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Piazza Fontana: la madre
di tutte le stragi
Le stagioni della strategia della tensione,
una storia da non dimenticare
Bombe e segreti L'autore era membro del circolo anarchico milanese, il che rende più «vero» il racconto di quei giorni dal punto di vista di chi finì sùbito, ingiustamente, nel mirino degli inquirenti. Date, ore, giorni, bar agli angoli di Milano, motorini e autobus: il racconto affiora dalla memoria e testimonia ancora delle emozioni di chi era accanto a Giuseppe Pinelli, fino a quel 15 dicembre 1969 quando un «malore attivo» farà volare il ferroviere anarchico dalla questura di via Fatebenefratelli. Ma il coinvolgimento personale non incrina il contenuto oggettivo della ricostruzione storica, dal febbrile attivismo della polizia per incastrare gli anarchici (Pietro Valpreda in primis), all'emergere di indizi sempre più pesanti sul coinvolgimento di apparati statali e dell'estrema destra (uniti dal timore dell'avanzata del comunismo in Italia), dalle contorsioni governative ai silenzi dello stesso Pci . La macabra
danza degli insabbiamenti impedisce di scoprire i veri colpevoli della
strage. In anni recenti, nuove indagini e misteriosi archivi dei servizi
segreti spuntati dal nulla aprono altri squarci sulle possibili responsabilità
dell'eversione di destra in collaborazione con settori dello Stato. Tanto
da indurre Luciano Lanza a concludere che una parte inquietante del potere
sceglie le bombe per perpetuarsi: «Viste le responsabilità
a tutti i più alti livelli, la risposta è che piazza Fontana
è una strage di Stato. Di più: la madre di tutte le stragi».
(recensione
di Zenone Sovilla)
Altri articoli in nonluoghi - Il giudice Salvini: l'indagine sulle stragi ignorata a Palazzo di giustizia v@i - Strategia della tensione: avvisaglie in Trentino di Giancarlo Salmini v@i Libri sul tema - Il recente volume "La strage. Piazza Fontana. Verità e memoria" del giornalista Maurizio Dianese e del vicesindaco di Venezia Gianfranco Bettin (Universale economica Feltrinelli) che racconta la Mestre neofascista dell'epoca nel quadro della rete nera del Triveneto. - La ristampa del libro "Piazza Fontana. 12 dicembre 1969: il giorno dell'innocenza perduta" di Giorgio Boatti (Einaudi), che fu pubblicato da Feltrinelli nel 1993. Il libro fece molto discutere e rimbalzò nelle aule dei tribunali in seguito a una querela per diffamazione presentata dal neofascista Massimiliano Fachini contro l'autore del libro, che nel marzo 1999 è stato assolto. Un libro per non perdere la memoria. - Il numero 1 del novembre 1999 della rivista Libertaria che contiene fra l'altro un lungo articolo di Aldo Giannuli, docente di storia all'università di Bari, che si basa in gran parte sulla documentazione raccolta nell'inchiesta del giudice istruttore Guido Salvini. Giannulli si occupa, in particolare, del ruolo del Pci, cioè di quanto Botteghe Oscure era riuscita a sapere sulla strategia della tensione ma aveva taciuto per "opportunità politica". E qualche sito interessante - Sui misteri vai@ - Su piazza vai
- Sull'anarchico
- Sul caso Sofri vai v@i
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o | Strategia
della tensione
e stragi di stato Sono
le 16.37 del 12 dicembre 1969. Alla Banca nazionale dell'agricoltura, in
piazza Fontana a Milano, provoca sedici morti e quasi cento feriti. Quasi
contemporaneamente a Roma esplodono altre tre bombe che feriscono diciotto
persone. Pochi mesi prima, fra l'8 e il 9 agosto, erano esplose otto bombe
sui treni (dodici feriti) mentre altre due erano rimaste inesplose. Ancora
a Milano,il 25 aprile, due bombe fanno decine di feriti alla fiera campionaria
e alla stazione centrale di Milano.
(Pagina aggiornata il 27 gennaio 2000) |
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