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interviste
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La paranoia dello spazio
protetto
Alessandro Dal Lago: riconoscere ai migranti
diritti umani e civili totali, pari ai nostri
Sindrome di Johannesburg. Quella che avvertono i ricchi,
tutti i ricchi, del mondo, quelli che si spostano e si muovono nella città
globale, ma che sentono la fortezza del loro benessere assediata e insidiata
dai colpi d'ariete dei «migranti», siano essi clandestini,
profughi, rifugiati, uomini in cerca di fortuna. Ai primi, nel sistema
degli scambi globali, è concesso di esportare McDonald's, hamburger,
persino bombe e guerre. Ai secondi, non è dato di nutrire pulsioni
desideri, di venire a conquistare e provare la vita la dove la ricchezza
c'è. Sono 120 milioni, in tutto il mondo, circa il
«Il migrante è qualcuno che non ha libertà di movimento,
anche quando questo
Dal Lago, tutto è riconducibile alla sindrome della fortezza? Sì. E' del tutto irrazionale nelle sue manifestazioni, ma l'idea si fonda sulla paura che noi, occidentali ricchi, abituati ai consumi, abbiamo che il benessere sia minacciato dal contatto con i migranti. L'aspetto irrazionale e paranoico è che ci tolgano il lavoro, che facciano violenza, che prendano il nostro spazio. Solo questo? No. C'è
anche un estremo realismo, che attiene alle dinamiche del capitalismo globale.
La gente non se ne rende conto. Un imprenditore paga un lavoratore 2-3
milioni al mese al lordo dei contributi, dove in Albania basterebbero cifre
irrisorie. E questo permette all'imprenditore di realizzare forti profitti,
e all'operaio di sopravvivere. Ma al tempo stesso la condizione perché
questo esista è che l'albanese resti inchiodato alla
Il migrante è il clandestino, il profugo, colui che va via dalla sua terra? Le figure si intrecciano. Si può emigrare per tanti motivi, per sfuggire a un'oppressione, per guadagnarsi da vivere, mi sembra difficile stabilire delle differenze. L'elemento comune è che provengono quasi tutti da paesi dispotici. E' una finzione giuridica quella che accetta a parole i profughi e invece sbatte fuori i clandestini perché migranti. Fino al 19 marzo 1997 quelli che scappavano dall'Albania erano profughi. Quando l'Italia ha capito che avrebbe dovuto accettare migliaia di profughi, un decreto legge li ha trasformati immediatamente in clandestini. Questa paura
per colui che arriva da una terra diversa è sempre esistita. In
E' sempre esistita ma si va specificando nella storia. Non esiste il nemico in assoluto. Esistono invece forme paranoiche di protezione degli spazi sociali. In gioco c'è il fatto che, se il mondo ha da essere globale - e lo è per certi versi - allora dobbiamo accettarne le conseguenze, e quindi anche riconoscere i diritti a persone che vogliono vivere tra noi per lavorare. So bene, questo pone enormi problemi. Possiamo persino immaginare, allora, che un paese ponga dei problemi di limitazione. E tuttavia appare sconvolgente come questa paranoia sociale sia condivisa da tutti i settori politici e sociali del paese. C'è
un grado diverso di opposizione al migrante tra i popoli del Sud o del
La linea è frastagliata ma va al di là della divisione Occidente-Terzo mondo. E' una questione di opposizione tra ricchezza e povertà, tra chi controlla le risorse e può accettare migranti e di chi si trova nella necessità di muoversi. Eppure oggi la situazione sembra precipitata... E' precipitata
perché è morta l'illusione dell'universalismo, creato apparentemente
nel dopoguerra. Esistono nuove forme di aggregazione politico-economica
e militare che stanno spezzando questo guscio apparente.
Gli italiani sono piú escludenti degli altri popoli? Gli altri paesi europei hanno avuto a che fare con l'emigrazione da paesi con i quali avevano intrattenuti rapporti coloniali per molto tempo. Gli italiani, ultimi arrivati, appaiono i piú ingenui e, secondo me, anche piú duri perché ignari di tutta la questione. Abbiamo rimosso del tutto il nostro passato coloniale. Dobbiamo aprire le porte della fortezza, allora? Dobbiamo riconoscere
ai migranti diritti umani totali, quindi civili e politici pari ai nostri,
perché non si creino conflitti. Non valgono piú le considerazioni
della ragionevolezza, tipo accettiamone pochi, diamo loro pochi diritti
eccetera.
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del dossier sull'immigrazione
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