ile interviste

"La telogia della liberazione non è morta"
Padre Ermanno Allegri: dobbiamo aiutare i contadini brasiliani che occupano la terra!
 

di LUCA FREGONA

   La storia della teologia della liberazione passa anche attraverso il lavoro, e la vita di padre Ermanno Allegri, un missionario di origine bolzanina.

  "Grazie al cielo vivevo a Shanghai, alle Semirurali. Vengo da una famiglia operaia, abitavamo in via Piacenza a Bolzano. L'esperienza che ho vissuto era quella di gente che soffriva, che lavorava in fabbrica, che aveva abitudine alla lottare contro le ingiustizie sociali. Queste cose ti rimangono nel sangue non si imparano sui libri".

   A padre Ermanno scappa un sorriso. Da quasi trent'anni vive in Brasile, dove è da sempre impegnato accanto ai contadini nelle lotte al latifondo. Una vita in trincea, che deve il suo imprinting al quartiere operaio di Bolzano, che non dimentica anche se ormai ha la doppia cittadinanza e il suo italiano risente di una leggera inflessione portoghese. Negli anni Settanta è stato tra i fondatori della commissione pastorale per la terra, da cui partirà la teologia della liberazione, diventando anche il segretario nazionale. Alle spalle, gli anni bui della dittatura, le minacce della polizia federale (che lo riteneva un prete rosso) e dei Pistoleros, i mercenari al soldo dei latifondisti, che andavano a cercarlo in parrocchia. "Più di una volta ci siamo dovuti nascondere", ammette con il pudore di chi non vuole parlare delle cose personali. Per molti anni è stato anche il segretario nazionale della Commissione pastorale delle Terra e ha contribuito in modo fondamentale alla nascita del movimento dei "Sem Terra" (i "senza terra"), che chiede la riforma agraria, la fine del latifondo e la ridistribuzione delle proprietà. 

Latifondo, il peccato originale del Brasile

    "Il latifondo - racconta - è il peccato originale del Brasile. Il 40% della terra è fermo, non produce niente, un altro 30% è a produzione estensiva, il che significa che magari per 1000 ettari ci sono venti vacche a pascolare. Solo il 10-15% della viene coltivato, ma buona parte del prodotto va a finire mercato esterno". Il latifondisti agiscono con spietato violenza sui contadino che vogliono coltivare le terre incolte. "Negli ultimi 15 anni sono stati assassinati 1300 contadini, soprattutto leader delle organizzazioni di base. Su queste 1300 morti violente, sono state svolte solo quaranta inchieste giudiziarie, i processi sono stati una decine, le condanne cinque. L'impunità è garantita. Il pistoleros ammazza sapendo che non succederà niente, così la polizia. Uccidono con una spietatezza inaudita, anche per umiliare oltre la morte. Ad una sindacalista hanno sparato in faccia, per deformarla. Molti nostri amici sono stati assassinati". 

    Padre Ermanno, come si sviluppa la teologia della liberazione in Brasile?

   A metà degli anni settanta all'interno della chiesa brasiliano si formano le commissioni pastorali a carattere sociale. Sono una reazione al golpe, alla dittatura, e si intrecciano con i movimenti popolari, i sindacati, le organizzazioni. Da lì nasce tutta la storia della comunità ecclesiali di base che danno vita della teologia della liberazione. Che è una teologia concreta, calata nella realtà e di riscatto sociale. Io sono entrato nella Pastorale della terra nel '76. Questa pastorale della terra si è diffusa molto velocemente. Ovviamente la dittatura non è stata a guardare, e la repressione è stata durissima. Molti nostri amici sono stati assassinati: le torture e le violenze erano all'ordine del giorno. 

   Quindi non più missionari per convertire, ma per lottare contro le ingiustizie?

