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La mucca pazza sullo sfondo della guerra della carne
Il ruolo della Bse nel classico quadro di guerre commerciali e di crisi di sovrapproduzione
 

di PAOLO ZORATTI

  Qualche osservazione sulla ristrutturazione in atto nell’industria agro-alimentare, che negli ultimi 30 anni ha affrontato alcune crisi di sovrapproduzione. 

Tutti ricordano le distruzioni dei prodotti ortofrutticoli finanziate dall’AIMA.

Poi ci fu la guerra del vino tra Francia, Spagna e Italia.

Poi la ristrutturazione nel settore dell’olio d’oliva e la distruzione degli uliveti. 

La più paradossale fu la guerra del latte, che aveva avuto precedenti significativi: negli anni ’60 e ’70 furono espulse dal mercato quasi tutte le piccole latterie turnarie. L’aumento della produttività conseguente alla ristrutturazione del settore caseario avvenuta sotto l’egida di Bruxelles, si è tradotto in una enorme massa di prodotti caseari invenduti che marciscono nei magazzini. E ha portato la mucca Carolina a Vincimuglio. Mucca luddista, ma generosa.

Tutte crisi di sovraproduzione, tutti mercati sovrasaturi. 

Tutte guerre commerciali finanziate dagli stati. 

Da alcuni anni è il turno della carne. 

Anche questa crisi sarà superata: milioni di bovini "in eccesso" saranno distrutti, i prezzi stabilizzati, il mercato ridiviso fra i gruppi vincitori.

I piccoli produttori saranno espulsi dal mercato: una parte si riciclerà e una parte andrà ad aumentare la riserva di forza lavoro a basso costo a disposizione di Confindustrie e Confagricolture Europee.

Una parte crescente della popolazione mondiale sarà pur sempre tagliata fuori dal mercato, né sarà in grado di comprare carne, latte, olio, vino, frutta. 

Qual è il ruolo dell’Encefalite Spongiforme Bovina in questo classico quadro di guerre commerciali e di crisi di sovrapproduzione? E’ un ruolo incidentale, che però agli occhi dei grandi produttori ha il merito di oscurare la natura economica della guerra in atto. 

Che infurierebbe anche senza BSE.
 
 



 
 
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