizi minimi (dalla luce all'acqua e tra l'altro ogni diritto del genere negato viene vissuto dai rom come "parte della vita quotidiana") e con forti rischi sanitari, in realtà hanno abbandonato l'idea tradizionale del nomadismo, fanno o vorrebbero fare una vita stanziale, avere un lavoro, una casa calda, mandare i bimbi a scuola. Ma qui, data l'intransigenza delle autorità che non rilasciano permessi di soggiorno o di residenza, la faccenda si complica. Lo stato, in altre parole, la politica, le istituzioni, le amministrazioni locali - si osserva nel dossier - non hanno intenzione di impegnarsi su questi problemi ma lasciano fare all'efficienza poliziesca. Nel rapporto, infatti, si osserva che il comportamento della polizia nei campi va dalle "offese verbali alla tortura, all'uso delle armi da fuoco che, anche quando non si arriva a sparare, vengono utilizzate per minacciare o intimidire le persone" (tra gli esempi il caso di Natalie Marolli, la bimba di otto anni rimasta gravemente ferita a un posto di blocco dei carabinieri nel 1988). Le perquisizioni nei campi rom, continua il dossier, sono spesso simili a "raid" che terrorizzano all'alba gli abitanti con ampio sfoggio delle armi da fuoco. "I poliziotti - si legge - da quattro a venti entrano nel campo armati e procedono abitazione per abitazione, minacciando le persone, spesso con botte e percosse, o distruggendo quanto trovano nelle baracche, per poi andarsene senza esibire alcuna motivazione o autorizzazione delle loro azioni". L'Errc denuncia anche frequenti casi di perquisizioni corporee a donne rom effettuate da agenti maschi e sottolinea le segnalazioni di casi di molestie sessuali, maltrattamenti ed estorsioni ai danni dei nomadi.
Qualcuno pensava che nel 2000 le persecuzioni dei rom fossero fenomeno
vecchio e nuovissimo solo delle "nuove democrazie" dell'Est che si affacciano
adesso sulla grande piazza dell'Unione europea?
Il sito Romnews |
o | Il
rapporto delll'European
Roma Rights Center (Ercc), una organizzazione che svolge monitoraggi
sul rispetto dei diritti umani delle popolazioni rom in Europa e assicura
alle vittime l'assistenza legale nel caso di violazioni.
I dati diffusi dall'Errc, che ha sede a Budapest, sono tutti supportati da ampia documentazione e riferimenti giuridici. Il
dossier
Odjila / Canzone "Venite
da me
(incisa
dai Balkanija,
edizioni il manifesto)
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