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Un poeta per JFK
Robert Frost (1874 - 1963)
di ERMANNO BARTOLI
<<Esco a pulire la fonte nel pascolo;
Esco per ricondurre indietro
il vitellino
(Robert Frost, "Il pascolo"
- 1913)
Avrei voluto esserci
quel giorno, durante la cerimonia d'insediamento di John F. Kennedy alla
Casa Bianca, e poter assistere; vedere quel vecchio poeta coi capelli bianchi,
in quella gelida mattina d'inverno, mentre s'apprestava a leggere alcuni
versi scritti per l'occasione. E magari sorridere del fatto che un colpo
di vento forte, strappandogli i fogli di mano, l'aveva messo nella spiacevole
posizione di non poter leggere alcunché... E poi rabbrividire d'emozione
per altre parole che egli, facendo buon viso, decise di recitare
in luogo del discorso. "Il dono totale", una poesia che il poeta conosceva
a memoria e che cominciava con questi versi: <<The land was ours
before we where the land's>>... <<La terra era già nostra
ancor prima che noi fossimo della terra>>. E poi continuava... <<Tali
come eravamo ad essa ci donammo>>. Furono versi buoni che ad una lettura
distratta potevano sembrare quelli di un colono, e invece erano quelli
di un innamorato rispettoso. Amore per la terra che Frost riprenderà
in tante altre liriche, la più ammirevole in questo senso... "L'osservatorio".
Tu... che presagisti
la costruzione di muri infausti e il loro inevitabile crollo ben prima
che venisse eretto e crollasse il muro di Berlino. Tu che, anche profeticamente,
scrivesti: <<Qualcosa non va, qualcosa manca, in chi vuol far tacer
uno che canta>>.
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Ralph Waldo Emerson (1803-1882), un autore da ritrovare. In Nonluoghi trovate anche un percorso nel mondo di Henry David Thoreau (17
novembre 2000)
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