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pensieri
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La società, il
crimine e una speranza oltre la sinistra
Non aspettiamoci nulla dal governo, qualche
cosa semmai dalle nuove reti sociali...
Da una parte grida sempre più alte di amnistia, dall'altra ventimila poliziotti in più per tamponare l'allarme sociale creato dalla probabile uscita dalle patrie galere di una torma di disperati e di delinquenti di varia levatura, molti dei quali non potranno far altro che tornare in prigione dopo pochissimo tempo, visto che il riscatto non si inventa con l'apertura di una porta, ma con un sistema sociale che educhi o rieduchi al rispetto di se stessi e degli altri. Da una parte la guardia costiera impegnata notte e dì a svuotare il mare (di immigrati clandestini) con un cucchiaio, dall'altra l'assoluta mancanza di polizia sulle strade e di controlli alle frontiere, che invece dovrebbe esserci per cercare di trovare vita nei containers prima di trovarvi il fetore della morte, com'è accaduto a Dover... Potremmo continuare.
ma a che pro, se non per dire che queste sono le contraddizione di un sistema
socio-economico (non solo italiano, anche europeo, anche mondiale) che
non riesce a trovare punti di accordo tra un'azione e un'altra e si muove
ormai solo tamponando in qualche modo le emergenze che si creano giorno
per giorno?
Zenone Sovilla, nel
suo editoriale di ieri, mette il dito
nella piaga: la sinistra non ha scoperto niente, ma ha rinunciato a fare
qualcosa di diverso dagli altri.
Quindi, se questo
è il dato, siamo noi che dobbiamo riorganizzarci, ripartire da nuovi,
veri modelli di sviluppo reale, condiviso e soprattutto giusto.
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o | Stati
Uniti,
il business penitenziario La
tolleranza
Fofi:
ripartire
Immigrazione
(23
giugno 2000)
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