di
ANNA RITA PINTO
E' difficile scorgere il viso
di Sandra nel letto confuso in cui dorme. La sua figura composta é
nei confini del corpo di Paolo.
La testa, trova spazio appena
sopra il petto di lui, il cavo dell'ascella diventa il tetto dei sogni
di lei. I riccioli lunghi e neri, s'insinuano ovunque.
Sandra si muove piano, non
vuole svegliarlo e non vorrebbe svegliarsi mai.
Il braccio di Paolo che
prima immobile la chiudeva al suo petto, ora inizia a muoversi, a cercarla.
Delicatamente cerca il suo corpo muovendosi come un'onda leggera. Le sfiora
i capelli, ripercorre il profilo della sua guancia, apre la mano e le copre
l'intero viso soffermandosi con le dita lievi sui suoi occhi grandi. Le
accarezza le sopracciglia e scivola piano sul naso perfetto, avvicinandosi
alle narici per farle riconoscere l'odore.
Intanto sente le labbra
che invitano la mano a continuare. Lui accoglie la richiesta discreta e
insinua appena il profilo dell' indice tra le labbra. Poi scende e le afferra
il collo senza farle male. L'altra mano scorre sul fianco e la chiude in
vita. Lei riconosce il linguaggio muto di lui, e piano, si gira dandogli
le spalle. Lui la libera solo un po' per permettergli i movimenti, ma appena
affonda i seni nel materasso la blocca di nuovo dolcemente, senza esitazione.
Con una mano vicino alla sua bocca controlla il ritmo del respiro, del
desiderio che aumenta. Continua il viaggio sul centro della sua schiena
ossuta coperta da una sottana finissima, e gioca col profilo di pizzo delle
minuscole mutandine, appena coperte dalla sottana.
Lei non osa muoversi. Non
osa perdere nemmeno una, di quelle vibrazioni che la fanno ondeggiare.
Il sole del giorno nuovo
intanto, inizia a farsi sentire; entra dalle persiane della camera da letto
illuminandola di una luce verdina. Sandra morbida si gira nel letto e tra
uno sbadiglio e l'altro s'allunga tra i cuscini. Apre le braccia in alto
e poi rilasciate le fa cadere sul letto. Paolo è ancora fermo come
se lei fosse ancora li, sotto le sue mani. Riesce ad alzar la testa e sgranchiendosi
la schiena, riabbassa le palpebre manifestando la vera sofferenza di uscire
dal letto.
Sandra si tira su lentamente
e con un gesto distratto tira indietro i riccioli che le cadono sulla
fronte. La cucina le sembra lontanissima.
A Paolo piace
guardarla; si muove leggera nei suoi fianchi alti, in quella sottana che
lascia davvero poco all'immaginazione. Eppure lui ancora immagina...
Va in cucina mette su il
caffè e poi spedita va in bagno. Eccola, che prima di abbassar
le mutandine per far pipì, lentamente vicino allo specchio tira
su la sottana, si sposta indietro e si gira un po'. Guarda il profilo del
suo seno, dell'addome, e sempre piano come una ballerina da carillon, si
gira e sposta lo sguardo in fondo alla schiena. Era inutile chiederle il
perché di quel rituale. La macchinetta del caffè intanto
si faceva sentire.
Poco dopo lei è già
li. Prende il latte dal frigo, lo vuota nel bicchiere e piano lo fa diventare
nero e odorante di caffeina. Se quella fosse stata la prima volta che la
vedeva, avrebbe pensato ad una madre che con amore, preparava la colazione
ai figli o al proprio marito. Invece era solo una donna. Non era ne madre
ne moglie.
La sua voce lo distoglie
dal pensiero di lei e affettuosamente come sempre, Sandra le si avvicina
con il suo fare un po' fanciullesco. Siede sulle gambe di Paolo, in attesa
di quelle di lei, aperte, s'avvicina piano al collo, e piano fa cadere
una goccia di saliva nell'orecchio di lui, come fosse nettare. Paolo prova
un brivido intimo e fra le vibrazioni si sente sussurrare... "Ti amo".
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Anna
Rita Pinto, pugliese, 30 anni,
scrive
anche radiodrammi.
Suoi
racconti
sono
pubblicati
nel
sito Omero.it.
Il
sommario
dei
racconti
(26
aprile 2001)
Le
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i commenti
nel
notiziario
di
Nonluoghi
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