Da tempo una serie di Stati appartenenti all’Unione europea adottano provvedimenti su base nazionale che violano principî fondativi e storici dell’Unione ma soprattutto calpestano elementari sentimenti umanitari. In qualche misura quasi tutti lo fanno; ma in troppi ormai esagerano smodatamente. Che si tratti di erigere grottesche barriere anti-profughi, di confiscare beni agli stranieri, di ripristinare le “dogane”, di imbavagliare mass media e dissenso o di infierire su minoranze etnico-culturali…
La nostra democrazia rappresentativa, sfibrata e ingannevole com’è, concede al cittadino solo labili strumenti per interagire con questi – come con altri – fenomeni della vita sociale.
Di là dagli spazi miseri che ci lascia questa politica decadente, ci resta apparentemente ben poco da fare. Per esempio, possiamo agire come consumatori e penalizzare negli acquisti, per quanto ci è possibile, i Paesi più gravemente coinvolti nei processi di involuzione, imbarbarimento e disgregazione. E spiegare “politicamente” che lo facciamo.