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Eppure leggere e scrivere non mi era mai piaciuto, prima. Prima di quando? Impossibile da dire. Prima di iniziare l’università (al liceo ero un asino)? Prima di averla finita? Prima di aver capito il senso della frase? Prima di iniziare a viaggiare? Prima di fare il manovale, il no-leggiatore di windsurf, il raccoglitore di frutta stagionale, il facchino dei traslochi? Ma forse ha iniziato a piacermi dopo. Dopo aver allestito e gestito mostre fotografiche (come per il festival di teatro danza “Oriente Occidente”), dopo che gli amici mi chiedevano di raccontare loro qual-che viaggio, dopo che mi hanno proposto di scriverlo... Non sapevo come avrei potuto fare. Allora ho guardato come facevano gli altri. Quelli bravi. Scrittori e giornalisti. Ho cominciato a leggere di viaggi, dai più distruttivi (Kerouac), ai più ironici (Twain), ai più perduti (He-mingway) ai più surreali (Cervantes), ai più intimi (Kafka, Quasimodo, Montale), ai più letterari (Faulkner, Joyce), ai più simbolici (Melville). Diobono, visti così - non come a scuola - mi piacevano. Quasi di più i loro viaggi (letti) dei miei (fatti). Ho provato a scrivere, e talvolta mi è riuscito anche qualche cosa di buono; qualcuno me l’ha detto... Ora mi mantengo così: carta e penna. L’università, quella sì, quella l’ho finita - mamma ci teneva -: sociolo-gia a Trento. L’ultimo giorno dei ventiquattro anni ho discusso una tesi sullo «Stato nazionale in Europa tra nuovi conflitti e spinte all’integrazione». Poi il professor Scartezzini (Relazioni internazionali) mi ha proposto di fare qualche lavoretto di ricerca per lui. Mi sono avvi-cinato alla geopolitica collaborando con la rivista LiMes (per la quale ho scritto saggi sulla regione Trentino Alto Adige). Nel frattempo iniziai a prestare la mia opera all’«Adige», quotidiano trentino, per il quale tut-tora lavoro come redattore. Ho fatto parte dello staff che ha fondato la rivista «Altreconomia» e sono stato per alcuni anni responsabile della formazione per i corsi di Economia globale dell’Unip («Università internazionale delle istituzioni dei popoli per la pace», direttore Giuliano Pontara) di Rovereto. Ho collaborato con diversi giornali italiani (corrispondente per l’agenzia di stampa Agr) e riviste (da «Liberal» a «Cicloturismo», ad esempio). Ho scritto corrispondenze da Bruxelles e da Lussemburgo (Parlamento eu-ropeo); reportages dalla Spagna, dalla Turchia (emergenza curdi), oltre alcuni studi e libri sulla politica locale. Ho ideato e realizzato assieme a Lanfranco Barozzi spettacoli che fondono assieme letteratura, teatro, musica. Il più noto si chiama «Bar-tleby nel ‘900» che vagabonda per teatri, pub, e auditorium. M. B.
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MAURILIO BAROZZI (Rovereto, 1967) vive a Mori, in Trentino |
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