    La pastorale sociale non ha come primo obiettivo di "potenziare" la chiesa, portando più fedeli a messa, ma di inserirsi nella società per fare insieme alle classi più umiliate un cammino di liberazione. La Chiesa deve essere fermento della società, non di se stessa. Il nostro lavoro aveva come mira una crescita delle persone nella società. Per questo hanno lavorato (e lavorano tuttora) molto insieme ai movimenti sociali che hanno gli stessi obiettivi. Anzi, spesso proprio dalle commissioni pastorali sono nati movimenti che dopo sono diventati autonomi. Faccio un esempio: nello stato di Bahia, dove ho iniziato la mia missione, non esistevano i sindacati dei contadini. Allora abbiamo lasciato in ogni municipio un gruppo di contadini con il compito di organizzarlo. Non era il sindacato dei cattolici, ma della classe contadina. La stessa cosa è successa per il movimento dei "senza terra" la prima occupazione di terra è stata fatta da un coordinatore della pastorale. Ed è durata tre anni. 
    Non è la chiesa che deve dirigere i "sem terra" o i sindacati. La società deve trovare il suo cammino autonomo, in cui la chiesa partecipa perché ha qualcosa da dire.

   Quindi la teologia della liberazione era un patrimonio di tutta la chiesa brasiliana, e non solo delle punte più avanzate del clero...

   Esattamente. Il lavoro della Pastorale della terra ha collocato al Chiesa più vicina ai problemi della gente. La teologia della liberazione coinvolgeva tutta la chiesa: in quel periodo i vescovi brasiliani hanno prodotto dei documenti avanzatissimi. Non era una faccenda di un gruppetto di preti teste calde. In Europa ci criticavano dicendo che, il nostro, era lavoro sociale, politica e non carità. E' vero: tutto è politica. Ma per me è carità è soprattutto fare sì che le classi sociali più povere riacquistino coscienza della propria dignità e che vi siano delle strutture in cui nessuno sia più obbligato a chiedere l'elemosina. 

   Quindi se un contadino occupa la terra, va aiutato...

   Certo, i "senza terra", devo aiutarli ad organizzarsi e ad occupare i campi tenuti fermi, improduttivi dal latifondista. Occupare la terra è un diritto. La legge va rispettata quando è a favore della vita, quando è non vale nulla. E allora la Pastorale appoggia l'occupazione.
 

   Nel 1985 la dittatura cade, cosa succede in Brasile?

   Alla dittatura militare si è sostituita quella del capitale, che non ha mai avuto come obiettivo il bene comune del popolo brasiliano. Le condizioni di vita rimangono durissime, così come lo strapotere dei latifondisti. Inoltre è avvenuto anche un cambiamento nella chiesa: in Europa non si è capito il senso della teologia della liberazione.

   Perché?

   Fondamentalmente la teologia della liberazione portava una cosa che per la chiesa europea è difficile da capire: una chiesa che vuole essere fermento nella vita della società rifacendosi al significato originale del vangelo. In Europa invece c'è una "manutenzione" della Chiesa come struttura. Si pensa a salvare quello che c'è per non perdere spazio e nella società, ma in modo statico, come blocco ecclesiastico. Si mira all'autoconservazione. 

   La chiesa romana ha fatto di tutto per stoppare la bteologia della liberazione.

   Di fatto è stata cambiata la classe dirigente della chiesa brasiliana. I vescovi coraggiosi del tempo della dittatura non ci sono più. Negli ultimi anni, poi, si è sviluppato moltissimo il cosiddetto "movimento carismatico" che consiste nella concentrazione di migliaia di persone, che partecipano alla celebrazione di messe e liturgie molto scenografiche, di facciata. Con i sacerdoti che sono diventati delle stelle, dei divi. Le televisioni mandano ore e ore di messa in diretta. Rete Globo fa anche quattro ore di seguito. Ogni programma ha il suo prete che va a far benedizioni e recitare padre nostri. Un fenomeno che è stato diretto dall'alto per depotenziare la teologia della liberazione.

   Imponendo un'immagine alternativa alla chiesa sociale...

   Ci sono dei documenti dei servizi segreti americani dove si dice che l'unico modo per combattere la teologia della liberazione è l'informazione: martellando la gente con un modello di chiesa alternativo, che magari usa anche linguaggi simili alla teologia della liberazione, ma che poi socialmente e politicamente è innocua. In pratica si vuol far vedere che la "vera" chiesa è quella dei sacerdoti-spettacolo. E i mezzi d'informazione hanno un potere enrome.

  E' finito il grande sogno della teologia della liberazione?

   No. La teologia della liberazione non è morta. Il nostro lavoro non è stato fermato, ma la battaglia è ancora lunga, lunghissima. 


o Parla un missionario di origine bolzanina che negli anni Settanta è stato tra i fondatori della commissione pastorale per la terra, da cui partirà la teologia della liberazione.

Luca Fregona, giornalista,
vive a Bolzano.

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