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Campi di concentramento
in Italia, memoria dimenticata
Viaggio dentro una storia cancellata dal
motto "italiani brava gente"
Un
viaggio nella memoria, una memoria dimenticata (volutamente?).
Ma nulla avevo
letto sui campi di concentramento in Italia ( se non di Fossoli e della
Risiera di San Saba), finché un’estate andando giù in Calabria
esco sull’autostra Salerno-Reggio Calabria a Tarsia, non molto lontano
da Cosenza. Sto andando verso un motel, quando sono attratto da una freccia
gialla “campo di concentramento”. Incuriosito seguo l’indicazione, pensando
di dover fare parecchi chilometri e invece proprio sotto il viadotto dell’autostrada
c’è ancora quello che resta del campo di Ferramont : baracche, garitte,
così come abbiamo visto nei film i campi in Germania.
Ma Ferramonti,
Fossoli vicino Carpi (Modena) dove ancora stanno cercando di recuperare
l’area del campo e la Risiera (Trieste), l’unico campo diventato museo,
probabilmente perché gestito dai nazisti, sono gli unici esempi
da me visti dove si sta cercando di fare qualcosa, almeno per ricordare
quelle tragiche vicende.
Quanti erano i campi
di concentramento in Italia? E’ difficile dirlo.
La prima fonte ufficiale è il decreto firmato da Mussolini che istituisce il 4 settembre 1940, 43 campi di internamento per cittadini di paesi nemici. In realtà in questi campi furono concentrati soprattutto ebrei stranieri, residenti in Italia o di passaggio, slavi presi durante rastrellamenti e zingari. Per ebrei stranieri si intendono anche cittadini italiani ebrei, non nati in Italia. Uno dei campi
costruito ad hoc (molti campi erano caseggiati, conventi (!), ospizi, luoghi
destinati al mattatoio, ecc.), che rimane quasi intatto e che andrebbe
recuperato al suo valore storico e di memoria, è il campo di “Le
Fraschette” ad Alatri (Frosinone) in cui furono concentrati
soprattutto slavi e dove è stato costruito ai limiti del campo un
orrendo ostello per la gioventù in occasione dell’attuale Giubileo
.
Mi auguro non tanto di vedere pubblicata la mia ricerca, quanto di riuscire a far sì che questi luoghi e questa pagina tragica del nostro Paese siano ricordati per prima cosa dagli abitanti di quelle città che non sanno nulla e anche dai turisti che visiteranno questi posti bellissimi, perché conoscere quello che si è stati, serve anche per costruire un Paese, speriamo migliore e a nulla vale cancellare con un colpo di spugna la storia, con il rassicurante motto “italiani, brava gente”.
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o | L'articolo
di Fabio Galluccio è un invito a recuperare - anche fisicamente,
in quei luoghi dimenticati - la memoria dell'orrore dei campi di concentramento
in Italia e delle leggi razziali fasciste.
Links La
mappa
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