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campagne
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Una campagna contro le mutilazioni
dei genitali femminili
Ne sono vittime 6000 bambine al giorno
(anche in Europa)
Ogni giorno circa 6000 bambine vengono sottoposte a mutilazioni genitali. Le ultime stime parlano di 120 milioni di donne private per sempre del diritto alla piena sessualità poiché i loro organi, amputati per motivi culturali o credenze antiche, non potranno più essere ricostruiti. In questo periodo è in corso una campagna internazionale, che vede in Italia in prima fila l'Associazione italiana donne per lo sviluppo (Aidos), contro questa pratica, diffusa nei paesi islamici e con molti casi di ragazzine nate e cresciute all'estero che lo stesso vengono sottoposte a questa violenza. Per inquadrare l'argomento offriamo una serie di percorsi (qui accanto) e pubblichiamo una sintesi della Dichiarazione congiunta di Oms, Unicef e Unfpa sulle. "[...] Nel presentare questa dichiarazione, non si vuole né criticare né condannare. Ma è inammisibile che la comunità internazionale resti indifferente [davanti alle mutilazioni dei genitali femminili, ndr] in nome di una distorta visione multiculturale. Per quanto determinati comportamenti e valori culturali possano apparire privi di senso o distruttivi dal punto di vista di un'altra cultura, essi hanno sempre un significato e soddisfano determinate funzioni per coloro che li praticano. Ma la cultura non è statica, bensì in costante evoluzione, adattamento, rinnovamento. Per questo è possibile mettere fine alle pratiche tradizionali nocive alla salute se coloro che le praticano ne comprendono i rischi e le umiliazioni, e se capiscono che abbandonare queste pratiche non significa rinunciare ai valori della propria cultura [...]. Aumenta costantemente la consapevolezza che il contesto culturale cambia a seconda del tipo di mutilazione praticato e che per arrivare all'eliminazione di queste pratiche occorre dapprima capire esattamente in quale contesto socio-culturale, economico e di relazioni di genere esse si situano. Per eliminare le mutilazioni dei genitali femminili non ci si può limitare ai soliti interventi medici per eliminare le malattie ma si deve sviluppare un approccio multidisciplinare. Stando alla pratica acquisita sul terreno, le azioni da intraprendere sono: adottare delle politiche chiare che includano, se necessario, l'approvazioni di leggi che vietano le mutilazioni; costituire gruppi di lavoro tra le diverse agenzie Onu che comprendano rappresentanti di ministeri, professionisti e Ong per monitorare le azioni intraprese per l'eliminazione delle mutilazioni; finanziare ricerche in tutti gli aspetti delle mutilazioni, comprese le motivazioni per cui continuano a essere praticate, le conseguenze sulla salute, gli interventi più appropriati per eliminarle; organizzare incontri nei villaggi e coinvolgere i capi e i leader religiosi in programmi di informazione che affrontino le motivazioni principali a favore di queste pratiche. L'esperienza
dimostra che laddove i leader sono informati e coinvolti, le attività
di informazione e educazione presso la popolazione hanno più successo;
inserire interventi per l'eliminazione delle mutilazioni dei genitali femminili
nei programmi di educazione sanitaria, protezione dell'infanzia e sviluppo
locale; utilizzare tutti i possibili canali di comunicazione per trasmettere
informazioni: mass media, musica popolare, drammatizzazioni, incontri di
gruppo, counselling individuale ecc.; vietare ai medici di praticare le
mutilazioni e insegnare loro invece a trattare le conseguenze
Interventi di Oms, Unicef e Unfpa
Tra le cause del lento processo di eliminazione delle mutilazioni dei genitali
femminili c'è la mancanza di coordinamento degli interventi e la
limitatezza delle risorse a disposizione. [...] Considerato che le mutilazioni
dei genitali femminili riguardano i diritti e la salute di donne e bambini,
e che pertantocoinvolgono da diversi punti di vista le varie agenzie delle
Nazioni Unite, un'azione coordinata in
Conclusioni [...] Per ridurre effettivamente le mutilazioni è necessario che la popolazione e il personale sanitario prendano coscienza delle gravissime conseguenze che queste hanno sulla salute psicofisica delle donne. Questo richiede un coinvolgimento attivo di politici, professionisti, insegnanti, comunità locali a partire dai capivillaggio e dai leader religiosi, gruppi e associazioni femminili. Alle agenzie internazionali spetta il compito di coordinare e rafforzare, con la dovuta sensibilità e costanza, le attività realizzate a livello locale". |
o | Le
mutilazioni sessuali femminili sono una delle violenze cui ancora sono
sottoposte milioni di donne nel mondo. Un'aggressione diffusa in molti
Paesi arabi e africani e che in Occidente
rappresenta anche uno degli scogli nel confronto fra culture e religioni verso la costruzione di una reale convivenza interetnica. Ora, la campagna per dire di no sta cercando di farsi sentire di più. L'impegno
dell'Aidos
Bibliografia
Un'intervista
dal
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i percorsi |
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