copertina notizie percorsi interviste libri musica inchieste calendario novità scrivici
percorsi

Ricordando Peppino Impastato e la lotta alla mafia
Un film rievoca la figura di un militante assassinato che ha lasciato in eredità, tra l'altro,
un centro ancora attivo nella lotta democratica contro la criminalità e i suoi intrecci politici
 

  Abbiamo accolto con favore l'iniziativa di realizzare un film su Peppino Impastato e abbiamo collaborato con il regista, che ci ha fatto leggere la sceneggiatura e si e' mostrato disponibile ad accogliere le nostre indicazioni.

  Siamo lieti che il film rilanci l'interesse per la figura di Impastato e che la sua proiezione al festival del cinema di Venezia sia stata seguita con attenzione e commozione ma non possiamo tacere che alcune cose che sono accadute in questi giorni hanno prodotto in noi disappunto ed amarezza.
  Su un giornale abbiamo letto che la madre di Impastato solo ora si e' decisa a parlare, quando anche i piu' disinformati dovrebbero sapere che Felicia Bartolotta Impastato ha rilasciato interviste subito dopo il delitto (la prima e' stata pubblicata da Mario Francese), ha raccontato la sua storia di vita nel libro "La mafia in casa mia", a cura di Anna Puglisi e Umberto Santino (testo-base per conoscere la vicenda di Impastato), in questi 22 anni non ha perso occasione per parlare del figlio e lanciare le sue accuse contro Badalamenti.

  Evidentemente, per "fare notizia" bisogna dire sempre che e' "la prima volta", furberia del mestiere che fa il paio con l'immancabile domanda alf amiliare davanti al morto ammazzato: "lei ha perdonato?". Anche le cronache e le interviste rilasciate a Venezia non ci piacciono. Avevamo chiesto di partecipare alla conferenza stampa, ma ci e' stato risposto che si doveva parlare solo del film. Cosi' abbiamo letto e ascoltato che il delitto Impastato e' un "delitto dimenticato", che quella di Impastato e' una "storia minore", che la famiglia Impastato (ma a volte capita di leggere "Imposimato") e' stata"lasciata sola" e quando si e' accennato al Centro Impastato abbiamo appreso che esso raccoglie "parenti e amici di Impastato" o che e' stato fondato dalla madre e dal fratello.
  Come se in Sicilia non ci si potesse attivare se non c'e' un legame di parentela o di amicizia. Personalmente non sono stato amico di Peppino, altri soci non l'hanno neppure conosciuto e nella decisione di dedicargli il Centro, fondatogia' nel 1977, non ha avuto alcun peso il legame personale con Impastato.

  Ha avuto un peso decisivo l'apprezzamento per la radicalita' e la complessita' del suo impegno antimafia. Il Centro in questi anni non ha solo salvato dalla dimenticanza la memoria di Impastato, parlando di lui in moltissime citta' d'Italia e all'estero, ha avuto un ruolo insostituibile nella raccolta della documentazione per
smontare la trama che lo voleva terrorista e suicida e sbloccare le indagini giudiziarie (dal bollettino "10 anni di lotta contro la mafia", subito dopo il delitto, al volume "L'assassinio e il depistaggio", pubblicato nel 1998); ha sollecitato la Commissione parlamentare antimafia a occuparsi del depistaggio delle indagini, in cui sono coinvolte forze dell'ordine e magistratura, ma ha anche dato un contributo di primo piano all'analisi e alla ricerca sulla mafia e sull'antimafia.

   Ricordiamo le ricerche sugli omicidi, sulle imprese, sul traffico internazionale di droghe e, da ultima, la "Storia del movimento antimafia", il primo libro sulle lotte contro la mafia, dal movimento contadino ad oggi.

  Testi che sono ben lontani da tanta mafiologia-spazzatura in circolazione. Tutto questo lavoro e' stato condotto tra grandi difficolta', autofinanziadoci (i finanziamenti pubblici sono stati men che irrisori), con risorse e locali inadeguati (buona parte della nostra emeroteca e' in un box).
   Ignorare o sminuire un lavoro ventennale e' un'ulteriore dimostrazione che troppo spesso continuano a prevalere le logiche della spettacolarita' e della disinformazione.

   Infine desideriamo ricordare Stefano Venuti, dirigente del PCI nel dopoguerra, protagonista di una stagione di lotte, che ha avviato il giovanissimo Impastato all'impegno politico e che in questi anni e' stato sempre presente e partecipe alle iniziative che abbiamo organizzato a Cinisi, a differenza di molti altri che si sono ben guardati dal prendere posizione contro la mafia.
   Ricordo il comizio che i compagni di Peppino mi chiesero di fare il giorno
dopo il suo funerale. Nel corso di Cinisi c'erano tantissime finestre chiuse e mi sono rivolto a chi stava dietro le finestre ad ascoltare senza farsi vedere: "Se le vostre finestre non si apriranno il lavoro di Impastato e' stato inutile". Si parla tanto di mutamenti, ma a Cinisi e altrove molte finestre sono ancora chiuse o si aprono soltanto per stare a guardare. Venuti e' morto nel corso del mese di agosto e non vogliamo che anche lui faccia parte del lungo elenco dei militanti sepolti dall'opportunismo e dall'indifferenza.

