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pensieri
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Ribellarsi è naturale
contro gli Ogm e tutto il resto...
La contestazione a Genova contro le colture
transgeniche e i nuovi sfruttamenti economici
Genova "piccola" Seattle. Oggi i rappresentanti di 300 e più organizzazioni ambientaliste, politiche e dell'antagonismo sociale sfileranno nel corteo nonviolento di Mobilitebio contro le distorsioni delle biotecnologie e in particolare contro le colture transgeniche e la brevettabilità della materia vivente, i temi della vetrina internazionale Tebio che riunisce nel capoluogo ligure le principali aziende del settore. In questi giorni si è scritto molto sul tema e non staremo qui a ripetere, vi segnaliamo piuttosto (qui accanto) alcune pagine di altri siti dove trovare buone informazioni sugli organismi geneticamente manipolati (Ogm), i disegni economici delle aziende che li controllano e le campagne popolari che tentano di difenderci da questa aggressione legalizzata. Ci preme, tuttavia, osservare che questa storia dei cibi geneticamente manipolati oltre a rappresentare una minaccia alla salute umana (anche il più venduto degli esperti non osa dispensare rassicurazioni in proposito...), è emblematica di come girano gli ingranaggi sul pianeta Terra. E' una macroscopica conferma della creazione di falsi bisogni quando essi rappresentino una fonte di profitto economico: che bisogno c'era, per esempio, della tecnologia Terminator (per produrre piante brevettate i cui semi sono sterili)? Un mero "bisogno" economico, cioè ne hanno bisogno alcune grandi aziende che diffondendo queste piante farebbero terra bruciata soprattutto nel Sud povero del mondo, dove basterebbe una svista nell'acquisto (clamorosi errori di separazione sono già accaduti anche in Europa) e una famiglia di contadini si troverebbe strangolata (anche fisicamente) nel circolo vizioso delle piante sterili, con semi inutilizzabili e la necessità di acquistarne a prezzi di mercato. Meccanismi del genere, ricatti economici di vario tipo, sono l'anima di questa storia delle manipolazioni genetiche in agricoltura e non c'è - al contrario - nemmeno un ectoplasma di giustificazioni "umanitarie". Questo è un punto che si dovrebbe avere abbastanza chiaro: c'è chi nel mondo va avanti col motto business is business, non aspettiamoci da costoro e dai loro fidi scudieri politici grandi rapimenti ideali sulle onde della filantropia o quantomeno del superiore bene comune della specie. Detta in soldoni, per concludere e lasciarvi alla libera navigazione, qui si gioca la partita del controllo sulle produzioni agroalimentari sulla Terra, una partita da tempo iniziata anche se molti sugli spalti, fra popcorn e distributori di cocacola che si mangiano il resto, non hanno sentito il fischio d'inizio. La manovra avvolgente di alcune grandi imprese transnazionali è in corso, come spiega la scienzaiata Vandana Shiva in un'intervista che ospitiamo, e si inserisce nel più vasto disegno degli oligarchi del "libero" (si fa per dire) mercato mondiale. Come dire che fermare i mostri alimentari è un'emergenza di una lotta complessiva. (25 maggio 2000)
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