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Danny
Kaye e la Gnu Economy
Come in un villaggio
del vecchio West: si fa a cazzotti e crollano le facciate delle case...
di ERMANNO BARTOLI
Chi ricorda Danny Kaye, il grande attore americano
di origine russa che negli anni cinquanta interpretò alcune delle
più belle commedie del cinema?
Chi lo ricorda, pioniere fra gli attori, impegnarsi per l'UNICEF inventandosi un ruolo: quello di difensore dei diritti dei Bambini di tutto il mondo e tracciando così una strada che in seguito sarà percorsa da illustri suoi colleghi quali Audrey Hepburn e Peter Ustinov? Ebbene, qui mi va di ricordarlo quale stupendo interprete del film "Sogni Proibiti", nel quale il nostro sogna ad occhi aperti di essere un eroe... Una volta è il famigerato Barone Rosso, eroe dell'aviazione che abbatte i nemici a colpi di "tatatatà", un'altra un eroe di guerra; un'altra ancora un "buono" del west. E' a quest'ultima avventura che voglio riportarvi: Danny Kaye eroe del west, forse uno sceriffo, che nella strada principale di una city dell'epoca fa a cazzotti con un nerboruto cattivo. Lo scenario è classico: le case, la posta, la banca, l'ufficio dello sceriffo, il saloon, la scuola. Sono tutti edifici nuovi o tal guisa messi, lustri e ben predisponenti l'occhio. Un cazzotto del nerboruto, e Danny precipita a terra spalle al saloon... e quello crolla come un castello di carte. Un cazzotto di Danny, e il nerboruto si abbatte a terra spalle alla posta e quella stramazza tutta. Un cazzotto del cattivo, e Danny cade all'indietro travolgendo l'ufficio dello sceriffo; un cazzotto di Danny e il nerboruto cade all'indietro travolgendo una mezza dozzina di case che, verrebbe da dire con Gigi Proietti: "Ahò, se 'ssò liquese!". In breve, il paese tutto si ritrova ad essere un inutile ammasso di facciate. Vi viene in mente niente? A me viene in mente tutta questa New Economy; anzi, per dirla all'italiana, "Gnu Economy", in nome della quale, in questo Bel Paese, si sta compiendo non da oggi ogni genere di soprusi: dai licenziamenti selvaggi agli spostamenti arbitrari (la chiamano mobilità) dal mobbing alla ritrovata ferocia di un capitalismo che nel nome del profitto travolge tutto. E se nessuno fa niente, se
non ci si riorganizza per contrastarla, rischiamo di trovarci presto tutti
quanti, senza quasi colpo ferire... facciate per terra e con un poderoso
calcio nel sedere al futuro dei nostri ragazzi.
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