Umberto Santino
Presidente del Centro Impastato



- Giuseppe Impastato: la vita

Giuseppe Impastato nacque a Cinisi, in provincia di Palermo, il 5 gennaio 1948, da una famiglia mafiosa (il padre Luigi, inviato al confino durante il periodo fascista, era grande amico del capomafia Gaetano Badalamenti; il cognato del padre era il capomafia Cesare Manzella, ucciso con una giulietta al tritolo nel 1963). Ancora ragazzo, rompe con il padre e avvia un'attivita' politico-culturale antimafiosa. Dal 1968 in poi partecipa, con ruolo dirigente, alle attivita' dei gruppi di Nuova Sinistra.
Conduce le lotte dei contadini espropriati per la costruzione della terza
pista dell'aeroporto di Palermo, in territorio di Cinisi, degli edili e dei
disoccupati. Nel 1975 costituisce il gruppo "Musica e cultura", che svolge attivita' culturali (cineforum, musica, teatro, dibattiti ecc.) con i giovani di Cinisi.
Nel 1976 fonda "Radio Aut", radio privata autofinanziata, con cui denuncia quotidianamente i delitti e gli affari dei mafiosi di Cinisi e Terrasini, che avevano un ruolo di primo piano nei traffici internazionali di droga, attraverso il controllo dell'aeroporto.
Il programma piu' seguito era "Onda pazza", trasmissione satirica con cui
sbeffeggiava mafiosi e politici.
Nel 1978 si candida come indipendente nelle liste di Democrazia Proletaria alle elezioni comunali.

Viene assassinato nella notte tra l'8 e il 9 maggio del 1978, nel corso
della campagna elettorale, con una carica di tritolo posta sotto il corpo
adagiato sui binari della ferrovia.

Gli elettori di Cinisi votano il suo nome, riuscendo ad eleggerlo al
Consiglio comunale. Stampa, polizia e magistratura, in un primo tempo, parlano di atto terroristico in cui l'attentatore sarebbe rimasto vittima, o di suicidio. Grazie all'attivita' del fratello Giovanni e della madre Felicia Bartolotta Impastato, che rompono pubblicamente con la parentela mafiosa, dei compagni di militanza e del Centro siciliano di documentazione di Palermo, che nel 1980 si sarebbe intitolato a Giuseppe Impastato, viene individuata la matrice mafiosa del delitto e sulla base della documentazione raccolta e delle denunce presentate viene riaperta l'inchiesta giudiziaria.
Il 9 maggio del 1979 il Centro siciliano di documentazione organizza la
prima manifestazione nazionale contro la mafia della storia d'Italia, a
cui parteciparono 2000 persone provenienti da tutto il Paese.


o Riceviamo e pubblichiamo un comunicato del Centro Impastato che prende lo spunto dalla presentazione alla Mostra di Venezia del film su Peppino Impastato "Cento passi" di
Marco Giordano, sceneggiatori Monica Zappello e Claudio Fava. 

Il Centro siciliano di documentazione, operante dal 1977, e' stato intitolato al militante della Nuova Sinistra Giuseppe Impastato, assassinato dalla mafia per il suo impegno di denuncia e di lotta il 9 maggio 1978.
Nel 1998 il Centro si e' dato un nuovo statuto trasformandosi in Onlus (Organizzazione non lucrativa di utilita' sociale).
Il Centro ha lo scopo di sviluppare la conoscenza del fenomeno mafioso e di altri fenomeni ad esso assimilabili, a livello nazionale ed nternazionale;
promuovere iniziative allo scopo di combattere tali fenomeni; elaborare e diffondere un'adeguata cultura della legalita', dello sviluppo e della partecipazione democratica.
A tal fine svolge le seguenti attività: raccogliere materiali di carattere politico, economico, storico, sociologico; condurre studi e ricerche;
promuovere iniziative culturali (convegni, seminari, dibattiti, proiezioni, mostre etc.); pubblicare libri, opuscoli e materiali vari.
Nel corso della sua attivita' il Centro, completamente autofinanziato, ha
formato una biblioteca, un'emeroteca e un archivio specializzati sulla
mafia e altre forme di criminalita' organizzata; ha prodotto studi e
ricerche, rassegne stampa, bibliografie e materiali di documentazione (come
il dossier Notissimi ignoti sul delitto Impastato e i dossier su Salvo
Lima); svolto attivita' di informazione e di educazione nelle scuole e in istituti universitari, in Italia e all'estero, con convegni, seminari,
dibattiti, mostre fotografiche; promosso iniziative di mobilitazione (a
cominciare dalla manifestazione nazionale contro la mafia, la prima nella storia d'Italia, svoltasi nel maggio del 1979), e di aggregazione sociale.
Con il progetto di ricerca Mafia e societa', il Centro ha avviato un'analisi scientifica del fenomeno mafioso, spesso affrontato con idee e metodologie inadeguate, portando a compimento le ricerche sull'omicidio a
Palermo, sulle imprese mafiose, sul traffico internazionale di droghe, sul rapporto mafia-politica e sul movimento antimafia.

(8 settembre 2000)
 
 
 
 

 

copertina
notizie
 percorsi
interviste
i libri
musica
inchieste
calendario
novità
scrivici