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Un prete scrive al governo
italiano: "Cecenia, un silenzio di tomba"
I volontari: "Qui siamo in mezzo ai profughi,
non è possibile che il mondo stia a guardare"
Perchè
stupirsi di fronte alle notizie e immagini che giungono da Grozny: torture,
esecuzioni sommarie, massacri di civili inermi da parte delle truppe russe?
Pax Christi,
in un comunicato dello scorso 24 gennaio affermava:
Il silenzio temuto di fatto si è realizzato. A dire il vero il silenzio è stato rotto, pochi giorni fa, da una telefonata di due amici, Andrea e Daniele, volontari dell'operazione Colomba (Ass.ne Giovanni XXIII). Erano in Cecenia, a 50 Km da Grozny. E' facile intuire cosa hanno visto e sentito. "E' una tragedia - mi dicevano - che si consuma nel silenzio. Come è possibile assistere in silenzio a tutte queste atrocità? Siamo in mezzo ai profughi, oggi in Inguscetia ce ne sono circa 180.000. Non è possibile che la Comunità Internazionale stia a guardare, con 'rispetto' verso la Russia. E' una politica estera sporca, che ha due pesi e due misure. Dillo, anche a nome nostro, al Governo Italiano, alla Comunità Internazionale.". Per questo mi amareggia: - Il silenzio ufficiale del nostro Governo (questa è la mia 5a lettera senza risposta!) Forse perché gli affari valgono più dei diritti umani? - Il silenzio di chi ha trovato
il tempo per sparare sul 'silenzio dei pacifisti' dalle pagine di alcuni
giornali, ma, forse, non ha trovato il tempo per prendere in mano il telefono
o scrivere, magari dalle pagine del proprio giornale, all'ambasciata Russa,
al nostro Governo o al parlamentare conosciuto della proprio zona, oppure...
qualcos'altro, ma che esprimesse un impegno in prima persona contro la
guerra.
- Il silenzio dei politici, quasi tutti, al di là delle appartenenze partitiche, concordi nel tacito assenso. Il ripudio della guerra, la vendita delle armi non è così fondamentale nella politica? Certo non è tema importante in campagna elettorale.. - Il silenzio anche della Chiesa italiana 'ufficiale' che potrebbe con maggior coraggio profetico ricordare il rispetto almeno delle regole già esistenti in materia di commercio di armi e diritti umani. Così come c'è stata una recente dichiarazione sul Congo, perchè non richiamare, anche per la tragedia della Cecenia, che ci vede coinvolti direttamente, l'urgenza della pace e il 'no' alla violenza e alla guerra ? Sugli accordi economico-militari Roma/Mosca è caduto un silenzio davvero... di tomba? Non perdo la speranza di ricevere una risposta, meglio ancora se una smentita.
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o | Pubblichiamo
la lettera inviata nel marzo scorso da don Renato
Sacco del Consiglio nazionale di Pax Christi al presidente del Consiglio, al ministro degli Esteri, Piazzale Farnesina, al ministro Commercio con l'estero, al ministro per le Politiche comunitarie, e per conoscenza all'ambasciata di Russia a Roma, all'Onu e agli organi di informazione. Questa lettera - che ci è giunta mediante la mailing list di peacelink - è la quinta, il governo non risponde. E così facendo si rende sempre più complice. Come chi tace nei mass media o nella chiesa "ufficiale". (10 aprile 2000) |
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