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Allarme neonazismo in Europa, pestaggi a Vicenza
 


     Un centro sociale avvia una campagna contro il dilagare del neonazismo e della sua violenza verbale e materiale. E subito un giovane del centro sociale subisce un pestaggio per strada. E' successo a Vicenza il 27 gennaio 2000. Il centro sociale è "Ya basta!", il ragazzo si chiama Francesco e l'altra sera mentre tornava a casa in città è stato avvicinato da alcuni naziskin e picchiato selvaggiamente: prognosi 40 giorni per varie contusioni e soprattutto una lesione al bulbo oculare (fonte della notizia: cronaca dell'accaduto fatta a Radio Sherwood il 28 gennaio da un altro ragazzo del centro sociale che aveva parlato con la vittima).

   Allora, la violenza di strada e l'inquietudine che aumenta. Ma non solo. Anche violenza in rete: ormai pullula di siti Web neonazisti che incitano all'odio razziale, anche pubblicando elenchi di famiglie ebree, come è capitato in Italia con l'oscuramento di nun sito poi subito rispuntato in un mirror norvegese. Si parla di migliaia di siti (per saperne di più date un'occhiata al monitoraggio in corso dopo un progetto nato a Harvard che ha costruito un vasto archivio dell'odio che corre nella rete) che alimentano il fanatismo e lancia anche appelli per vere e proprie campagne punitive!

   Allora, al di là della risposta all'emergenza che ha canali obbligati a cominciare da quelli legislativi, sarà ineludibile un'analisi del degrado pedagogico, educativo e socioeconomico legato alla crescita di questi fenomeni (con le colpe della scuola e dei padri senza per questo assolvere i figli...). La tendenziale scomparsa dell'etica della responsbailità; dell'autonomia reciproca fra sé e l'altro: del concetto di limite con la rimozione dell'idea della morte ad esso associata; la proiezione nell'economico dei simboli di potenza e di immortalità (dunqe, competizione a tutto campo, arricchimento contro la decadenza). Questi sono alcuni degli effetti del "capitalismo democratico" e la creazione di individui/gruppi di invasati violenti ne è un effetto collaterale o una delle numerose controindicazioni, per usare il clichè farmaceutico. Magari sono gruppi eterogenei (ci sarà chi dall'economico  ha avuto la conferma della sua potente immortalità, chi ne avrà ricevuto una sconfitta e cercherà nella violenza di squadra un riscatto) che spingono all'estremo la lotta interna alla specie umana, individuando ragioni e responsabili di un presunto degrado e andandoli a colpire, anche fisicamente. Attenzione, dunque, a ritenere che sia solo una emarginazione da fanatismo a fungere da catalizzatore di fenomeni raggelanti come il neonazismo di strada e della rete: il germe potrebbe essere intrinseco proprio al sistema politico ed economico che ha generato in passato e ancora genera questa tragica devianza cannibale dalle regole fondamentali di specie, pressoché di tutte le speci  (cioè, fra di noi non ci ammazziamo, e qui sarebbe bello parlare un po' della guerra, un'altra volta...).

   Per finire: stiamo all'occhio. Che queste sono punte di iceberg. In Austria, per dire, stravince Haider: sotto le punte, dunque, c'è una massa stranita e addomesticabile. Secondo voi, quando nel marzo del 1933 Adolf Hitler da Braunau (Austria) ottenne con il suo partito nazionalsocialista il 43,9% dei voti alle elezioni politiche tedesche, che percezione ne aveva il resto d'Europa, che percezione ne avevano quelli che stavano dall'altra parte e quelli che lo consideravano democraticamente "compatibile"?
   Provate a fare le debite proporzioni storiche (tempi, modi, contenuti, spazi, contesti della gestione del potere), se ci riuscite, e chiedetevi se Hitler nel '33 poteva fare più paura di Haider nel 2000. L'esercizio può essere utile. Soprattuto se trasmette qualche scossone alle masse dell'iceberg.

(Z. S.)

o  Proprio mentre a Stoccolma si celebrava l'anniversario dei 55 anni dalla liberazione del campo nazista di sterminio di Auschwitz, succedeva a Vicenza un episodio emblematico: un ragazzo aggredito e pestato per strada perché antinazista militante. Uno spettro si aggira per l'Europa mentre l'Austria felix strizza l'occhio allo xenofobo nazional-
romantico e un po' naturalista Haider. Sull'Austria proponiamo un'iniziativa a parlamentari e ministri italiani. v@i
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